Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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Salute e crisi economica

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Segnalo un bellissimo contributo di Giovanni Fattore dal titolo Crisi economica, salute e sistema sanitario dove si fa il punto e si esplorano alcune politiche da mettere in campo nel settore sanitario in questo momento di crisi. Infatti esiste una consolidata letteratura medica sui problemi che le crisi economiche provocano sulla salute dei cittadini, come d’altra parte è stato già segnalato in un documento del 2009 dal WHO Regional Office for Europe (Organizzazione mondiale della sanità- Europa). In sostanza viene nuovamente segnalato come la crisi può peggiorare le capacità individuali di tutelare la propria salute anche in sistemi più protettivi come quelli europei. Purtroppo però si continua a registrare un forte disinteresse su questo aspetto della crisi e non sembra siano state poste in campo azioni di rafforzamento dei sistemi sanitari a fronte della crisi. Soprattutto per il fatto che gli effetti sul sistema salute non si fanno sentire solamente sul breve, ma agiscono in maniera significativa anche sul lungo periodo. Le proposte sono diverse, tra cui segnalo la necessità di rendere disponibili in tempi accettabili i flussi informativi che registrino gli effetti della crisi sulla salute per poter programmare e discernere le priorità d’azione del sistema; la creazione di dati sugli eventi sentinella; il potenziamento dei “servizi sensibili”; Il rafforzamento dell’accesso ai servizi non coperti dal Sistema Sanitario Nazionale (riabilitazione, assistenza oculistica e odontoiatrica per fare qualche esempio); sostegno al settore non profit, che nelle aree socialmente più marginalizzate sono le uniche speranze per accedere anche a servizi istituzionalizzati di assistenza. In sostanza “attrezzare il sistema sanitario con interventi idonei ad alleviare l’impatto della disoccupazione e dell’incertezza, con particolare attenzione a chi vive già in condizioni precarie, dovrebbe essere un punto fermo della nostra politica sanitaria a livello nazionale e regionale” come indica Fattore.


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Eurostat: la disoccupazione giovanile cresce più di quella totale

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Eurostat ha pubblicato il 23 luglio i dati sulla disoccupazione dei giovani in Europa.Dopo tre anni di diminuzione, il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è aumentato in maniera significativa arrivando al 18,3% nell’Europa a 27. Un aspetto significativo è che questo tasso è nettamente superiore a quello del tasso di disoccupazione totale che è dell’8,2%. Per capire di cosa stiamo parlando la stima di giovani disoccupati in Europa è di circa 5 milioni. In sostanza la disoccupazione giovanile corre molto più velocemente rispetto a quella totale in tutti gli Stati membri (eccettuata la Bulgaria). Una curiosità tra questi dati, è che i giovani uomini sono maggiormente colpiti da questo aumento di disoccupazione rispetto alle donne.


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No a Presidi del Sud in Provincia di Vicenza. Il PD approva

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 Il consiglio provinciale di Vicenza ha approvato una mozione per la limitazione della presenza di Presidi nella scuole della provincia provenienti dal Sud. Il problema è che questa mozione è stata compattamente votata anche dai consiglieri del PD. Proprio nel momento in cui si accende il dibattito congressuale del Partito Democratico, i comportamenti, i fatti veri che dovrebbero tradurre in realtà le diverse idee di Italia che percorrono le mozioni dei contendenti non sembrano all’altezza di quelle elaborazioni. E sono proprio questi comportamenti reali che frenano molti di noi a dare credito alla discussione che sta avvenendo in quel partito. Seppure proviamo un certo entusiasmo a certe aperture – personalmente soprattutto quelle di Ignazio Marino – veniamo poi puntualmente gelati da fatti come questi. Sono queste le schizofrenie che non ci convincono, che ci fanno dubitare non tanto della “forma” di un partito, che pure è messa in forte discussione, quanto dei “contenuti” che questa forma dovrebbe veicolare. 

