Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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Blog Leonardo: il migliore di quest’ultimo periodo

Voghera is burning
Trenta giorni fa:
“Benvenuti al Laboratorio di Opposizione… cosa sono quelle facce mogie? Lasciatemi indovinare. Avreste preferito essere ammessi al Laboratorio di Governo, vero? Beh, non si può aver tutto dalla vita. E comunque vi svelerò un segreto”… (continua)

Vi rimando al migliore blog che ho letto – e continuo a leggere – in quest’ultimo periodo:
il blog di Leonardo: http:// leonardo.blogspot.com/

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Giorgio Cardetti

Un saluto di commiato a Giorgio Cardetti, mancato ieri, che fu sindaco di Torino in anni difficili e che ebbi, incidentalmente, modo di conoscere ed apprezzare personalmente. 
Il ricordo dei suoi compagni

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Lomborg: cambiamenti climatici e priorità

Una buona lettura da fare in estate, quando forse si sbollentano alcuni “astratti furori” invernali, è l’ultimo saggio di Biorn Lomborg (già autore dell’Ambientalista scettico) che si intitola “Stiamo Freschi” edito da Mondadori.

Devo ammettere che Lomborg mi piace, malgrado le sue tesi siano da maneggiare con cura e perizia. Ma chiunque si occupi in maniera seria di questioni ambientali, non può prescindere dai dati che presenta (è uno statistico), oltre all’utile esercizio di passare al suo vaglio le proprie idee. Una sorta di avvocato del diavolo.

Lomborg non contesta, come molti pensano, l’esistenza di un cambiamento climatico. Quello che mette in discussione è la priorità data a soluzioni come la riduzione delle emissioni di CO2. Così inizia a snocciolare dati con a dimostrazione che le costosissime azioni previste dal Protocollo di Kyoto in realtà non reggono ad una sorta di analisi costi-benefici, non portano a benefici tangibili, soprattutto se confrontate con altre priorità ed altri strumenti. Per fare un esempio è interessante confrontare Kyoto con la proposta di far destinare ad ogni Stato almeno lo 0.05% del proprio Prodotto Interno Lordo a favore della ricerca scientifico-tecnologica rivolta a nuove fonti combustibili meno costose e soprattutto più accessibili.

Non solo. L’effetto di impiegare risorse numericamente ingenti sulla spesa sociale, tipo alleviare la povertà, combattere l’aids, prevenire la malaria o fornire infrastrutture per l’accesso all’acqua, provocherebbe una specie di “effetto di trascinamento” colmando il divario sociale, economico e tecnologico che produrrebbe effetti senz’altro più sensibili anche sul versante ambientale. In sostanza il richiamo di Lomborg sottolinea la necessità di operare scelte scientificamente ponderate rispetto a slanci emotivi. Le contraddizioni segnalate sono infatti molteplici e non ultima è quella che il concentrarsi su obbiettivi a lungo termine possa ingenerare un effetto di smarcamento degli attuali decisori politici che lascerebbero a quelli futuri il compito di impegnare queste risorse, spostando quindi “più in là” l’onere di ottenere anche il consenso politico sulla spesa di risorse certamente non infinite. Con una piccola parte dei costi necessari ad abbattere le emissioni di biossido di carbonio, potremmo invece intervenire in modo risolutivo su problemi che toccano da vicino la grande maggioranza degli abitanti del pianeta – fame, povertà, malaria, AIDS, mancanza di acqua potabile e fognature – salvando milioni di vite nel giro di pochi anni.

L’autore comunque non appoggia certamente un governo “economico”, ma continua a privilegiare la decisione politica rispetto a quella economica, considerazione da non sottovalutare nell’attuale panorama generale di ruolo e funzione delle governante a livello locale ed internazionale. Ma rimane comunque il fatto che l’efficacia e l’efficienza delle politiche non possa essere superato da un semplice richiamo emotivo, ma che, nel rendere conto alle future generazioni delle priorità e delle scelte compiute ci consentano di dire che “non abbiamo fatto solo qualcosa che ci faceva sentire bene, ma qualcosa che faceva davvero bene”. Al mondo.

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Verdi e PdCI: la tristezza del vuoto pneumatico

Dire che mi sarei aspettato di più per le sorti della Sinistra dai Congressi di Verdi e PdCI forse sarebbe falso. Certamente mette tristezza vedere che i 2/3 della Sinistra non siano approdati a nessun risultato utile. Prima di tutto per la riconferma dello stesso personale politico che ci ha gioiosamente portati alla catastrofe (e qualcuno provi soltanto a “ventilare” la novità della Francescato), ma soprattutto per la completa  afasia progettuale politica. Mentre infatti Oliviero Diliberto continua a battere i piedi per essere riaccettato da Rifondazione – e che nemmeno Paolo Ferrero ritenga utile fare aperture la dice lunga – dai verdi ( ma guarderemo meglio le conclusioni questi giorni) non è emersa nessuna proposta politica. Il vuoto pneumatico quindi, con l’unica idea di tentare un salvataggio in extremis per le elezioni europee del prossimo anno. L’unica strada quindi per rifondare la sinistra non può quindi che passare davvero dalle persone e da una critica senza sconti, visto che gli apparati politici tendono ad autoperpetuarsi e al momento non sembrano in grado di proporre nulla di effettivamente vitale per il futuro. Credo che dopo il nostro Congresso di Rifondazione il tempo scada ed inizierà il conto alla rovescia. Potrebbe essere anche una nuova occasione

