Su L’Inkiesta viene pubblicato un interessante articolo nel quale vengono illustrati i commenti di un insigne ordinario di Politica Economca qual è Cesare Vaciago. Il testo è di buona scorrevolezza anche per i non iniziati in argomenti economici e chiarisce diversi argomenti del dibattito politico attuale che da altre parti sono di difficile reperimento. Ma ciò che mi ha colpito è la chiosa dell’articolo, che pone davvero il problema cruciale di ogni politica – non solo economica – come di ogni idea o azione che ci accompagna nelle nostre attività: una cosa può anche essere efficiente, ma non così efficace. Così alla domanda finale dell’intervistatore su un bilancio finale del documento di Bersani la risposta è esemplare (altro…)
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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Duro botta e risposta tra Pier Luigi Bersani e Luca Cordero di Montezemolo. «Chi vuole solo farsi largo bombardando a destra e sinistra, non è utile al Paese», ha attaccato il segretario del Pd. Accusando il presidente della Ferrari e «tutto quel mondo» che nell’agone politico sceglie la via del «terzismo», senza «spiegare da che parte sta». Tanti cittadini «aspettano di sapere dove sta il Pd», è stata la risposta piccata di Montezemolo.
Il Partito democratico, attraverso il proprio Presidente Rosy Bindi, è riuscito a darci una nuova motivazione per non esserne sostenitori. Nel bel mezzo delle polemiche che hanno messo nel mirino le esenzioni fiscali della Chiesa, la Presidente si dichiarata indisponibile ad appoggiare un eventuale emendamento per l’introduzione del pagamento dell’ICI sul patrimonio vaticano. (altro…)
No, questa cosa proprio non funziona e davvero ne abbiamo le scatole piene. Con la possibilità di un raffronto. Oggi al Senato della Repubblica italiana erano presenti 11 onorevoli su 321 per la discussione del decretino anticrisi. La seduta comincia alle 16,30, dura 10 minuti e alle 16,43 l’eroica riunione si scioglie riconvocando l’assembea plenaria per il 5 settembre. Dal 23 agosto la discussione riprende in sede di commissione bilancio con altri pochi eroici senatori. Lunedì sera, il 15 agosto, Mauro Salizzoni entrava in sala operatoria con la sua equipe di medici ed infermieri per un trapianto di fegato. Il ricevente, affeto da cirrosi, era classificato come “Urgenza Nazionale” che significa una bassissima aspettativa di vita: in sostanza sarebbe morto da lì a poco. Ora sia Salizzoni – e altri medici ed infermieri di altre equipe che hanno trapiantato anche i reni in altre città – che tutto il sistema sono certamente pagati meno lautamente dei nostri senatori e sostanzialmente non possono calibrare più di tanto le loro ferie per motivi ovvi, con l’aggravante soprattutto degli infermieri di sala operatoria che hanno alte specializzazioni – e bassi emolumenti – e sono pochi. Però, di fronte allediverse “urgenze nazionali” il comportamento di questi lavoratori è ben diverso: sia dal punto di vista contrattuale, sia di remunerazione che, certamente, etico. C’è quindi un’Italia che prende a cuore le urgenze nazionali e un’italia un po’ meno preoccupata, soprattutto dal punto di vista etico. E non ha paura di essere accusata di demagogia.
L’idea è veramente buona: inserire, attraverso un lavoro di ricognizione e valorizzazione, le architetture delle sedi Olivetti di Ivrea nella “Tentative List Unesco”. Questa candidatura a mio avviso va al di là della valorizzazione del semplice patrimonio di architetture moderne presenti ad Ivrea, della stessa opportunità di nuovo sviluppo locale per il territorio per diventare invece una giusta riconsiderazione del patrimonio totale dell’idea di Adriano Olivetti, proprio in un momento in cui sembra affermarsi un modello industriale delocalizato o “cinese”. Un patrimonio che è di tutti: degli operai e delle loro famiglie, dei molti manager italiani che sono passati attraverso la scuola dell’azienda di Ivrea, della popolazione del canavese, del Piemonte e del nostro Paese. L’invito quindi rivolto alle persone comuni e ai decisori politici locali è quello di sostenere l’impegno che la Fondazione Olivetti ed il Comune di Ivrea stanno portando avanti con coraggio. Per tutti noi.
