I pediatri del Regina Margherita sono preoccupati: il nuovo “masterplan” della città della salute prevede pesanti tagli sui posti letto dell’ospedale per bambini. Lo dice Piero Abruzzese, Direttore della Chirurgia Universitaria Pediatrica del Regina Margherita, che aveva già segnalato in agosto il rischio di un ridimensionamento della disponibilità di cura pediatrica. Due aspetti sono da sottolineare nelle dichiarazioni di Abruzzese: i bambini non possono essere considerati dei piccoli adulti; non viene presa in considerazione la possibilità che le mamme stiano insieme ai propri bambini. Detto in semplicità, la possibilità di cura dei bambini deve prevedere logiche diverse rispetto a quelle degli adulti, altri parametri, altri strumenti, altri fini. Così come far regredire un elemento fondametale della cura del bambino quale la presenza di un famigliare è inaccettabile, retrogrado, fuori dal tempo, regressivo. Abruzzese, che è portavoce di un gruppo di operatori sanitari che ha firmato l’appello, si è rivolto al Sindaco di Torino, Piero Fassino perchè si ricordi di un leit motive della sua campagna elettorale che voleva Torino come città a misura di bambino. Non si sa cosa potrà fare il nostro Sindaco e comunque credo che non si tirerà indietro per svolgere la sua pressione morale. Il problema che rattrista è che non è il Sindaco di Torino che deve metterci una pezza, ma i programmatori sanitari, coloro che studiano e decidono la scala delle priorità, delle esigenze e le proiettano nel tempo tentando di commettere meno errori che si può. La porta a cui si deve bussare è quella della Regione: sperando che tutto questo sia un brutto sogno.