Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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43° Rapporto Censis: l’italia in apnea

censis_280x200Viviamo in apnea, ma siamo sempre gli stessi. Leader prigionieri dell’opinionismo, tornano gli interessi agiti «in presa diretta». I processi di trasformazione che preparano il dopo: la dura ristrutturazione del terziario e il silenzioso sfarinamento del lungo ciclo dell’individualismo
Roma, 4 dicembre 2009 – La società italiana è una società testardamente replicante. Quel «non saremo più come prima» che un anno fa dominava la psicologia collettiva è mutato in un «siamo sempre gli stessi». Abbiamo resistito alla crisi riproponendo il tradizionale modello adattativo-reattivo: non abbiamo esasperato il primato della finanza sull’economia reale, le banche hanno mantenuto un forte aggancio al territorio, il sistema economico è caratterizzato da una diffusissima e molecolare presenza di piccole aziende, il mercato del lavoro è elastico (si pensi al sommerso) e protetto (si pensi al lavoro fisso e agli ammortizzatori sociali), le famiglie sono patrimonializzate. La crisi ha finito per rallentare il processo di uscita dal puro adattamento intravisto lo scorso anno, quando all’orizzonte si presentava quasi una «seconda metamorfosi», dopo quella degli anni fra il ’45 e il ’75. Sono però in corso alcuni processi di trasformazione.
La dura ristrutturazione del settore terziario. È la prima nella storia dell’Italia moderna. Lungo i tanti rivoli del confuso mondo terziario sono confluiti nel tempo servizi alle imprese sovradimensionati rispetto alle esigenze, «qualcosisti» del terziario avanzato, precari della Pubblica Amministrazione alla ricerca del posto fisso, assunzioni nella scuola per risolvere la troppo drammatizzata disoccupazione intellettuale. Il rallentamento dello sviluppo, dei consumi, delle disponibilità di spesa ha oggi ridotto quelle «cavalcate espansive». Nel terziario si affermano meccanismi di selezione e razionalizzazione, con «una concentrazione qualitativa della domanda che mette fuori gioco una parte consistente di una offerta da sempre abituata ad una falsa facilità del mercato». E nel pulviscolo di piccole e piccolissime imprese operanti nel commercio, nel turismo, nell’artigianato di servizio già si conta un rilevante numero di «vittime».
Il protagonismo del mondo delle imprese. È poi in atto un ulteriore passo in avanti nel riconoscere al sistema d’impresa un ruolo di traino e leadership complessiva della società. Il segmento più dinamico dell’imprenditoria italiana ha saputo combinare le strategie di presenza sui mercati mondiali (delocalizzazione, logistica, concentrazione sul momento distributivo, catene commerciali monobrand, privilegio del mercato del lusso e di alta qualità) con strategie innovative (velocizzazione dei tempi, capacità di giocare «fra le linee», cioè cercando spazi e varchi non usuali, attitudine ad operare anche in termini di scambi reali, talvolta assimilabili al baratto). Si rafforzano molti big player, molte medie imprese e anche una quota di piccoli imprenditori.
Il ritorno agli interessi agiti «in presa diretta» rispetto al primato dell’opinione. Gli interessi si coagulano sempre meno nella loro rappresentazione all’interno del mondo dell’opinione, cercano piuttosto una agibilità diretta nella dinamica socioeconomica. Il mondo della rappresentanza ha perso la sua carica identitaria (di classe, di gruppo sociale, di movimento) e «ritorna in piena nudità e senza pudori la seconda gamba, quella degli interessi reali». Non solo tra i big player, ma anche nelle grandi filiere (si pensi alle vicende energetiche e nucleari), nelle intese internazionali, nei territori (non a caso la cultura leghista fa «sindacato del territorio»). E irrompono anche interessi «privatistici» nel pericoloso mix fra politica e affari in delicati settori pubblici, dalle infrastrutture alla sanità.
«Viviamo in un mare tumultuoso di opinioni». Tuttavia, le componenti sociopolitiche, partitiche o giornalistiche, anche quando non cedono al degradarsi verso il gossip, restano prigioniere nell’esasperazione di un diffuso antagonismo (talvolta a forte tasso di personalizzazione) che non permette loro di uscire dal recinto dell’opinionismo. Nell’«antagonismo vissuto colpo su colpo», i soggetti politici perdono il ruolo di ricerca, sintesi interpretativa e proposta che solo può legittimarne la leadership. Non abbiamo nessuno spazio di autorità condivisa, e non bastano a restituire allo Stato autorità e fiducia isolati episodi di un buon governo del fare. «La corrosione esercitata dal primato dell’opinione ha comportato un grande deficit di interpretazione sistemica, di capacità e volontà di definire una direzione di marcia su cui orientare gli interessi in gioco».
Tre cicli al tramonto. Le tre grandi culture cui si è abbeverato lo sviluppo italiano degli ultimi centocinquanta anni sono sempre meno spendibili come fattori di mobilitazione sociale e politica. La prima è la cultura risorgimentale, quella che ha fatto storicamente l’Italia e gli italiani, per cui il futuro del Paese era legato alla centralità dello Stato come grande soggetto facitore di regole omogenee sottoposte a costante controllo e rispetto. La seconda è la cultura riformista nata nel secondo dopoguerra, per cui le classi dirigenti modificano le strutture pubbliche in risposta ai bisogni sociali. «Ma oggi chi ha bisogno di garanzie per la sua vita anziana non crede che il suo problema verrà risolto dalla riforma pensionistica, chi ambisce a dare ai figli livelli formativi competitivi non crede che servirà la riforma della scuola e dell’università, chi avverte la drammaticità della propria posizione occupazionale non crede nella riforma del mercato del lavoro, chi avverte la inefficienza degli apparati burocratici non crede che sarà una riforma della Pubblica Amministrazione a ridare agevolezza al rapporto fra cittadini e Stato». Infine, dagli anni ’70 in poi si è affermato il terzo ciclo, quello del protagonismo individuale, con la crescita esponenziale del lavoro autonomo e della piccola e piccolissima impresa, del soggettivismo nei comportamenti, della personalizzazione del potere politico, della ideologia della competizione e del mercato. Ma anche il primato della soggettività è destinato a sfarinarsi silenziosamente. «L’individualismo vitale è sempre meno capace di risolvere i problemi della complessità che lo trascende, il soggettivismo etico mostra la corda rispetto all’esigenza di valori condivisi, la spietatezza competitiva e la carica di egoismo che derivano dal primato della soggettività hanno creato squilibri e disuguaglianze sociali che pesano sulla coesione collettiva».
Cosa verrà dopo? «Nella psicologia collettiva c’è nel profondo un dolente mix di stanchezza e vergogna per i tanti fenomeni di degrado valoriale, o almeno comportamentale, che caratterizzano la vita del Paese. E c’è di conseguenza la speranza di uscirne, con una propensione a pensare al dopo, a una società capace di migliorarsi». Ma le discussioni in corso «guardano indietro», sono cioè condizionate dalla inerziale permanenza dei tre cicli precedenti, oppure «fuggono in avanti, rincorrendo una fantasmatica ipotesi di nuova ontologia», individuata talvolta nel fondamentalismo dei valori e della loro radice religiosa, talvolta nel fondamentalismo della scienza.
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Obama: via libera ai finanziamenti su staminali. Collins: un giusto compromesso etico