Gad Lerner, in un recente post del suo blog, centra un punto importante, più politico a dire il vero che economico: la reticenza del Partito Democratico di fonte alla patrimoniale. Manca infatti, nelle proposte di Bersani, una vera tassazione sui grandi patrimoni che rimangono un vero e proprio tabù intellettuale. Sulle ragioni dell’introduzione di questa imposta lascio la descrizione allo stesso Lerner. Una considerazione più politica riguarda il fatto che se anche Luca Cordero di Montezemolo ritiene giusta l’introduzione della patrimoniale ed il Pd no, è davvero comprensibile come molti cittadini stiano abbandonando quelle forze che si ritengono nominalmente di sinistra, e non lo sono, e trovano maggiore affinità con chi non si preoccupa delle questioni nominalistiche ma che ritiene e richiede nei fatti che il risanamento si coniughi con una maggiore equità. Un’altra pietra, insomma, della necessità di superare nei fatti questa destra e questa sinistra.
L’intervista a Luca di Montezemolo (qui il testo completo dal Corriere della Sera)
«Stanno asserragliati in due chilometri quadrati nel centro di Roma, rinchiusi nei Palazzi della politica e non si rendono conto di quello che il Paese reale sta attraversando…». La domanda è lì, scende o non scende in politica, ma Luca Cordero di Montezemolo allarga il campo: «Non è questo il punto, adesso. Adesso è il momento di uscire dall’emergenza. Di ricostruire questo Paese. Di smetterla con il vizio antico della classe politica di rimuovere i fatti, anche la memoria di come si è arrivati a questo punto drammatico, pur di rimanere in sella. Non abbiamo mai sentito pronunciare da un politico una sola frase di assunzione di responsabilità».
Bastano meno di 24 ore per l’inizio del balletto Provincia sì/Provincia no: da 37 siamo già scesi a 29 salvando un piccolo mazzetto di province soprattutto a guida leghista quali ad esempio Sondrio, patria del Ministro Tremonti.Qualche mano lesta ha infatti fatto comparire nel decreto alcuni criteri limitativi al taglio tipo quello della superficie geografica ed altre amenità che permettono il dietrofront immediato sui tagli. Se fossi Trichet-Draghi un po’ mi verrebbe da pensare sulla serietà di qualche provvedimento.
Se, come sembra, esistono lettere che vanno e vengono tra il nostro governetto e i palazzi della Banca Centrale Europea, bisogna pensare che c’è – o sta nascendo – un governo europeo che sovraintende la politica economica del nostro Continente. Sulla sua eventuale forza non possiamo esprimerci meglio, dato lo scarso peso e la manifesta incapacità del nostro governetto che non può essere considerato se non come la periferia di qualunque imperium. La Francia sì, potrebbe essere un valido test per questo Leviatano economico, dato il sentore di declassamento che anche la Republique inizia a sentire. Sarebbe comunque utile saperne qualcosina di più sui meccanismi di questo governo transnazionale che non assomiglia al WTO o ad altri figlioletti di Bretton Woods. Magari per diversi anni abbiamo inteso male cosa fosse in realtà la famosa “mano invisibile”…
Eppure dovremmo essere il paese di Machiavelli. Quello buono per cui esiste la fortuna (che non è quella che pensate voi) e la virtù (idem). La fortuna per il fiorentino è come un fiume che può essere calmo ma può provocare anche inondazioni. La virtù sono invece gli argini, che nei momenti di calma devono essere predisposti e costruiti come per un fiume in piena. La virtù del politico può quindi domare la fortuna attraverso una accorta capacità di prevedere la piena ed il calcolo giusto nella progettazione di argini sicuri e ben costruiti.