Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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Incentivi alla rottamazione auto: è vera gloria?

scappamentoSiamo sicuri che gli incentivi alla rottamazione secondo l’attuale schema siano un fattore positivo? Se ci rifacciamo a qualche piccola suggestione della teoria microeconomica, qualche dubbio potrebbe essere legittimo.
Innanzitutto ridurre il prezzo tout court ne accresce semplicemente la domanda. Ma lo fa riducendo comunque la domanda futura, senza nessuna strutturalità in quanto il sussidio è temporaneo. Questo aumento di domanda si ripercuoterebbe, poi, negativamente sugli altri beni simili (beni durevoli) perché il portafoglio di ognuno di noi non è infinito e l’acquisto di nuove automobili inibirebbe il mercato, ad esempio, di elettrodomestici. Il calo dell’acquisto di altri beni porterebbe inoltre al minor introito di gettito fiscali di questi prodotti, mettendo in discussione che la manovra sulle auto sarebbe a costo zero per lo Stato. Inoltre gli altri settori rivendicherebbero, con una certa ragione, uguali aiuti dallo stato.
Ma soprattutto si colpirebbe veramente l’efficienza vera dell’uso delle risorse impiegate dalla comunità. In sostanza il prezzo pagato da chi compra quel tipo di merce, risulterà minore del costo che la società, nel suo insieme, spende per produrlo. E seguendo l’economia ambientale anche successivamente per smaltirlo. Dato inoltre che verranno prodotti e venduti “sottocosto” molti più prodotti, questa inefficienza nell’impiego delle risorse si moltiplica ed aggrava rispetto ad una situazione standard.
Meno che mai, gli incentivi alla rottamazione, anche mettendo in circolazione nuove automobili con standard di emissione ridotte, aiuta nella guerra che gli amministratori locali si trovano a combattere per la riduzione dello smog. Come più estesamente indicato in un precedente post, “la riduzione di emissioni guadagnata per ogni singola vettura viene abbondantemente compensata dagli oltre 5 km pro capite in più percorsi ogni giorno e dalla continua crescita del parco auto in Italia che continua a gonfiarsi con oltre 200 mila macchine l’anno”.
Se comunque si devono prevedere misure di incentivo/disincentivo, si possono prendere in considerazione alcune idee e sperimentazioni ancora poco conosciute (California, Ontario ecc.) che avevamo precedentemente segnalato.
Un efficace strumento che impiega la leva economica e che non si discosterebbe come costi rispetto alla rottamazione, potrebbe essere quello della tassa/sconto. In sostanza al momento dell’acquisto di una autovettura, il cliente dovrebbe pagare una tassa oppure ottenere uno sconto, entrambi di entità variabile, a seconda di quanto il veicolo comprato sia efficiente. Secondo alcune esperienze in sostanza le tasse compenserebbero i rimborsi (Hawken, Lovins:capitalismo naturale 2007). Se si volesse raffinare ancora meglio questa strategia si potrebbe calcolare l’importo della tassa/sconto in base a quanto la nuova auto è più efficiente rispetto al veicolo precedentemente posseduto, che deve comunque essere demolito e non rivenduto. A margine la modifica della stessa imposta provinciale (IPT) sulle nuove immatricolazioni potrebbe rappresentare la tassa da rivedere secondo questi nuovi criteri. Il meccanismo favorirebbe la concorrenzialità, premiando i produttori di auto efficienti e stimolandone maggiormente la ricerca e commercializzazione di veicoli sempre meno inquinanti. Non da ultimo questo nuovo meccanismo di incentivo produrrebbe un’occupazione dell’industria qualitativamente migliore, anche mantenendo l’attuale forza quantitativa.