bioethicsA dispetto delle critiche, il Presidente Barack Obama continua a rispettare il programma e le promesse attraverso le quali è stato eletto. Dopo il taglio delle emissioni inquinanti, dà il via libera ad investimenti per la ricerca sulle cellule staminali embrionali, speranza dei ricercatori di tuto il mondo per la cura di importanti malattie che oggi non hanno risorse terapeutiche efficaci. Il punto però veramente importante è il commento di Francis Collins, Direttore del National Institutes of Health (Nih), incaricato della ricerca ed a cui andranno i finanziamenti del governo Federale. Collins infatti è un ricercatore che ha sempre professato senza nascondimenti la sua fede cristiana e che quindi dovrebbe trovarsi in una situazione di forte imbarazzo date le remore che la destra religiosa americana e importanti voci confessionali di tutto il mondo hanno a più riprese espresso. “Offrono un compromesso etico tra visioni opposte, in quanto le cellule che ricevono l’autorizzazione alla ricerca provengono da embrioni ottenuti sulla base di un processo moralmente accettato” ha infatti affermato Collins, spiegando come “si tratta di un processo eticamente accettabile, anche per chi crede nella santità dell’embrione umano”. Le indiczioni fornite dalle linee guida del Nih fornite nel luglio scorso, prevedono a grandi linee una limitazione delle ricerche ad embrioni in eccesso nell’ambito dei trattamenti contro l’infertilità, a patto che questi siano stati ottenuti secondo precisi standard etici. Essenziale anche il fatto che non debba essere offerto alcun incentivo economico alle coppie che mettono a disposizione le cellule e che le stesse coppie possano scegliere se donare gli embrioni ad altre coppie oppure destinarli alla ricerca, per un totale di 15 criteri.

