Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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Offline l’agenda del Presidente-eletto Obama dal sito change.gov

L’agenda di governo di Barack Obama è oggi offline: infatti è scomparsa tutta la sezione dal sito di transizione change.gov., che in definitiva riprendeva il programma con il quale Obama ha vinto le elezioni. Il fatto sembra spiegarsi con problemi legati alla normativa americana per cui i contenuti di un sito di propaganda elettorale non possono essere riportati “copia ed incolla” su un sito governativo, soprattutto a causa della regolamentazione dei finanziamenti elettorali. Sembra comunque, anche secondo il sito Techpresident che presto ricomparirà, a questo punto riveduta e corretta.

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Il programma di Obama per scienza e tecnologia




Grazie alla Redazione di APOGEONLINE, la traduzione integrale della sezione “tecnologia” del Programma  ufficiale del “Presidente eletto” Barack Obama comparso sul sito Change.gov, inaugurato dallo staff del Presidente, che rappresenta la base politica del mandato 2009-2012.

 

 

Il problema

Dobbiamo connettere i cittadini gli uni agli altri per coinvolgerli maggiormente e direttamente nella soluzione dei problemi che abbiamo di fronte. Dobbiamo usare tutte le tecnologie e tutti i metodi disponibili per aprire le porte del governo federale, creare un nuovo livello di trasparenza in grado di cambiare il modo in cui si conducono gli affari a Washington, e dare agli americani la possibilità di partecipare alle consultazioni e alle decisioni del governo in modi che fino a pochi anni fa non erano possibili.

L’America rischia di perdere terreno nell’economia globale: progressi rivoluzionari nell’ information technology, nelle biotecnologie, nelle nanotecnologie e in altri campi stanno dando una nuova forma all’economia globale. Senza nuovi sforzi, gli Stati Uniti rischiano di perdere la leadership nella scienza, nella tecnologia e nell’innovazione. In quanto a quota di Prodotto Interno Lordo, gli investimenti federali americani nella scienza e nella ricerca ingegneristica sono dimezzati dal 1970.

Troppi americani non sono pronti a prendere parte all’economia del 21° Secolo: un recente studio internazionale ha scoperto che le valutazioni nelle materie scientifiche degli studenti degli Stati Uniti sono peggiori rispetto a quelle degli studenti di altre 16 nazioni economicamente sviluppate, addirittura 20 nel caso delle abilità matematiche. Solo un terzo degli insegnanti di scienze delle scuole medie è qualificato a insegnare la propria materia e soltanto metà degli insegnanti di scienze matematiche ha una formazione in questa disciplina.

 

Il piano di Barack Obama e Joe Biden

 

Garantire il pieno e libero scambio delle idee attraverso un’Internet libera e il ricorso diversificato ai vari mezzi di comunicazione

Proteggere la libertà di Internet: Internet deve il suo successo al fatto di essere il network più aperto della storia. Deve continuare a essere tale. Barack Obama sostiene fermamente il principio della neutralità della rete per difendere i benefici della libera concorrenza su Internet.

Incoraggiare il pluralismo nella proprietà dei media: Barack Obama crede che le regole che assicurano il pluralismo nei media siano cruciali nel pubblico interesse. Sfortunatamente negli anni passati la Federal Communications Commission ha promosso le fusioni piuttosto che la pluralità. Da presidente, Obama incoraggerà la diversificazione nella proprietà dei media tradizionali, promuoverà lo sviluppo di canali sui nuovi media per l’espressione di diversi punti di vista e farà chiarezza sugli obblighi di interesse pubblico spettanti alle radio e alle tv che occupano le frequenze nazionali.

