Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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La dolce morte del testamento biologico

mediciApprovato oggi al Senato un emendamento proposto dall’UDC che limiterebbe, nei fatti, la validità del testamento biologico. A parte il periodo di validità che passerebbe da 5 a 3 anni, l’emendamento fa sparire il vincolo di obbligatorietà: in soldoni il medico potrà non tener conto della volontà espressa dal paziente nella “dichiarazione anticipata di trattamento”. Risulta chiaro che questa dichiarazione diventi sostanzialmente inutile, o almeno il paziente dovrà augurarsi che il medico abbia convinzioni simili alle sue. Ogni responsabilità decisionale viene quindi scaricata sul medico e non è peregrino immaginarsi tutta una serie di ricorsi che si innesteranno in una chiara deficienza della norma. Fa specie, a dir la verità, che il legislatore nei fatti non legiferi, lasciando in sospeso la capcità decisionale e l’applicazione. Salta inoltre all’occhio come nei fatti si avranno delle forti differenze nel seguire o meno la volontà dei cittadini, non solo in diverse aree geografiche, ma all’interno della stessa struttura sanitaria in cui è ricoverato il paziente. Per assurdo, a seconda del medico di guardia presente in quel dato momento, si potrà assistere nello stesso reparto a esiti differenti. Da segnalare infine come sia da aspettarsi il proliferare di strutture sanitarie private che offriranno la possibilità di certi tipi di eutanasia “de facto”, svolgendo funzioni che dovrebbero invece trovare massima capacità di applicazione in strutture pubbliche, chiamate da sempre a garantire uguglianza di trattamento e rispetto dela volontà di tutti i cittadini. Potrà quindi verificarsi che chi abbia disponibilità economica scelga una clinica privata per dar seguito alle proprie volontà, mentre chi non ha questa disponibilità, dovrà affidarsi al caso senza sapere se verranno seguiti i propri voleri.

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Europee: chiacchiere ed incompatibilità. Chi mandare in europa?

pseA differenza del Partito Democratico e del Popolo della Libertà, non credo che il problema di chi eleggere alle prossime elezioni europee del 6 e 7 giugno sia quello di essere o meno già un amministratore o parlamentare o quello di “tirare” si il maggior numero di voti per bloccare le politiche nazionali degli avversari. Il grande problema della prossima tornata elettorale è invece che vengano eletti coloro che credono fermamente che l’Unione Europea possa rappresentare una garanzia contro la crisi in cui siamo stati tutti condotti. Che la pratica e la costante azione a livello di Parlamento Europeo possa finalmente rappresentare il momento in cui si riscrivono regole che valgano per tutti, dagli orari di lavoro ai diritti individuali e collettivi, dalle politiche ambientali a quelle fiscali. E soprattutto dovranno essere eletti coloro che credono che l’Europa sia uno snodo fondamentale, un protagonista capace di fornire soluzioni ai problemi aperti a livello politico, sociale ed economico a livello mondiale.

Questa attenzione e volontà, oggi, sono presenti nel Manifesto del Partito Socialista Europeo, dove si lascia spazio in maniera chiara e precisa ai temi del lavoro, dell’ambiente, degli investimenti contro la crisi, dei diritti, non perdendo tempo in discussioni inutili.

Tutto il resto serve solo a non parlare dei problemi veri che sono nell’agenda dell’Unione Europea..

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Riforma delle pensioni e tassi di occupazione: quello che i liberal non dicono

pensionatiCi viene sempre più spesso ripetuto che è necessario intervenire sulle pensioni per sanare alcuni dei mali del nostro Paese. Il problema è che i numeri non mentono e dimostrano che questo problema è relativo e non possiede tutta l’importanza che i nostri economisti liberal vorrebbero attribuirgli.