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Attali: la “guerra pacifica”

attali2Dal blog di Jacques Attali.

Dopo la “guerra”, il “dopo guerra” e la “guerra fredda, gli ottimisti ci hanno spiegato che siamo entrati in un periodo che può essere definito come la “fine della storia”, la “pace perpetua” di cui parlava Kant. I pessimisti pensano al contrario che è iniziato un periodo di caos, dove il terrorismo e la mancanza di diritto spazzeranno via le nazioni. in realtà, questa nuova fase della storia del mondo dovrà senza dubbio essere conosciuta attraverso il nome della “guerra pacifica”, e vedrà opporsi essenzialmente gli Stati Uniti e la Cina.
Questi due Paesi sono ormai le due maggiori potenze economiche del mondo, davanti al Giappone e alla Germania. Esse sono incredibilmente interdipendenti: gli americani hanno potuto finanziare la loro crescita attraverso il risparmio cinese, permettendo ai più poveri tra essi, artificialmente arricchiti attraverso al sopravvalutazione aritificiale delle loro abitazioni, di acquistare prodotti cinesi; dando  a loro volta alla Cina  mezzi per impegnare un enorme risparmio. Le loro elite si compenetrano: nel momento in cui i cinesi vanno in massa a studiare nelle università americane, il Presidente Obama annuncia la sua intenzione di inviare nei prossimi quattro anni almeno 100.000 giovani americani  a studiare in Cina.
Questi due Paesi sono anche, sempre di più, rivali in innumerevoli campi; e li si vedrà affrontare su tutti i terreni: pertrolio, materie prime, ecologia, controllo dei mari, influenza in Africa, Asia Centrale, Russia e le stesse India e Europa. Il mese prossimo, si scoprirà per esempio che la Cina produce e commercializza aerei civili in concorrenza a Boeing e Airbus. tutta la geopolitica sta cambiando. Nel Pacifico, (dove gli Usa credono, dopo la sparizione dell’ Urss, essere divenuti i soli padroni) le due superpotenze inizieranno a misurarsi militarmente: La Cina dispone ormai di armi balistiche sufficientemente precise per distruggere naviglio navigante fino a 1500 Km dalle proprie coste, scacciando da quelle zone le cinque portaerei americane che qui regnano. Domani, si misureranno militarmente anche in Asia del Sud e Centrale. E’ possibile anche in Siberia.
La crisi economica attuale segna l’inizio di questo conflitto: la Cina si preoccupa di vedere il proprio risparmio sciogliersi con l’indebitamento statale americano che, a sua volta, denuncia la sopravvalutazione della moneta cinese. Gli Stati Uniti, che pensano di essere diventati la sola superpotenza e vedono la Cina rafforzarsi nel tempo e insegnare loro ciò che dovrebbero fare per non andare stabilmente in declino.