Proteggere i nostri bambini mentre difendiamo il Primo Emendamento: viviamo nell’era più ricca di informazioni che la storia abbia conosciuto e le persone che saranno in grado di sfruttarne i benefici saranno le persone che avranno successo nel 21° Secolo. Obama tiene in gran conto le libertà assicurate dal Primo Emendamento e il nostro diritto all’espressione artistica, e non considera l’attività normativa una risposta in questo settore. Il governo Obama fornirà ai genitori gli strumenti e le informazioni di cui hanno bisogno per controllare quello che i propri figli vedono in televisione e su Internet in modi del tutto rispettosi del Primo Emendamento. Per proteggere ulteriormente i bambini online, Obama e Biden sostengono la necessità di pene severe, di maggiori risorse nel farle valere e di strumenti giudiziari per l’applicazione della legge, oltre alla collaborazione tra le forze dell’ordine e il settore privato per identificare e perseguire le persone che abusano di Internet con l’obiettivo di servirsi dei bambini.

Salvaguardare il nostro diritto alla privacy: le piattaforme per la libera circolazione delle informazioni del 21° Secolo possono indurre le istituzioni a violare la privacy dei cittadini. Da presidente, Barack Obama rinforzerà le misure di protezione della privacy in funzione dell’era digitale e si servirà dell’efficacia della tecnologia per impedire violazioni governative o commerciali alla riservatezza  personale.


Creare una democrazia trasparente e connessa


Aprire le porte del governo ai suoi cittadini: L’amministrazione Bush è stata una delle più segrete e inaccessibili nella storia dell’America. Il progresso della nostra nazione è stato soffocato da un sistema corrotto da milioni di dollari in contributi lobbisti alle campagne politiche, dalla porta girevole tra governo e industria e dall’accesso privilegiato a informazioni interne – tutti motivi che hanno portato a politiche in favore di pochi piuttosto che nell’interesse pubblico. La presidenza Obama ricorrerà a tecnologie di punta per invertire questa dinamica, creando un nuovo livello di trasparenza, affidabilità e partecipazione per i cittadini americani.

Portare il governo nel 21° Secolo: Barack Obama e Joe Biden useranno la tecnologia per riformare il governo e intensificare lo scambio di informazioni tra il governo federale e i cittadini, garantendo nel contempo la sicurezza delle nostre reti. Obama e Biden credono nel popolo Americano e nelle loro intelligenza, esperienza, abilità e volontà di dare e ridare per fare in modo che il governo funzioni meglio. Obama nominerà il primo Chief Technology Officer (Cto) della nazione per assicurare che il governo e tutte le sue agenzie abbiano infrastrutture, linee di condotta e servizi adeguati al 21° Secolo. Il Cto garantirà la sicurezza dei network e gestirà i tentativi di interoperabilità tra le agenzie lavorando con i Chief Technology Officer e i Chief Information Officer di ciascuna agenzia federale, in modo da garantire che impieghino le migliori tecnologie disponibili e condividano le migliori pratiche. (continua)

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I progetti verdi di Obama: l’ambiente creerà 5 milioni di posti di lavoro




Barack Obama non ha fatto mistero che  l’ambiente rappresenti,  insieme alle guerre ed alla crisi  finanziaria, una  priorità, una linea d’azione strategica della   sua  Presidenza.  L’informazione  europea, però, non ha   documentato in maniera  esaustiva come il  nuovo  Presidente  Usa intenda aggredire il  problema ambientale,  dopo aver descritto durante la sua campagna   un pianeta in pericolo”.

Qualcosa inoltre inizia a trapelare dalla stampa americana. Una prima intenzione sarebbe quella di nominare un plenipotenziario unico –“zar” come descritto dal sole 24ore – per i problemi del clima e dell’energia, che coordini l’azione in campo ambientale dei diversi dicasteri. Oltre alla possibile formazione di un “consiglio di sicurezza nazionale” sui temi dell’energia.

Altra linea in tema di energia prevede la ricerca dell’indipendenza energetica e la riduzione del ricorso al petrolio, tenendo insieme due indirizzi che in europa sembrano antitetici: da una parte il via a nuove trivellazioni per la ricerca di petrolio e all’energia nucleare; dall’altra l’investimento in almeno 10 anni di almeno 150 miliardi di dollari per energia pulita e riconversione di vecchi impianti.