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I figli di Eluana

Credo che esista un limite per tutto. Se il Presidente del Consiglio del mio Paese dice – regolarmente dietro le insegne della Repubblica Italiana – che Eluana Englaro non è in morte cerebrale, passi: non è un tecnico della materia ed al limite penso che dia semplicemente fondo alla sua ignoranza ed incompetenza. Se teorizza che un segnale elettrico cerebrale possa far pensare ad un suo risveglio, idem come sopra. Ma se dichiara che Eluana può avere dei figli, beh, qui si è passato davvero il limite della decenza e credo sia immediatamente evidente a tutti la mancanza di rispetto verso la persona e verso l’intelligenza delle persone che lui governa. Rimane il fatto che tutto questo viene dichiarato pubblicamente ed in una sede ufficiale, appunto sotto le insegne del mio Paese. Provo un senso di disgusto profondo.
P.S. Il problema vero è che uno potrebbe anche andare a dormire tranquillo se sapesse che qualcuno lavora per difenderti… Mi sa che stasera resto sveglio.

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Sinistra per un patto Laico – Riformista. Incontro positivo Fava Nencini

nencini
Iniziano le manovre a Sinistra per la formazione di una lista Laico- Riformista di Sinistra. Oggi infatti si registra l’incontro tra il segretario del Partito Socialista Riccardo Nencini ed il leader di Sinistra Democratica Claudio Fava, avvenuto nell’ambito del giro di favaconsultazioni tra alcuni dei partiti che hanno costituito il “Comitato per la Democrazia” a difesa della possibilità di rappresentanza di tutti i partiti per le prossime elezioni europee. In una nota si è affermato come ” il colloquio sia stato positivo e costruttivo e come la strada politica intrapresa non potrà che avere effetti positivi per la democrazia italiana”.Nella giornata di oggi, l’infittirsi dei colloqui era stato anche segnalato da un articolo comparso sul “Messaggero” di Roma, dove la notizia di movimenti a sinistra per la costruzione di un patto Laico Riformista era più articolata. Lo stesso Alfonso Gianni, area Vendola , commentando la necessità della costruzione di una lista di Sinistra con Partito Socialista, Verdi, SD, radicali e che registrava la contrarietà di Ferrero (PRC) ha infatti affermato: …il campo di partenza è destinato a restringersi, ma con Verdi, socialisti ed altri il discorso è avviato”. Volontà confermata dal portavoce del Partito Socialista, Stefano Romita che smentiva accordi con il PD aggiungendo:” Stiamo invece lavorando per una bella lista con radicali e verdi passando per Vendola e Fava”. La strada imboccata sembra essere quella giusta, anche se ognuno di noi potrà formulare mille distinguo e storcere il naso per qualche presenza. Ma questa può essere la sola vera risposta politica in positivo al corto respiro della politica del Partito Democratico.
L’impegno a questo punto che tutti noi dobbiamo darci è fare in modo che questo processo venga rafforzato e che si inizi un percorso immediato anche a livello locale costruendo patti di alleanza per una sinistra Laico – Riformista che possa competere anche a livello locale per le prossime elezioni amministrative. Per ciò che mi riguarda inizierò immediatamente a lavorare in questo senso.

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Deontologia medica e denuncia clandestini

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Divieto di segnalazione. Medici ed infermieri contro la segnalazione degli stranieri che accedono agli ospedali

divieto di segnalazioneMedici Senza Frontiere (MSF), Premio Nobel per la Pace 1999, esprime preoccupazione e allarme per le conseguenze della possibile approvazione, il prossimo 3 febbraio, dell’emendamento 39.306 presentato in sede di esame del DDL 733 all’Assemblea del Senato, volto a sopprimere il comma 5 dell’articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 (Testo Unico sull’immigrazione) che sancisce il divieto di “segnalazione alle autorità” per il personale sanitario. Il suddetto comma 5 attualmente prevede che “l’accesso alle strutture sanitarie (sia ospedaliere, sia territoriali n.d.r.) da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”.
L’ambiguità conseguente a tale abrogazione e, di conseguenza, il concreto rischio di segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria creerebbe nell’immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l’accesso alle strutture sanitarie. Tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa “marginalizzazione sanitaria” di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio, anche aumentando i fattori di rischio per la salute collettiva.
In quanto organizzazione medica umanitaria, insieme a SIMM, ASGI e OISG, abbiamo lanciato un appello (www.divietodisegnalazionemedicisenzafrontiere.it) per chiedere ai Senatori di non abrogare il suddetto principio, appello al quale hanno aderito la Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, la Federazione degli Infermieri e la Federazione delle Ostetriche, oltre a centinaia di associazioni della società civile.