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Carta dei Cento per il libero WI-FI

free wifiVia sito di Mercedes Bresso il testo della Carta dei Cento per il libero Wi-Fi e la pagina facebook su cui è pubblicato

LA CARTA DEI CENTO PER IL LIBERO WI-FI
Il 31 dicembre 2009 sono in scadenza alcune disposizioni del cosiddetto Decreto Pisanu (”Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale”) che assoggettano la concessione dell’accesso a Internet nei pubblici esercizi a una serie di obblighi quali la richiesta di una speciale licenza al questore.
Lo stesso Decreto, inoltre, obbliga i gestori di tutti gli esercizi pubblici che offrono accesso a Internet all’identificazione degli utenti tramite documento d’identità .
Queste norme furono introdotte per decreto pochi giorni dopo gli attentati terroristici di Londra del luglio 2005, senza alcuna analisi d’impatto economico-sociale e senza discussione pubblica. Doveva essere provvisoria, ed è infatti già scaduta due volte (fine 2007 e fine 2008) ma è stata due volte prorogata.
Si tratta di norme che non hanno alcun corrispettivo in nessun Paese democratico; nemmeno il Patriot Act USA, approvato dopo l’11 settembre 2001, prevede l’identificazione di chi si connette a Internet da una postazione pubblica.
Tra gli effetti di queste norme, ce n’è uno in particolare: il freno alla diffusione di Internet via Wi-Fi, cioè senza fili. Gli oneri causati dall’obbligo di identificare i fruitori del servizio sono infatti un gigantesco disincentivo a creare reti wireless aperte.
Non a caso l’Italia ha 4,806 accessi WiFi mentre in Francia ce ne sono cinque volte di più.
Questa legge ha assestato un colpo durissimo alle potenzialità di crescita tecnologica e culturale di un paese già in ritardo su tutti gli indici internazionali della connettività a Internet.
Nel mondo la Rete si apre sempre di più, grazie alle tecnologie wireless e ai tanti punti di accesso condivisi liberamente da privati, da istituzioni e da locali pubblici: in Italia invece abbiamo imposto lucchetti e procedure artificiali, contrarie alla sua immediatezza ed efficacia e onerose anche da un punto di vista economico.
Questa politica rappresenta una limitazione nei fatti al diritto dei cittadini all’accesso alla Rete e un ostacolo per la crescita civile, democratica, scientifica ed economica del nostro Paese.
Per questo, in vista della nuova scadenza del 31 dicembre, chiediamo al governo e al parlamento di non prorogare l’efficacia delle disposizioni del Decreto Pisanu in scadenza e di abrogare la previsione relativa all’obbligo di identificazione degli utenti contribuendo così a promuovere la diffusione della Rete senza fili per tutti.

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Obama: Copenhagen meglio di Kyoto?

hotworldBarack Obama non andrà a mani vuote a ritirare il Premio Nobel ad Oslo. Il giorno prima, infatti, passerà da Copenhagen per mettere sul piatto del vertice  il Disegno di legge approvato dalla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti che prevede il taglio delle emissioni entro il 2020 del 17% rispetto ai livelli del 2005, raggiungendo  più del 40% nel In realtà lo stesso Senato USA ha costruito in Commissione un testo ancora più audace che prevede tagli del 20%, proposta ancora bloccata però dlla discussione e approvazione della riforma sanitaria americana. L’obbiettivo rientrerebbe nella linea che si è data l’Unione Europea che ha proposto tagli del 20%. Il Piano americano, secondo fonti della stessa Casa Bianca,che verrà proposto dal Presidente Obama, conterrebbe una graduale riduzione della produzione di gas serra secondo una road map che prevede il 30% entro il 2025 fino al 42% entro il 2030. Le cifre rappresenterebbero comunque un taglio più impegnativo rispetto a quello dello stesso protocollo di Kyoto che prende riferimento le emissioni di gas serra del 1990.

