Quando leggo sui giornali della bagarre che si è accessa su traffico e smog – storia che conosco bene come alcuni sapranno – e sulle diverse dichiarazioni degli attori di questa storia, mi viene in mente Galileo: “Parmi d’aver per lunghe esperienze osservato tale essere la condizione umana intorno alle cose intellettuali, che quanto altri meno ne intende e ne sa, tanto più risolutamente voglia discorrerne; e che, all’incontro, la moltitudine delle cose conosciute ed intese renda più lento e irresoluto al sentenziare circa qualche novità”.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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come candidato nella lista “Insieme per Bresso” il mio impegno sarà certamente fermo per ostacolare una norma che ruberà un anno di formazione ai nostri giovani proprio in un momento della loro vita particolarmente importante per il loro sviluppo e per le scelte che influenzeranno la loro vita futura.
Per questo accettiamo la sfida del governo della nostra Regione e chiediamo il sostegno di tutti coloro che pensano che la divisione e la paura non siano programmi politici.
Non abbiamo paura di essere riformisti perchè sappiamo che riformismo significa discutere e confrontarsi per convincere, non imposizione dall’alto; perchè non si può fare il bene delle persone “malgrado” ciò che le persone stesse pensano. Il nostro riformismo non è una “mezza misura”, ma al contrario le fermezza delle nostre convinzioni con la certezza che queste non valgono nulla se non ottengono la partecipazione dei cittadini.
Non abbiamo paura dell’innovazione nelle sue diverse forme, ma anzi la ricerchiamo.
Non abbiamo paura di confrontarci con il mercato quando questo è sano e correttamente vigilato. Non abbiamo paura di riconoscere le disfunzioni della cattiva amministrazione e il ruolo positivo delle imprese in diversi settori, ma sappiamo che esistono eccellenze della gestione pubblica che forniscono servizi di alta qualità ed al minor prezzo possibile che vanno salvaguardati.
Non abbiamo paura della crescita e dello sviluppo nel campo della salute, perchè il nostro obbiettivo è il benessere delle persone. Nuove tecniche, nuovi farmaci, nuovi sviluppi dell’ organizzazione sanitaria non possono che avere un fine: la crescita della nostra salute, la risposta ai nostri bisogni di benessere e di accesso alle cure. Un ospedale non serve a coloro che vendono farmaci o attrezzature, ma ai cittadini che ne usufruiscono.
Non abbiamo paura dell’innovazione tecnologica, perchè non crediamo ai miti di un passato in cui si stava meglio.
Non abbiamo paura nella possibilità di convivenza delle diverse culture, perchè siamo ben coscienti della maturità e dello sviluppo del nostro cammino nel secoli e non abbiamo paura del confronto. Uomini che possiedono valori e principi forti e consolidati, non avranno mai paura del confronto e non avranno paura di arrivare ad un accordo perchè sanno in che cosa credono.
Noi crediamo negli uomini che tutti i giorni prendono decisioni e non hanno paura di fare il proprio lavoro, che hanno il coraggio di lavorare con una pressa o un tornio, di impegnarsi in un intervento chirurgico, di cambiare le regole del proprio lavoro rischiando anche il benessere economico della propria famiglia, di progettare un ponte e di costruirlo, di scegliere di lavorare in condizioni difficili ed incerte, di essere lì dove altri non vogliono essere.
Noi crediamo che Mercede Bresso in tutti questi anni abbia dimostrato di sapere e volere scegliere, anche quando altri non avevano il coraggio di farlo. Anche per questo abbiamo scelto di sostenerla e di impegnarci con Lei. Scegliendo il coraggio dell’innovazione e del progresso al posto di governare sulle paure.
(di Antonio Cianciullo via Repubblica web)
Qualche zoommata: i bambini inglesi riconoscono più facilmente i diversi Pokémon che le specie di fauna selvatica; i bambini americani di due anni non sono in grado di leggere la lettera M, ma molti riconoscono gli archi a forma di M dei ristoranti McDonald’s; due cani pastore tedeschi consumano più risorse in un anno di un abitante medio del Bangladesh. E un dato d’assieme: i 500 milioni di individui più ricchi del mondo (circa il 7 per cento della popolazione globale) sono responsabili del 50 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica, mentre i 3 miliardi più poveri sono responsabili di appena il 6 per cento delle emissioni di CO2. (…)
Il primo rischio è quello del “mito dei modelli”, che si riferisce alla convinzione di come sia possibile applicare alla sanità modelli di analisi, valutazione e controllo propri di altri settori, sperimentati nelle realtà private di produzione e scambio di beni. Così come la fiducia nell’importare nel settore sanitario modalità manageriali tipiche di altre realtà. L’organizzazione della salute ha infatti peculiarità e complessità riconosciute che non permettono queste trasposizioni.
Un secondo mito da cui guardarsi è quello definito come quello della “cassetta degli attrezzi”. L’impiego di nuovi strumenti di gestione fornisce spesso l’impressione, soprattutto tra gli operatori sanitari, di essere un moltiplicatore di informazioni (veri epropri metri cubi di tabulati) non utilizzabili a fini decisionali. La capacità dilettura di questa gran massa di informazioni è infatti ancora estremamente modesta e le ricadute sui processi di decisione sono del tutto ionsoddisfacenti.
L’ultimo è quello della “quadratura dei conti” dove l’errore è considerare l’equilibrio economico-finanziario come un obiettivo, a volte anche l’unico, da raggiungere e non come un vincolo da rispettare. La preoccupazione è che l’attenzione nei confronti dell’efficienza possa far passare in secondo piano quella dell’efficacia sul contributo che le prestazioni della sanità possano portare al miglioramento dei livelli di salute collettiva e di capacità di rispondere ai bisogni, sempre in trasformazione, della popolazione. Un eccesso di efficientismo potrebbe portare a dimenticare la valutazione dell’efficacia complessiva del servizio, la capacità di un’azione di raggiungere l’obbiettivo per la quale era stata congeniata.
Tenendo conto di tutto ciò risulta chiaro come il riferirsi a modelli “lombardi”, porsi come fine l’efficienza senza prendere in considerazione l’efficacia delle prestazioni, riferirsi a semplici dati economici, siano posizioni che gettano fumo negli occhi e che non portano da nessuna parte. Posizioni, peraltro, come sempre portanti nel centrodestra piemontese e nazionale.