Un esempio di ciò si trova su un interessante scritto di Sergio Cesaratto che confuta i dati di Alesina, fermo sostenitore della necessità di mettere mano immediatamente all’età pensionabile. Secondo Alesina, partendo dalle donne in età lavorativa, in Italia quelle tra i 55 ed i 64 anni sarebbero circa il 23% del totale, mentre in Svezia circa il 70% e negli Stati Uniti il 50%. La media europea ( a 15 paesi) si assesterebbe a circa il 41%. Gli uomini invece della stessa fascia d’età avrebbero questo rapporto: Italia 46%; Svezia 76%, Usa 70% con media europea del 58%. Questo dovrebbe dimostrare che negli altri Paesi i lavoratori lavorano più a lungo e che quindi alzando la media dell’età pensionabile si ricaverebbero importanti economie.

Il vero problema è che i dati vengono usati davvero in maniera quantomeno frettolosa. Se infatti iniziamo a vedere i dati sull’occupazione nelle altre fasce d’età scopriamo cose interessanti. Ad esempio se si prende in considerazione la fascia d’età di lavoratori tra i 15 ed i 54 anni vediamo che in Italia il tasso di occupazione nella popolazione maschile è del 69% ed in Svezia dell’81%. Ancora meglio per la popolazione lavoratrice femminile: Italia 57%; Svezia 79% e via discorrendo (es. Francia 74%; Germania 68%; Spagna 79%). Il problema dunque, guardando i dati nella loro panoramica completa, non è dato dal fatto che in Italia ci sono meno uomini e donne che lavorano nella fascia vicina alla pensione (e quindi ci sarebbero più uomini e donne che sarebbero già andati in pensione), ma che in tutte le fasce d’età il tasso d’occupazione in Italia è minore rispetto a quello degli altri Paesi. In sostanza ad un’età, ad esempio, di 63 anni non ci sarebbero più pensionati in Italia rispetto all’estero, ma ci sarebbero semplicemente meno occupati. La più bassa età pensionabile femminile sarebbe una specia di ballon d’essai, in quanto anche nelle fasce precedenti ci sarebbero meno donne impiegate.

Il problema è che l’ammontare dei posti di lavoro sarebbe determinato da altre cause, come la domanda aggregata, e non dall’età pensionabile, soprattutto delle donne. In sostanza viene smontata l’opinione dei cosiddetti liberal che in un sistema economico flessibile sarebbe garantita l’occupazione per tutti coloro che fossero disponibili a lavorare anche oltre termine a salario di mercato. Se la domanda è scarsa ed il sistema non è competitivo i posti di lavoro continuano ad essere pochi. Con il paradossale meccanismo che i pensionamenti liberano anche posti di lavoro per i giovani che si affacciano sul mercato del lavoro.

Oltre a lasciar perdere il fatto che sul lavoro usurante vorrei proprio vedere la faccia di qualcuno nel proporre l’allungamentodell’età pensionabile.

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Franceschini ci riprova col voto utile.

simbolo psFranceschini ci riprova da dove ha lasciato Veltroni: un voto utile per l’Italia contro Berlusconi che “vuole stravincere le europee per fare cose inimmaginabili in Italia”. L’affondo arriva quando chiede a quei cittadini che votarono il Pd e che ora sono delusi di non lasciarsi tentare dall’astensionismo o dal voto di protesta verso altri partiti del centrosinistra.

Non perde il vizio questo Partito Democratico di sentirsi l’unico contenitore in grado di ribaltare le sorti dell’attuale quadro politico, cercando pervicacemente di annichilire tutto ciò che non si riconosce nelle sue “posizioni prevalenti” e di seguire la berlusconizzazione della politica. Il problema è che in Europa ed in Italia non è sufficiente un partito che non ha posizioni chiare sui temi bioetici, che sceglie di portare in parlamento a scrivere leggi contro la disoccupazione proprio gli stessi industriali che licenziano e delocalizzano, che propone di far rinunciare allo Stato il proprio ruolo di intervento sugli ammortizzatori sociali mediante fondi elargiti ad altre associazioni, che incespica sulla laicità dello Stato, che balbetta sul federalismo senza prendere nessuna posizione, nemmeno sui costi di questo federalismo in salsa verde-azzurra. Per queste, ed altre, ragioni il Partito Democratico non è sufficiente a rappresentare l’alternativa al Pdl. Un partito che non sa uscire dalla proposta di resistenza fine a se stessa senza imboccare una proposta positiva non ritagliata su “ciò che fanno gli altri” non è in grado di candidarsi alla guida del Paese e dell’Europa per cambiare lo stato di cose presenti.