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Il gioco della politica

Divertente ed interessante il sito del gioco della politica dove è possibile proporre e votare disegni di legge e proposte varie in uno scambio tra “cittadini” che diventano “politici” e viceversa. L’approvazione o la bocciatura passano attraverso la votazione del web. Diviso in diverse aree di argomento (dall’economia alla pubblica amministrazione e via discorrendo) le proposte e le votazioni hanno una scadenza temporale e la possibilità di commentare le proposte.

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Lo stato delle cose

Raggiungo per il fine settimana la famiglia in una normale spiaggia del Sud. Saluti e chiacchiere come sempre. Si slitta sulla situazione economica, sullo stato della giustizia, sul costo del petrolio. Del Congresso del mio Partito, delle beghe Vendola-Ferrero nessuno sembra interessato. Di Diliberto e della Francescato non sanno neanche cosa siano. Sic transit gloria mundi. Questo è lo stato delle cose…

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Fuga di materiale radioattivo in Francia

( Dal web di Le Monde) L’autorità per la sicurezza nucleare francese, ha chiesto alla SOCATRI (filiale di AREVA) di sospendere l’attività della stazione di trattamento nella centrale nucleare di Tricastin, dove si è verificata una fuga accidentale di uranio lunedì sera scorso, e di predisporre “misure immediate di messa in sicurezza” della stazione di trattamento. Circa 20 m cubi di effluenti, contenenti 240 Kg di uranio, sono stati dispersi nell’ambiente martedì 8 luglio.

L’autorità stima ugualmente che “la gestione della crisi ha mostrato lacune in materia di informazione da parte dei poteri pubblici.

Intanto le autorità prefettizie hanno deciso di vietare il consumo e l’uso dell’acqua delle captazioni private nei comuni di Bollene, Lapalud e Lamotte-du-Rhone, il consumo del pescato, le attività nautiche e la balneazione nei tre corsi d’acqua della zona.

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Tasse sul lavoro: Confindustria di lotta e di governo

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Se non lo sapevate, la Sinistra ha un alleato di tutto rispetto contro le politiche del Governo Berlusconi. Ne fa fede un editoriale comparso a firma di Guido Tabellini comparso domenica 6 luglio sul Sole24ore, dove alla domanda su che cosa può fare la politica economica di fronte all’aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti agricoli, boccia come inadeguata la risposta dell’Esecutivo. Il Governo infatti afferma che sul fronte interno c’è poco da fare dati i vincoli di bilancio, mentre sul fronte “esterno” bisogna mobilitare i governi europei contro la “speculazione”.
Tabellini ribatte, in maniera articolata, che gli effetti di questo shock dovrebbero essere contrastati attraverso la politica fiscale mediate lo strumento della riduzione delle imposte sui redditi da lavoro: da un lato scenderebbero i costi di produzione; dall’altro si darebbe sollievo al reddito disponibile delle famiglie, soprattutto di quelli bassi che, in proporzione, sono state più colpite. La possibile obiezione che un aumento della disponibilità delle famiglie, aumenterebbe la domanda interna e quindi aumenterebbe l’inflazione, viene bloccata sul nascere analizzando i dati conosciuti sui consumi interni. Tra gennaio e maggio, infatti, gli acquisti sono scesi di circa il 2%, segno di una economia stagnante che indica come il rischio di una domanda interna troppo forte, semplicemente non esiste. Anzi, paradossalmente la detassazione sui redditi da lavoro potrebbe indurre una maggiore moderazione nei rinnovi contrattuali (data la maggiore disponibilità delle famiglie) consentendo di difendere il potere d’acquisto senza scatenare rincorse tra prezzi e salari.
Anche la risposta di Tremonti non sembra convincere. Il Ministro afferma che mancano le risorse e che “se il Prodotto Interno Lordo dovesse riprendere a correre si potranno restituire i soldi ai contribuenti”. La risposta a questa obiezione è netta. Se questa fosse l’impostazione, avremmo una politica fiscale a cicli che amplifica i problemi esterni: se le cose vanno male si tira la cinghia, quando vanno bene anche la politica fiscale diventa espansiva, cioè più generosa. Esattamente il contrario di quanto di dovrebbe fare. E se oggi paghiamo precedenti scelte sbagliate – cioè l’occasione sprecata di un risanamento quando le entrate crescevano – queste non sono una scusa per continuare a sbagliare. Sicuramente necessario preoccuparsi dei vincoli di bilancio. Ma se i provvedimenti sul versante “spesa” sono individuati con precisione, questi possono essere anche differiti nel tempo senza, per questo compromettere, la credibilità del percorso di rientro dal debito. Firmato: Confindustria. Di lotta e di Governo.