Per leggere l’appello e sottoscriverlo

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Juventus – Cagliari: 2-3 con il sorriso in bocca.

Infiltrato nel settore abbonati della Juventus, con sciarpa rossoblu regolarmente in tasca, questa sera ho goduto come un riccio guardando un grande Cagliari che vinceva 3 a 2 dopo essere andato in svantaggio per 2 a 1. Buona squadra veloce, che tagliava come il burro il centrocampo e la difesa della Juventus e lottava sui palloni senza scomporsi. azioni sempre ordinate e con la sensazione di schemi mandati a memoria e che funzionavano a meraviglia. Non è stato solo contropiede, ma davvero un Cagliari ordinato e veloce che dopo essere passato in vantaggio ha dovuto subire la rimonta della Juve. Ma è riuscito a giocare con freddezza, senza dare l’impressione di ansia. Soprattutto mi è sembrato un Cagliari con il sorriso in bocca. Se continua così potrà arrivare dove vorrà.

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Legge elettorale e biologia: il parassitismo




Al di là delle piccole polemiche e beghe di bottega, la nuova legge elettorale per le europee (con sbarramento al 4%) sicuramente consoliderà l’idea che le regole democratiche possono essere piegate dalla semplice convenienza del momento. Convenienza non dell’elettorato, ma dei raggruppamenti che in nel tal momento possiedono maggiore forze. Raggruppamenti che possono essere anche diversi dai partiti politici e che possono ottenere convenienze su altri argomenti: giustizia, sanità, industria e via dicendo.

Dal punto di vista strettamente politico è chiaro che la stessa capacità di innovazione politica ( e la capacità di diversa offerta) viene fortemente menomata, data la difficoltà stessa di presentarsi e di ottenere l’attenzione dei cittadini votanti, che decideranno nel tempo se premiare o meno quell’offerta. Il rischio potrebbe a questo punto essere rappresentato dal tentativo di superare questo cono d’ombra mediate azioni, sotterfugi o altra modalità diversa dalla via elettorale che, almeno fino a oggi, mi sembrava essere quella individuata al momento della formazione del nostro Stato nel 1946. E, specularmente, il fatto che il Partito Democratico per restare in piedi debba ricorrere a questi artifici, ne farà fallire la sua presunta ragione fondativa: non il campione dell’innovazione politica, ma solamente l’unica cosa che resta in piedi, scoria del passato senza progetto se non quello di sopravvivere a spese altrui. In biologia questo atteggiamento viene chiamato parassitismo, e non sempre provoca la sopravvivenza del parassita e del suo ospite.

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Bresso come Soru?