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Una storia banale da Pronto soccorso

chirurghiUna semplice riflessione a margine di un’esperienza di qualche giorno fa. Chiamato al Pronto Soccorso del mio Ospedale, visito un signore di circa 70 anni con sangue nelle urine. Ben presto il quadro è chiaro: la vescica è completamente ostruita da una neoplasia ed in realtà il sangue esce senza controllo, per meglio dire rigurgita dalla vescica stessa. Pare sia da almeno una settimana in queste condizioni. Gli esami eseguiti d’urgenza dimostrano una anemia molto grave, attendendomi uno shock da un momento all’altro. Ma  non sta qui il problema.
Esiste in questi casi una “linea d’ombra”, o meglio un periodo variabile compreso tra il momento in cui decidi un atto importante come un intervento d’urgenza di cui non sai bene l’esito ed il momento in cui inizi effettivamente l’intervento, dove la tua mente si resetta e si concentra solo sulle cose fondamentali. Spesso c’è la possibilità, malgrado le condizioni della persona a te affidata, di cercare di capire un po’ meglio le coordinate di questa vita che hai incrociato. E data la situazione questo momento non può essere fatto di chissà quante parole, di chissà quali ragionamenti; e viene speso con estrema franchezza e sincerità. E’ un incontro per forza di cose veloce e spesso duro, senza scampo dove è difficile mentire. La storia in realtà è semplice: una moglie anziana e malferma e soprattutto un figlio disabile di quarantacinque anni su una sedia a rotelle. La preoccupazione di tornare a casa il più presto possibile per continuare ad accudire il tutto. Non c’è questa volta malasanità, liste d’attese lunghe, errori diagnostici o altre cose del genere. Una storia banale, in fondo. Ma la cosa che mi ha davvero colpito è il fatto che nessuno si sia accorto di nulla. Siamo in una società in cui la nostra vita sembra tracciabile in ogni istante: le telecamere sparse nella città, gli orari in cui compiano un prelievo al bancomat o paghiamo con una carta di credito, il momento e la zona dove facciamo una telefonata e mille altri nostri segni. Ma nessuno ha “tracciato” cosa stava avvenendo in una famiglia di normali possibilità, dove la cura di un figlio è affidata ad un uomo di settant’anni che aspetta fino all’ultimo ed arriva con le proprie gambe in condizioni disastrose al Pronto Soccorso. Quest’uomo potrà avere anche qualche colpa, qualcosa che sconfina nella paura o nell’omissione. Però, il succo, continua ad essere che nessuno si è accorto di nulla prima: questo è molto più che preoccupante.

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Micropori

C’è qualcosa di veramente meraviglioso in ciò che sono riusciti a fare i bioingegneri dell’Università di Cincinnati: micro fori                piccolissimi in una membrana grandi come un’elica di DNA. L’intuizione su come ottenere questo risultato è leggibile sul prossimo Nature Nanotechnology, semplice a dirsi e molto, molto meno a farsi: prendere a prestito il modo con cui i virus entrano nei batteri e li utilizzano per trasferire il loro dna e sopravvivere. Il virus in questione (che per la cronaca si chiama Phi 29) riesce infatti ad infettare i batteri grazie all’azione di sei molecole di RNA (acido ribonucleico) che buca la loro membrana della grandezza necessaria a far passare il proprio materiale genetico. I ricercatori hanno fatto più o meno la stessa cosa bucando però una membrana artificiale fatta da molecole di acidi grassi. Le applicazioni possibili della possibilità di ottenere dei nanopori è sicuramente tutta da scoprire, anche se è già pensabile pensare ai trasferimenti di parti di geni o alla microiniezione di farmaci in maniera estremamente mirata anche da cellula a cellula fino a determinare la natura del materiale che passa dallo stesso piccolissimo foro.

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Barack Obama ed i conti della recessione.

obama_1” Gli operatori finanziari usano tutta la loro influenza per mantenere lo status quo che ha massimizzato i loro profitti a spese dei consumatori, nonostante il fatto che questi ultimi li abbiano salvati dalle cattive decisioni che avevano preso”. Questo è il commento che ieri il Presidente degli USA, Barack Obama, ha reso agli organi di informazione, quasi complementare alle stime del Wall Street Journal che ha rilevato come nel 2009 i primi 23 istituti di credito americani registreranno ricavi per 437 miliardi di dollari, superando il record di 345 miliardi del 2007. Segnalo inoltre un interessante articolo comparso sul “Ilsole24ore” di oggi a firma di Morya Longo sui conti della recessione, dove si dimostra come grazie agli aiuti pubblici gli istituti bancari aumentano gli utili, siano stati dimezzati i crediti alle imprese, i cittadini pagano con disoccupazione, maggiori tasse e minori servizi dallo Stato. Il Sole 24 ore, ovvero il maggiore giornale della nuova sinistra italiana!