Per la produzione di energia elettrica in campo il progetto di arrivare al 10% di produzione da fonti rinnovabili (oggi fermo all’8%) entro il 2012.

Ma soprattutto l’attenzione sarà quella di spingere al massimo i programmi di efficienza energetica che dovrebbero creare almeno 5 milioni di “green collar”, di nuovi posti di lavoro nell’industria “verde”. Questo anche graie alla stima di miglioramento dell’efficienza energetica degli Stati Uniti del 50% e una contrazione del consumo di petrolio del 35%.

Svolta rispetto alle politiche di Bush sulle emissioni climalteranti: riportare il livello di emissioni a quello del 1990 entro il 2020 e riduzione dell’80% entro il 2050, soprattutto perseguendo la politica dei permessi di inquinamento venduti all’asta (cap and trade ).

Tutta la strategia sarebbe comunque inserita nelle prossime misure di stimolo economico per far fronte alla crisi.

L’idea di fondo che sorreggerebbe questo tipo di politiche sarebbe il collegamento stretto di ambiti diversi quali energia, ambiente ed economia, visti come sistema unitario e non affrontabile separatamente.

E non sembra che il neo presidente dorma sugli allori: Barack Obama avrebbe già in programma l’invio di propri rappresentanti ai prossimi negoziati della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terranno in Polonia a Poznan.

 

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Obama allontana Veltroni dal socialismo europeo

obama veltroni

Esiste un riflesso inaspettato sul Partito Democratico della vittoria   di   Barack Obama, che si può ritrovare nelle dichiarazioni di Giorgio  Tonini, gran consigliere di Walter Veltroni. “E’ chiaro che la  collocazione a livello di Unione Europea (del PD) – dice Tonini -  diventerà un pretesto di lotta interna, ma la realtà è che Obama  rafforza un orizzonte nuovo, nel mondo ed in Europa. Il primo passo  è  che il PD entri in un Partito Socialista Europeo (PSE) allargato ai riformisti ma, appunto, deve essere una tappa intermedia mentre si costruisce una prospettiva ex novo”.

L’impressione, non solo mia, è che il successo di Obama stia nei fatti allontanando il Pd dalla famiglia socialista europea. Proprio nel momento in cui si sta per aprire in Messico la nuova sessione dell’Internazionale Socialista, dove parteciperanno D’Alema e Fassino. Dove andranno i nuovi parlamentari europei che saranno eletti nel PD: gli ex DS nel PSE e gli ex popolari nel gruppo democratico? Rutelli l’altra sera al party del PD affermava che “il PD l’abbiamo fatto per costruire qualcosa di nuovo, non per finire in qualcosa di vecchio”. Al contrario degli ex DS che pensano ad una operazione di maquillage confederando il gruppo PD con quello del PSE.

Ma la parola più chiara sembra venire proprio dal leader Veltroni nello stesso incontro: ”i democratici americani diventano il nostro punto di riferimento”, dopo aver enfatizzato la vittoria di Barack Obama che avrebbe visto giusto con largo anticipo. Argomento che allontanerebbe il PD dall’Internazionale socialista per farlo approdare ad un gruppo autonomo costruito sulla falsariga dei democratici americani.