Oggi nella riunione del Consiglio Regionale del Piemonte, al di là di mediazioni e cambiamenti di ordine del giorno, dovrebbe discutersi il caso che ha portato la Presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, a rendere disponibile una struttura sanitaria pubblica per accogliere Eluana Englaro e dare attuazione alla sentenza emanata dalla magistratura.
Non è qui intenzione entrare nello specifico dell’argomento, pur sostenendo le ragioni della Presidente, anche se aderirei ad altre modalità che non passino per la sospensione dell’alimentazione ed idratazione, convinzioni formatesi nei due anni in cui fui assistente medico di rianimazione in un grande ospedale torinese.
Rifletterei invece sulle conseguenze politiche che si stanno palesando e che vedono una evidente contrapposizione tra Bresso e parte della maggioranza che la sostiene. A dire il vero con parte dello stesso Partito Democratico, in quanto gli altri alleati sembrano decisi ad appoggiare le tesi della Presidente.
Il risultato della discussione di oggi, infatti, potrebbe tradursi con un voto da parte degli esponenti ex-margheritini che appoggiano l’opinione del Cardinale Poletto uguale o che confluirebbe nei fatti con quello di settori del centrodestra. Anche se le forme possono essere diverse (voti su più mozioni che dicono le stesse cose, dichiarazioni di sostegno alla maggioranza e via discorrendo) il dato politico segnerebbe comunque una divaricazione tra diversi pezzi della maggioranza che si riproporrebbero anche in un futuro abbastanza vicino.
Se appare poco probabile che il Partito Democratico a livello locale decida di spaccarsi e dividersi anche senza decidere nulla, meno peregrina potrebbe essere l’idea che sia invece proprio la Presidente Bresso a prendere in mano il pallino politico e decidere per tutti. Ad esempio compiendo lo stesso gesto che Renato Soru ha fatto in Sardegna, cioè forzando contro una parte del PD arrivando anche alle dimissioni con il ritorno al voto. Voto che potrebbe, oggi, premiare Bresso in maniera larga e lanciarla come catalizzatrice di un’area liberal-socialista riformista. Un caso per certi versi simile anche a quello di Nichi Vendola, le cui però incertezze hanno di fatto azzerato il vantaggio e la posizione di leader della nuova formazione di Sinistra.
Fantapolitica? Chissà. Chi potrebbe scommettere su una telefonata tra Renato e Mercedes !?

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Blocco Euro 2 diesel 2009 a Torino e Provincia

 

 

Il blocco delle autovetture Euro 2 diesel  immatricolate da più di 10 anni partirà nel prossimo autunno (verosimilmente tra settembre ed ottobre). Nell’ultima riunione del tavolo provinciale, infatti si è concordato che i Comuni dell’area metropolitana coinvolti, adottino una delibera tipo che verrà proposta dalla Provincia di Torino entro la fine del prossimo febbraio che indicherà i termini del blocco. 

I motivi di questa decisione sono diversi.
Innanzitutto la difficoltà di imporre il cambio dell’auto in tempi di crisi economica, tenendo conto che la popolazione a cui si rivolge il provvedimento è costituita da una fascia sociale già in difficoltà economica.
In secondo luogo esiste la necessità di permettere l’accesso ai buoni rottamazione che il Governo sta predisponendo in questi giorni. In questo caso la sostituzione dell’auto avverrebbe prima che siano chiariti i termini dell’aiuto governativo che probabilmente scatterebbero comunque in un periodo successivo a quello dell’acquisto del nuovo mezzo. Oltre a ciò si inserisce un problema di equità, in quanto le precedenti sostituzioni degli Euro 0 ed Euro 1, hanno potuto beneficiare di questi aiuti al momento non attivi.
Ultima considerazione è quella più strettamente ambientale, dove il fermo di queste auto avverrebbe non prima della fine di febbraio, in un periodo quindi dove si modificano i valori di concentrazione delle polveri per il passaggio a pressioni atmosferiche più alte. Tenendo anche conto che sull’area metropolitana torinese il numero stimato di queste auto non supera le 10 mila unità, non si otterrebbe un significativo risultato ambientale.
Chiaramente questo tipo di provvedimento non deve essere vessatorio, ma dare la giusta quantità di tempo per l’adeguamento alle nuove misure in quanto lo spirito deve essere quello di arrivare ad un effettivo rinnovo del parco auto per quanto possibile e non la semplice sanzione che poco interessa alle amministrazioni locali.
 
 

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Marino: dal Pd una parola chiara. Dal PD al testamento biologico

In medicina è noto che di fronte ad una grave malattia la cosa da fare è affrontarla subito ed intervenire con determinazione (…) E’ un criterio che andrebbe applicato alla nostra società e che si adatta in particolar modo alla situazone del Partito Democratico. La malattia in questione è l’indecisione…

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