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H1N1: a cosa serve l’emergenza sanitaria americana?

swine fluA cosa serve lo stato di emergenza sanitaria proclamato dal Presidente Obama nei confronti dell’influenza H1N1? Perchè scegliere questo approccio? Semplicemente per eliminare diverse procedure burocratiche che stanno intralciando la distribuzione dei vaccini e la gestione della pandemia. Non si tratta quindi di una decisione presa per la gravità della malattia in se stessa, quanto per – come affermato dal comunicato della Casa Bianca – “aiutare gli ospedali a gestire il crescente numero di pazienti contagiati autorizzando se necessario, e valutando caso per caso, la revisione di alcuni standard federali preesistenti”. Una flessibilità pragmatica, quindi, tutta americana anche se continuano a rimanere dubbi sulla effettiva necessità di una vaccinazione di massa, modalità scelta dagli esperti sanitari americani per fronteggiare la pandemia. Gli stessi dati – diffusi dall’OMS circa una settimana fa – sull’impatto dell’ H1N1 devono far riflettere: I deceduti per la febbre suina sarebbero nel mondo circa 5000 con 414.000 casi confermati (ma il dato è considerato comnque sottostimato) -; 269 decessi in Europa dei quali 4 in Italia e circa 1500 ospedalizzazioni.

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APPELLO AI NON ISCRITTI PER MARINO SEGRETARIO DEL PD

Noi, estensori di questo Appello, siamo persone dalla diversa formazione politico-culturale, accomunate però dalla ricerca di un’alternativa laica e progressista al governo delle destre conservatrici e reazionarie.

Non siamo iscritti al Partito Democratico, del quale abbiamo visto chiaramente, fin dalla nascita, tutti i limiti culturali e programmatici.
Nonostante ciò, però, siamo consapevoli che una qualsiasi strategia di “cambio” politico in questo paese debba passare attraverso ciò che si muove e si raccoglie nel PD.
Per questo siamo interessati a quanto oggi accade in quel partito e in particolare al suo prossimo congresso nazionale.
Riteniamo utile alla costruzione di un’alternativa politica progressista, laica, radicale e socialista che, come segretario del PD, prevalga una persona al di fuori dei vecchi apparati di partito post-comunisti e post-democristiani, una persona che abbia già dimostrato di considerare l’impegno politico con spirito di servizio e non come una professione remunerativa, una persona che abbia già dimostrato con la sua attività parlamentare di considerare con serietà e rigore il tema della laicità dello Stato e delle libertà civili, questioni sulle quali da anni si sta verificando un arretramento pauroso nel nostro paese.

Per questo, seppure non militanti del PD, invitiamo a partecipare alle elezioni primarie del prossimo segretario del Partito Democratico e a sostenere il senatore Ignazio Marino.

Andrea BUONAJUTO, Partito Socialista-Sinistra e Libertà (Quarto-Napoli)
Elio CAPRIATI, scrittore, Circolo Rosselli (Napoli)
Pino FALCI, docente universitario (Catania)
Gianclaudio MORINI, Radicalei (Roma)
Gino DI MARO, avvocato (Milano)
Andrea PISAURO, consigliere nazionale del Partito Socialista- Sinistra e Libertà (Roma)
Demi ROMEO, Federazione dei Giovani Socialisti – Ass. radicale Agorà Digitale (Reggio Calabria)
Raffaela TREQUATTRINI, Consulente in servizi di Immagine e Comunicazione (Terni)
Carmelo SICILIA, docente (Capo d’Orlando)
Claudia VESCHINI, membro del direttivo del Partito Socialista di Deruta (Deruta- Perugia)
Georgios SPIROPULOS, (Terni)
Rossana PERITORE, Consulente Assicurativo (Bologna)

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