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Sostituire “partito” a “switch”

democratdonkeyIl partito che immagino, almeno nella sua struttura, è il risultato di un semplice gioco in cui, nel testo qui sotto, bisogna sostituire alla parola “switch”, la parola “partito”. 
“Nella tecnologia delle reti, uno switch è un dispositivo di rete che inoltra selettivamente i pacchetti di informazione (frame) ricevuti verso una porta di uscita. Nella sua forma di hub è un dispositivo che inoltra i dati in arrivo da una qualsiasi delle sue porte su tutte le altre. Per questa ragione può essere definito anche un “ripetitore multiporta”. Il ritardo introdotto da uno switch è generalmente di pochi microsecondi, quindi quasi ininfluente per la gran parte delle applicazioni.
Quando un terminale è connesso ad uno switch, o su una connessione diretta tra due switch, non sono possibili collisioni, e quindi i due nodi possono trasmettere contemporaneamente.
L’inoltro selettivo dei frame permette anche a più frame di attraversare contemporaneamente lo switch, e quindi la  banda totale disponibile non viene ridotta con l’aumento del numero di nodi attivi. In una connessione di questo tipo si dice che il terminale ha un accesso dedicato al commutatore. Questo garantisce che due nodi connessi da uno switch possano comunicare tra loro alla velocità nominale del collegamento, ma solo se non sono impegnati contemporaneamente in altre conversazioni.
Nella realtà, l’introduzione di uno switch in una rete locale porta ad un aumento del traffico sulla rete ed a un miglioramento delle prestazioni, ma spesso questo miglioramento porta ad evidenziare altri “colli di bottiglia” della rete, Nel gergo delle reti locali, uno switch separa i  domini di collisione connessi alle sue porte, ovvero se due calcolatori collegati a porte diverse trasmettono contemporaneamente, non si verifica una collisione, e i due pacchetti di dati possono attraversare lo switch contemporaneamente.”
(testo liberamente tratto da Wikipedia)

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Nasa: i video restaurati della missione dell’Apollo 11

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La NASA ha reso disponibili le versioni restaurate di 11 filmati della missione dell’Apollo 11, (visibili anche sul sito di wired con buona definizione e con qualche notizia in più)  quella del primo viaggio sulla luna con le passeggiate di Armstrong e Aldrin, la bandiera americana e via discorrendo. Questi video fanno parte di un progetto più ampio di restauro dei filmati che sarà completato a Settembre. L’emozione rimane intatta.


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Comunione e Liberazione dirigerà la Clinica Mangiagalli

Giancarlo Cesana (Ipp)

 Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha rinnovato i vertici della sanità lombarda. La nomina più “curiosa” è quella di Giancarlo Cesana, leader di Comunione e Liberazione, come Presidente della Fondazione Policlinico-Mangiagalli. Per chi non se ne ricordasse, la clinica Mangiagalli di Milano rappresenta un pezzo non indifferente di storia della sanità italiana, un simbolo, per così dire, della stessa legge 194. L’Ospedale per eccellenza delle donne sarà quindi diretto e ispirato direttamente da Comunione e Liberazione, non potendosi certamente ritenere certamente neutra la nomina non di un semplice professionista che fa capo a quell’area, ma di uno degli ispiratori e leader di quel movimento. Qualcosa stride… 

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L’estate dei bambini disabili

Una notizia interessante sentita oggi via radio in auto: una associazione ha deciso di dedicarsi, fattivamente, al problema del tempo dei bambini disabili nel periodo successivo alla chiusura delle scuole. Non ricordo il nome nè la città in cui è partito il progetto, ma è veramente interessante che venga fuori uno dei problemi meno conosciuti e quindi dimenticati. Se infatti è difficile, per ognuno di noi, trovare idonee strutture che possano accogliere, finite le scuole, i nostri bambini nelle ore in cui i genitori lavorano, non è difficile immaginare la grandezza di questo problema per chi ha un figlio con disabilità. Il progetto nello specifico è partito con il problema dei ragazzi autistici, che devono essere accolti in strutture e con educatori altamente specializzati, ma si stenderà, anche in diverse zone del nostro Paese, ad altre problematiche. Il problema è importante, perchè si rivolge ad una fascia debole della nostra cittadinanza che spesso devono impiegare scarse risorse in maniera aggiuntiva rispetto alla media delle persone. Il problema però si sta allargando e coinvolge tutti, perchè i nostri tempi di lavoro, la precarietà, la diversa struttura delle nostre famiglie, la diminuzione della possibilità di fruire di più giorni di ferie non permettono più di risolvere questi problemi come in passato. Questo è un vero problema di sicurezza per le famiglie che potrebbe invece diventare una occasione di accrescimento educativo e sviluppo per i nostri ragazzi. Se solo guardassimo ai veri problemi delle persone senza lasciarci distrarre da altre stupidaggini e pensando di mettere in campo buone idee e progetti invece di farfugliare amenità varie

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Lo stato della discussione politica e un cavallo più veloce.