 

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Recessione ecologica. Pubblicato il living planet report

Lancio mondiale del “Living Planet Report” del WWF (qui il link) in collaborazione con la Società Zoologica di Londra e il Global Footprint Network

“L’umanità è in debito ecologico nei confronti del Pianeta, c’è un terzo di pianeta sottoforma di acqua, suolo fertile, foreste, risorse ittiche che l’umanità consuma freneticamente  ma che in realtà non esiste perché ancora non si è potuto rigenerare.
Quello che nel 1961 era ancora un credito rispetto al nostro utilizzo di risorse si è trasformato in un debito crescente.
Negli ultimi 45 anni la domanda dell’umanità sul pianeta è più che raddoppiata in conseguenza dell’incremento demografico e dei crescenti consumi individuali.
E’ questo il duro monito contenuto nell’ultima edizione del Living Planet Report del WWF, la principale analisi dello stato di salute del pianeta lanciata oggi al livello mondiale.
Il Report viene pubblicato dal 1998 e, a partire dal 2000, ogni due anni (l’attuale è la settima edizione del Rapporto).
Nell’edizione del 2008 viene resa nota, per la prima volta, la misurazione l’Impronta idrica, sia al livello nazionale che globale che si aggiunge come indicatore aggregato agli altri due, ovvero, l’Impronta Ecologica, l’analisi della domanda di risorse naturali derivante dall’attività umana, e l’Indice del Pianeta Vivente, la misurazione dello stato di salute dei sistemi naturali.
L’Indice del Pianeta Vivente, compilato in particolare dalla Società Zoologica di Londra, mostra come dal 1970 si sia verificato il declino complessivo della biodiversità (della ricchezza della vita sul pianeta) di circa il 30% tenendo conto dell’analisi di circa 5.000 popolazioni di 1.686 specie di animali vertebrati (mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci).
Nelle aree tropicali la riduzione è più drammatica che altrove, essendo al 50%, e le cause principali sono costituite dalla deforestazione e dalle modificazioni  dell’uso del suolo; per le specie di acqua dolce le cause principali sono l’impatto delle dighe, la deviazione dei corsi fluviali e i cambiamenti climatici (per un declino del 35%). Gli ambienti costieri e marini invece soffrono soprattutto di inquinamento e di pesca eccessiva o distruttiva.”

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Jacques Attali: la nostra America

Le elezioni americane rappresentano una posta considerevole per gli Europei. Non solo perché quel paese rappresenta ancora più di un quarto dell’economia mondiale e perché la sua buona salute è essenziale alla nostra, ma soprattutto perché il modo attraverso cui il prossimo presidente degli Stati Uniti, chiunque esso sia, sarà il finanziatore delle soluzioni degli enormi problemi dell’America che avranno un enorme impatti su di noi. E di questo i candidati non hanno parlato.

Perché le spese budgettarie americane saranno enormi:per stabilizzare il mercato immobiliare, disporre dei prestiti ipotecari, trovare abitazioni meno care per coloro che non possono più pagare le proprie, evitare l’asfissia del sistema bancario, migliorare le infrastrutture delle città e degli Stati (per un importo valutabile in 1600 miliardi di $). Bisognerà anche aumentare l’indennità di disoccupazione e le borse di studio, sarà necessario milgiorare il sistema sanitario (40 milioni di persone non possiedono copertura sanitaria, lamortalità infantile è lì superiore a quella della Slovenia e la speranza di vita diminuisce). Bisognerà infine continuare ad aumentare le spese militari (che sono raddoppiate dopo il 2000, ma che restano largamente inadeguate).

Per finanziare tutto questo, il prossimo presidente americano dovrà compiere delle scelte che influenzeranno il nostro futuro: maggiori imposte, e andremo senza dubbio in recessione; aumento del deficit ed assisteremo sicuramente alla caduta del dollaro.

Il prossimo presidente dovrà anche fare in modo che gli americani producano prodotti competitivi, economizzino l’energia, sviluppino auto a trazione elettrica, riorientino le loro produzioni agricole, cessino di vivere al di sopra dei loro mezzi, tutte sscelte che avranno su di noi conseguenze, perché potranno fare dell’industria americana un concorrente su tutti i mercati mondiali.

Noi abbiamo interesse che l’America vada meglio; ma se gli Americani, una volta di più, riporteranno le loro contraddizioni sul resto del mondo, ci faranno pagare, ancora una volta, i loro debiti e si rimetteranno a vivere a credito.

