Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha rinnovato i vertici della sanità lombarda. La nomina più “curiosa” è quella di Giancarlo Cesana, leader di Comunione e Liberazione, come Presidente della Fondazione Policlinico-Mangiagalli. Per chi non se ne ricordasse, la clinica Mangiagalli di Milano rappresenta un pezzo non indifferente di storia della sanità italiana, un simbolo, per così dire, della stessa legge 194. L’Ospedale per eccellenza delle donne sarà quindi diretto e ispirato direttamente da Comunione e Liberazione, non potendosi certamente ritenere certamente neutra la nomina non di un semplice professionista che fa capo a quell’area, ma di uno degli ispiratori e leader di quel movimento. Qualcosa stride…
Stefano Esposito, parlamentare del PD, denuncia un fatto vero e confermato dai vertici dell’ATO rifiuti: il sistema dei rifiuti soffrirebbe di un buco di circa 250 milioni di Euro. Anche la sua proposta mi sembra convincente almeno per una personale esperienza: quello che lui propone per i rifiuti è già stato fatto per l’acqua con successo. Infatti la proposta di far confluire gli attuali gestori in un un unico a livello provinciale che abbia in Amiat il suo fulcro è, fuori dai dovuti tecnicismi e semplificazioni, lo stesso percorso che si è seguito nella gestione delle acque, arrivando, nel giro di circa tre anni al cosiddetto gestore unico, che nella nostra Provincia si chiama SMAT ed è al 100% pubblico. si tenga conto che le gestione delle acque alla costituzione dell’ATO 3 Torinese (2003), che regola il governo delle acque ed è anch’esso pubblico, era di circa 200 soggetti. Le attuali gestioni in economia, salvaguardate da una apposita legge e che riguardano comuni appartenenti alle Comunità montane e con meno di 1000 abitanti, si contano sulle dita di una mano e, a mio parere, saranno destinate a declinare per diverse ragioni che qui non trovano spazio. Tenendo inoltre conto che la tariffa dell’acqua nel torinese è tra le più basse d’Italia, ha uno sviluppatissimo sistema di depurazione (il depuratore di Castiglione T.se è il più grande d’Europa) ma soprattutto è completamente in mano pubblica. Con le dovute distinzioni e forte delle mie esperienze nel settore, credo che la strada tracciata da Esposito sia la più corretta oltre ad essere fattibile, aggiungendo che il sistema, dato l’interesse pubblico e la natura dell’argomento deve rimanere pubblico, pena tradire uno degli assunti dell’economia ambientale che pronostica, senza dubbi, un caso di vero proprio “fallimento del mercato” nell’eventualità si agisca privatizzando il settore. La gestione delle acque ha già dimostrato come evitare questo problema e basterebbe studiarlo meglio per applicare schemi simili. Parola di chi ci ha messo sudore e faccia per farlo funzionare.