Noi, la Sinistra di questo Paese, ci candidiamo invece proponendo i contenuti chiari e precisi del Manifesto del Partito Socialista Europeo e puntando a politiche di rilancio dove l’ambiente e l’equità sociale diventino il motore vero del futuro sviluppo in Italia e in Europa.

Non basta una posizione prevalente per uscire dalla crisi, economica e di disegno delle funzioni dello Stato, non basta dire votate noi per creare una massa d’urto contro qualcuno. Noi, i socialisti europei, la sinistra di questo Paese, vogliamo offrire proposte vere e chiare che non lascino indietro nessuno, che riaffermino la libertà di scelta degli individui. Con il Partito Socialista in Italia, con Sinistra e Libertà in Europa

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Elezioni: l’ambiente deve fare la propria parte contro la crisi

fumiContro la crisi ognuno deve fare la propria parte. Noi continuiamo ad affermare che la politica ambientale offre un’opportunità strategica contro l’attuale quadro economico. Il problema vero è che le proposte “verdi” stentano non solo a decollare, ma sembrano sistematicamente ignorate sia dal mondo politico che da quello economico. A parte qualche vaga dichiarazione nessuno sembra voler utilizzare la politica ambientale per superare l’evidente impasse economico. Eppure i dati parlano chiaro. Ad esempio il rapporto UNEP (green jobs. Toward decent work in a sustanaible low- carbon world) del 19 gennaio 2009, documentano un deciso aumento dei posti di lavoro  in attività produttive inerenti la diminuzione degli impatti ambientali.
Ancora più espliciti sono i dati dell’OECD (Measuring Sustainable development, 2008) che documentano la misura degli scambi internazionali di questi beni e che segnano anche qui un significativo aumento, anche rispetto ai beni manifatturieri rispetto al 2002. Il rapporto segnala anche come questo aumento segni un forte vantaggio competitivo dei Paesi che si sono impegnati in questo settore.
A questo punto, visti anche i balbettii a livello nazionale, è necessaria una chiara presa di coscienza di chi si occupa di ambiente, che stiamo entrando in una nuova fase dove anche il nostro settore è chiamato a rispondere a questa crisi, a confrontarsi con le soluzioni che è possibile mettere in campo, a dare quindi impulso al ragionamento che l’economia ambientale sta tentando di proporre da diversi anni. L’ambiente quindi deve uscire dalla secca di un atteggiamento da “pronto soccorso” in cui si valutano solo i danni, per divenire attore, motore di un nuovo sviluppo. Il nuovo paradigma, infatti, deve superare la mentalità del “filtro alla fine del processo” per iniziare ad incidere subito a livello della progettazione e della produzione del prodotto. I meccanismi da mettere a disposizione possono essere diversi: da un nuovo modello degli acquisti “verdi” delle amministrazioni, all’uso dei certificati verdi, allo spostamento del drenaggio fiscale dal lavoratore agli inquinatori, all’intervento dell’operatore pubblico sui diritti di proprietà. Non per ultima la necessità di sviluppare nuova conoscenza per invertire l’attuale sistema che vede il nostro Paese semplice compratore di nuove tecnologie a differenza di Paesi che hanno intrapreso la strada della ricerca e produzione di nuove tecnologie che stanno già producendo utili a livello di bilancio export. Il nostro impegno a questo punto non può che essere quello di inserire a livello di programma politico sia locale che europeo tutti gli strumenti che possono permettere al’ambiente di dare un contributo significato per uscire dalla crisi. Il programma del Partito socialista Europeo ha già indicato con forza questo tipo di politiche, facendone uno dei pilastri della propria azione. A livello locale bisogna iniziare questa battaglia con risolutezza perché il tempo è finito.