Discutere del suopogramma con il prossimo presidente degli Stati Uniti è dunque essenziale. Questo dovrà costituire un elemento fondamentale della prossima conferenza internazionale del 15 novembre a New York. Ed ancora bisognerà avere il coraggio di dirgli, molto fermamente, che il resto del mondo dovrà ormai esercitare un diritto di ingerenza sulla politica economica degli stati Uniti…

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Lettera dall’Università: senza cultura scientifica ritorno al Medioevo

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Roma, 15 ottobre 2008

Al Presidente della Repubblica
Al Senato della Repubblica
Alla Camera dei Deputati della Repubblica

La carenza di cultura scientifica rischia di far perdere al Paese la competizione futura, facendolo fuoriuscire dal novero dei Paesi sviluppati ed anche subordinandolo ad alcuni Paesi emergenti molto attivi.
La cultura scientifica è infatti alla base di numerosi settori chiave dell’economia e del progresso, la carenza della stessa in un mondo a tecnologia avanzate, produce approcci inconsapevoli che richiamano aspetti del Medioevo.
La temuta espressione di volontà di effettuare tagli di risorse nel settore della scuola ci preoccupa come Ordini professionali, Società Scientifiche ed associazioni di categoria, ed anche come comunità..

Lo sbilanciamento tra laureati in discipline umanistiche e giuridiche e quelli in discipline scientifiche è l’epilogo di un lungo percorso che ha visto la struttura scolastica nazionale organizzarsi, culturalmente e didatticamente, proprio in modo tale da favorire in misura significativa tale sbilanciamento, aggravandolo ulteriormente e producendo i risultati negativi evidenziati dall’O.C.S.E..

L’istruzione, l’educazione e la formazione scientifica sono compiti affidati allo Stato che li deve promuovere e perseguire nell’interesse, presente e futuro, di ciascuno di noi e di tutta la collettività.

La sottovalutazione della necessità di dare conoscenze scientifiche e non mere nozioni superficiali, ha portato nel tempo a depotenziare l’insegnamento delle scienze sperimentali nella scuola, creando effetti paradossali e deleteri, sia nel mondo della scuola sia nel mondo del lavoro.

Proporre, per meri motivi di bilancio, la riduzione delle ore di insegnamento delle scienze sperimentali, l’azzeramento dell’insegnamento qualificato della Chimica, l’accorpamento di discipline scientifiche distinte ed autonome, affidandone l’insegnamento a docenti privi di una preparazione specifica a livello accademico, requisito irrinunciabile anche per le necessarie attività di laboratorio, che non potranno mai essere gestite adeguatamente ed autonomamente da docenti o non laureati, è inaccettabile nell’interesse del Paese.

Proponiamo al contrario una totale rivoluzione che aumenti la qualità e la quantità dell’insegnamento scientifico qualificato in tutti gli Istituti di istruzione secondaria superiore, nonché l’introduzione dell’aggiornamento obbligatorio del corpo docente e la sua utilizzazione anche per la divulgazione e l’educazione scientifica degli adulti.

Il corrispondente investimento di risorse che si renderebbe necessario è funzionale alla indispensabile crescita economica..

Per questo facciamo appello all’alto Ufficio del Presidente della Repubblica, al Parlamento, alla sensibilità della comunità scientifica italiana affinché non soltanto si arresti il degrado della nostra Scuola, ma si operi correttamente per la sua valorizzazione e la sua crescita.

Riteniamo che la valenza della questione, sia materia propria del Parlamento, per gli effetti nel lungo periodo sia per i singoli che per la collettività. Il susseguirsi negli anni, e al di là del
merito di numerosi (troppi) decreti Ministeriali, non può essere condiviso quale metodo per una riforma di siffatta portata.

Al Governo a cui ci siamo già rivolti, chiediamo il massimo impegno e la condivisione, pronti a offrire un leale ed ampio contributo.