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Ogni tanto, leggendo i vari contributi sul dibattito del PD, Grillo, i piombini, sinistra e libertà e quant’altro, fatico a vedere l’innovazione, il messaggio nuovo. La cosiddetta base chiede programmi, idee ma non se ne sfornano molte. C’è una certa aria di stagnazione anche da parte nostra, di chi vorrebbe finalmente vedere il nuovo che nasce, ma non riesce al andare al di là della semplice invettiva o richiesta generica. Sia ben inteso: io stesso ne sono coinvolto. Tant’è che mi viene in mente quella frase di Henry Ford, quello delle automobili, che dichiarava di poter far scegliere alla gente il modello ed il colore delle auto, basta che fossero nere e del modello T. Ma il vero aforisma che si attaglia al momento attuale mi sembra un altro e sempre suo. Alla domanda se nelle sue scelte e sulla sua capacità di innovazione industriale si basava su ricerche di mercato o comunque sui bisogni espressi dalle persone la risposta fu lapidaria (vado a memoria ma il senso è questo): ” La gente mi avrebbe solo chiesto un cavallo più veloce, non un’automobile”. Mi sembra che oggi la discussione in atto si sia arenata secondo il paradigma di Ford: non stiamo chiedendo innovazione e idee, ma solo un cavallo più veloce!


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Buco da 250 milioni nel ciclo dei rifiuti di Torino: perchè non fare come l’acqua?

Stefano Esposito, parlamentare del PD, denuncia un fatto vero e confermato dai vertici dell’ATO rifiuti: il sistema dei rifiuti soffrirebbe di un buco di circa 250 milioni di Euro. Anche la sua proposta mi sembra convincente almeno per una personale esperienza: quello che lui propone per i rifiuti è già stato fatto per l’acqua con successo. Infatti la proposta di far confluire gli attuali gestori in un un unico a livello provinciale che abbia in Amiat il suo fulcro è, fuori dai dovuti tecnicismi e semplificazioni, lo stesso percorso che si è seguito nella gestione delle acque, arrivando, nel giro di circa tre anni al cosiddetto gestore unico, che nella nostra Provincia si chiama SMAT ed è al 100% pubblico. si tenga conto che le gestione delle acque alla costituzione dell’ATO 3 Torinese (2003), che regola il governo delle acque ed è anch’esso pubblico, era di circa 200 soggetti. Le attuali gestioni in economia, salvaguardate da una apposita legge e che riguardano comuni appartenenti alle Comunità montane e con meno di 1000 abitanti, si contano sulle dita di una mano e, a mio parere, saranno destinate a declinare per diverse ragioni che qui non trovano spazio. Tenendo inoltre conto che la tariffa dell’acqua nel torinese è tra le più basse d’Italia, ha uno sviluppatissimo sistema di depurazione (il depuratore di Castiglione T.se è il più grande d’Europa) ma soprattutto è completamente in mano pubblica. Con le dovute distinzioni e forte delle mie esperienze nel settore, credo che la strada tracciata da Esposito sia la più corretta oltre ad essere fattibile, aggiungendo che il sistema, dato l’interesse pubblico e la natura dell’argomento deve rimanere pubblico, pena tradire uno degli assunti dell’economia ambientale che pronostica, senza dubbi, un caso di vero proprio “fallimento del mercato” nell’eventualità si agisca privatizzando il settore. La gestione delle acque ha già dimostrato come evitare questo problema e basterebbe studiarlo meglio per applicare schemi simili. Parola di chi ci ha messo sudore e faccia per farlo funzionare. 

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Cappellacci sulle spiagge


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Bene ha fatto Beppe Grillo a denunciare l’ultima trovata della Regione Sardegna che con delibera 24/24 del 19.5.2009 arriva a concedere gli arenili delle spiagge alla gestione privatistica per 6 anni: più o meno 40.000 ettari di spiagge per il cui ingresso bisognerà pagare. Fa specie che territori come quello sardo, famosi per la bellezza e la scarsa contaminazione naturale, abbiano scelto questa strada, al contrario di altri litorali italiani ed europei dove invece si è optato per renderli attrezzati con docce ed altri servizi gestiti con responsabilità pubblica. Certamente questo tipo di politiche mi sembra molto più pericoloso rispetto alla tassa sugli attracchi di lusso dei natanti di Renato Soru. 

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