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Berlusconi e girotondi: la politica dei gamberi

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Mentre girotondi e magistratura polarizzavano l’attenzione sul Berlusconi formato “politica interna”, in pochi si sono accorti della debacle in politica estera a cui il Presidente del Consiglio consegnava il nostro Paese. Ma l’abilità politica dell’affabulatore di Arcore e l’incapacità di analisi della nostra opposizione non sono nuove, con il risultato di sostituire alla lotta politica puntuale ed incalzante sui contenuti, l’opportunità per la destra governativa di lasciare smembrare e dividere l’opposizione sul nulla.
Non sono sfuggite, infatti, ai commentatori di politica internazionale nostrani ed d’oltralpe, almeno tre elementi qualificanti della nostra politica estera, tutti concentrati durante il G-8 giapponese.

Nel primo siamo riusciti dapprima ad essere d’accordo con la proposta di compromesso sulla questione dello Zimbabwe avanzata dal Presidente del Sudafrica, per poi allinearci invece alle sanzioni decise dagli altri Paesi occidentali. 
Nel secondo, dopo aver cercato in tutti i modi di entrare nel gruppo dei 5+1 (Consiglio di sicurezza + Germania) – vendendo un prestigio che evidentemente possiediamo – abbiamo dovuto subire il semplice veto escludente espresso dalla Germania, ripiegando con dichiarazioni che hanno del surreale: “non è per noi una priorità partecipare al 5+1 (…) abbiamo con la Russia interessi commerciali radicati in Iran con aziende che lavorano lì”, facendo passare l’idea che la diplomazia italiana agisce, per il disarmo nucleare di Teheran, attraverso una diplomazia “parallela” fatta di interessi economici, agita in sostanza attraverso le imprese italiane.
Nel terzo abbiamo assistito alla nostra completa incapacità di agire politicamente come Stato sovrano autonomo, senza nessuna voce. È successo infatti che la Casa Bianca abbia diffuso un “kit” alla stampa in cui il nostro Premier veniva disegnato come leader “discusso” di un Paese vitima della corruzione. Anziché segnare con forza una risposta adeguata che ristabilisse il giusto prestigio internazionale dell’Italia, si è deciso di lasciar correre, come se nulla fosse successo.
Credo che le persone che, legittimamente, hanno manifestato in Piazza Navona chiedendo una opposizione vera, desiderino più analisi politica che semplice invettiva. E l’impegno delle forze politiche a cui si rivolgono ad aiutare tutti a leggere meglio la realtà per agire sul merito, senza ridurre l’azione politica a semplice attacco personale.
Perchè se Berlusconi fa il gambero negando ciò che vendeva il giorno prima, neanche noi vogliamo tornare indietro, con le stesse ritualità e nello stesso luogo in cui, gli elettori del nostro Paese, ci hanno dato una pesante lezione.

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Impronte politiche





Gilberto Corbellini, con la consueta intelligenza, accosta due fatti apparentemente slegati riguardanti le impronte digitali, rilevando la “quasi surreale” contemporaneità del rilevamento delle impronte digitali da imporre ai bimbi Rom e la proposta del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, di riconoscimento della validità delle votazioni dei parlamentari sempre attraverso le impronte. La differenza vera è presto detta: i parlamentari potranno rifiutarsi di sottoporsi al sistema biometrico, i Rom no. Esiste però anche un secondo livello del problema, che ci proietta immediatamente tra le sfide future che la politica si troverà presto ad affrontare – e che per ora sta graziosamente continuando ad ignorare. Per dirla il più semplicemente possibile, la ricerca scientifica sta mettendo in mano alla politica strumenti con potenzialità veramente straordinarie e su cui il legislatore non ha ancora, a mio modesto avviso, riflettuto in maniera compiuta, pur iniziandoli ad utilizzare. “Procedere ad una identificazione biometrica” – rileva Corbellini – rimane una scelta politica e culturale. È una precisa responsabilità dei politici saper usare le più moderne tecnologie per migliorare la sicurezza dei cittadini, e allo stesso tempo evitare di alimentare reazioni che potrebbero far rivivere stagioni in cui le discriminazioni razziali producevano tragedie e sofferenze sociali”. Tanto più, ironia della sorte, che viene usato uno strumento scientifico – l’analisi biometrica e genomica – che ha ampiamente dimostrato che non esistono razze o etnie in senso biologico.

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