Infine torniamo a chiedere, come abbiamo già fatto negli anni passati, che si vari un programma strategico per la Chimica, a favore di giovani ricercatori per lo sviluppo di nuovi materiali rinnovabili e rispettosi dell’ambiente e per la ricerca di nuovi combustibili.

Deferenti ossequi.

Prof. chim. Luigi Campanella – Presidente SCI
Prof. chim. Armando Zingales – Presidente CNC
Prof. chim. Giorgio Cucciardi – Presidente AIC

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USA: Venti dollari a chi va al lavoro in bicicletta

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Se lasci l’auto in garage e vai al lavoro in bicicletta, alla fine del mese avrai 20 dollari, esentasse, in più in busta paga. Questo il provvedimento che entrerà in vigore dall’estate 2009 negli Stati Uniti approvato nel Bicycle Commuter Act dalla Casa Bianca. La cifra erogata sarà esentasse anche per le aziende direttamente chiudendosi quindi il cerchio virtuoso. L’intera operazione costerà al governo qualcosa come 10 milioni di dollari in 10 anni. I benefici vengono inoltre estesi anche a coloro che non usano la bici per spostarsi al lavoro, ma ne fanno comunque un uso costante, a patto di dimostrare l’attività o il reivestire la cifra nell’acquisto di una nuova bicicletta o di accessori legati all’attività ciclistica.
Chiaramente soddisfatto il Presidente della Lega dei ciclisti americani Andy Clarke che sottolinea come per la volta si riconoscono incentivi pubblici alla pari con quelli previsti per chi utilizza il trasporto pubblico. Da non trascurare, come rilevato dalla stampa americana, anche l’impatto sulla salute di una popolazione in cui le soglie di obesità hanno raggiunto livelli di guardia.

Da pensare anche in Italia.

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Manuale per il censimento delle opere in alveo

Segnalo il link dove è reperibile il “Manuale per il censimento delle opere in alveo“, recentemente presentato dall’Assessorato Risorse Idriche, Qualità dell’Aria, energia, Difesa del Suolo alle Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) della Provincia di Torino. Il manuale, scritto in linguaggio semplice e comprensibile, è sicuramente un valido strumento per tutti coloro che vogliono accostarsi ai problemi dei fiumi e dei corpi idrici in generale, alla comprensione dei sistemi di difesa, opere di derivazione e di immissione, classificazioni che la Provincia di Torino e la Regione Piemonte propongono. Le diverse opere presenti sui corsi d’acqua, vengono presentate sotto forma di schede di immediata comprensione, corredate anche da fotografie e disegni che ne permettono il rapido riconoscimento. L’opera permette anche di conoscere elementi di base sul dissesto idrogeologico, sull’ecologia e morfologia dei corsi d’acqua e sull’impatto delle opere sull’ecosistema fluviale.
www.provincia.torino.it/ambiente/risorse_idriche


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Crisi finanziaria ed elezioni europee.





Crisi finanziaria globale ma interventi a scala locale: questo è in sintesi il panorama a cui stiamo assistendo in questo periodo. Eppure il fatto di essere a pochi mesi dalle elezioni europee dovrebbe accendere l’interesse dei gruppi politici  nel richiamare – o rifiutare – visioni più ampie anche dei problemi finanziari, indicando linee d’azione che dovrebbero rispondere a quesiti cui si troverà di fronte l’elettore medio nel giugno prossimo. Invece assistiamo ad una radicalizzazione della discussione sulla riforma delle modalità di voto, che sembra essere più rivolta a chiudere conti interni – sia nei partiti che tra partiti – che ad occuparsi di problematiche riguardanti il  Parlamento Europeo.
Eppure è sotto gli occhi di tutti la necessità di risposte coordinate più ampie soprattutto oggi che la politica nazionale non appare così adeguata a risolvere le sfide sul tavolo. Perché è necessario che la politica ragioni su scala transnazionale e colga l’opportunità del rinnovo degli organi dell’Unione Europea?

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