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Il simbolo di Sinistra e Libertà

Assente Riccardo Nencini, ancora ricoverato all’Ospedale di Careggi per i postumi del grave incidente stradale di cui è rimasto vittima si è svolta questa mattina a Roma la conferenza stampa di presentazione di Sinistra e libertà.
Partito socialista, Verdi, Sinistra Democratica, Movimento per la sinistra si presenteranno uniti alle prossime elezioni europee. Il simbolo sara’ un cerchio rosso e bianco con la scritta ‘Sinistra e liberta”. In basso i simboli in miniatura delle famiglie europee di appartenenza: Pse (Partito socialista e Sinistra Democratica), Verdi e Gue (Movimento per la sinistra di Vendola ed ex Pdci). Presenti alla conferenza stampa di presentazione del simbolo Marco Di Lello, Claudio fava, grazia Francescato e Nichi Vendola anche altri nomi eccellenti:la Europarlamentare Pia Locatelli, Presidente dell’Internazionale Socialista donne, Achille Occhetto, Umberto Guidoni, Gianni Mattioli. “I sondaggi non commissionati da noi – ha detto Marco Di Lello, coordinatore della segreteria nazionale del Partito socialista – ci danno fra il 3,3 ed il 6%. Lanciamo il quorum oltre l’ostacolo”. Riferendosi poi all’intevista televisiva dell’expremier Romano Prodi Di Lello ha aggiunto: ”Quella di Prodi e’ una riflessione di buon senso. Abbiamo visto la linea Veltroni-Franceschini dove ci ha portato: a consegnare il governo del Paese a Berlusconi. Ora c’e’ bisogno di costruire un’alleanza che pero’- ha osservato il dirigente socialista- abbia un fondamento programmatico, non vogliamo certo un caravanserraglio”. Serve, ha insistito Di Lello, un’alleanza ”fondata sul programma che, ovviamente, va ben oltre il Pd. Poi, vedremo nei fatti il Pd cosa fara’. Per ora – ha sottolineato – non c’e’ stato alcun elemento di distinzione tra Franceschini e il gruppo dirigente rispetto alla linea di Veltroni. Vedremo: se la linea di Prodi prevarra’ nel Pd, allora si potra’ pensare di costruire, altrimenti Berlusconi governera’ ancora per qualche lustro.
Per Claudio Fava, leader di SD “la parola liberta’ non ha nulla a che fare con Berlusconi ed il Pdl”. Grazia Francescato, portavoce dei Verdi ha sottolineato che “la scelta del Pd di correre da solo si e’ rivelata un boomerang. Noi vogliamo dimostrare di essere capaci a ricostruire una politica delle alleanze”. Nichi Vendola, leader dell’MPS ha affermato che “la sinistra deve ritrovare le parole che mancano all’Italia. Lo slogan della destra e’ ‘calce e randello’: speculazione edilizia e ronde”
La lista ‘Sinistra e’ liberta” non ha ancora deciso le candidature. Vendola ha sottolineato che per le candidature verra’ rispettato il bilanciamento fra uomini e donne. “Oltre il 50% delle candidature – ha assicurato Di Lello – verra’ deciso sul territorio”. Alla domanda se ‘Sinistra e liberta” correra’ anche per le amministrative, Fava ha risposto: “Dove sara’ possibile, questa lista sara’ presente, ma vogliamo evitare editti romani”. Francescato ha aggiunto: “Non ci saranno diktat. Rispettiamo le libere scelte sul territorio”.

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Europee 2009: si presenta Sinistra e Libertà

Questa mattina è stato ufficializzato in una conferenza stampa, l’accordo tra Partito socialista, Verdi, sinistra Democratica, Movimento per la sinistra per la presentazione di una lista comune alle elezioni europee 2009. Il simbolo sarà un cerchio rosso e bianco con la scritta “Sinistra e Libertà” e con i basso i simboli in miniatura delle famiglie europee di riferimento, cioè Partito socialista Europeo, Verdi, Gue. Presenti alla conferenza stampa anche alcuni testimonial come gianni Mattioli, Dacia Valent, Achille Occhetto, Umberto Guidoni

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Testamento biologico: senatore per due ore.

Segnalo una intelligente iniziativa dei Radicali Italiani sul tema del testamento biologico presente sul sito dell’associazione Luca Coscioni. In sostanza tutti possono formulare degli emendamenti (sul sito ci sono semplici istruzioni per farlo) sulla legge riguardante il testamento biologico e che verranno proposti in aula dai senatori radicali. In queste ore infatti sarà in discussione presso la commissione Igiene e Sanità del Senato la legge in questione proposta dal Senatore forzista Calabrò, a mio avviso davvero lesiva del diritto dei cittadini italiani. Sul sito è presente il testo completo da emendare. Il tempo a disposizione non è molto e quindi l’invito è quello di far pervenire al più presto il proprio emendamento. L’iniziativa è buona, a costo praticamente zero e da sottolineare anche per un intelligente uso del web.

Vai sul sito dell’associazione luca coscioni

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Sinistra e Libertà

Sinistra e Libertà sembra il nome a questo punto definitivo per la nuova lista di Sinistra che si presenterà alle Elezioni Europee del 6 e 7 giugno prossimi. Il nome, che riecheggia Giustizia e Libertà, dovrebbe essere inscritto in un simbolo rosso e verde con i loghi dei diversi partiti o delle “famiglie” europee di appartenenza, anche se esistono difficoltà da parte della Sinistra Europea a concedere il logo. Martedì prossimo, comunque, sembra essere la giornata in cui si alzerà il velo e verrà comunicato ufficialmente anche il simbolo,mentre per il 21 marzo è prevista la prima uscita pubblica con probabile sede in Piazza Farnese a Roma. tra i sostenitore del progetto sembra abbiano dato disponibilità anche Mimmo Calopresti, Antonello Venditti, Margherita Hack ed altri personaggi pubblici. La costituzione della lista viene confortata da diversi sondaggi che danno comunque al di sopra del 4% il risultato per le europee. Ancora in forse la partecipazione dei radicali, sostenuta anche dalla proposta di candidare Marco Pannella cme capolista in una cisrcoscrizione anche a titolo personale se il partito radicale non dovesse accettare la strada dell’apparentamento.

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Medici in rivolta contro la denuncia degli ammalati clandestini

I sindacati medici hanno espresso all’unenimità una ferma condanna contro il decreto che permetterebbe ai medici di denunciare gli immigrati clandestini. L’azione dei medici non escluderebbe azioni importanti quali il ricorso alla Corte di Giustizia europea o forme di sciopero. alcuni approfondimenti degli uffici legali dei sindacati medici hanno inoltre segnalato comeilmedico opsedaliero, che è a tutti gli effetti un pubblico ufficiale, si troverebbe in una contraddizione non sanabile tra il proprio codice deontologico e la necessità, appunto come pubblico uffiale, di non disattendere alla norma dovendo denunciare di fatto chi si presenta alle sue cure in condizione di clandestino. Questo anche nell’eventualità che la denuncia sia facoltativa. La posizione dei medici non è d’altra parte nuova e ribadisce un valore, quello della necessità di preservare tutti gli individui nella preziosa sfera della salute non interponendo nessun ostacolo alla cura. Inutile inoltre ricordare la palese violazione del dettato costituzionale. Ma non avevamo nessun dubbio che chi onora la nostra professione non può accettare norme così insensate.

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