Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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Leggo dapprima (su Lo Spiffero) che Fassino si porterà dietro in Comune un addetto stampa che costerà quasi 1 milione di Euro in 5 anni. Poi su faccialibro (sarebbe Facebook, ma provo a fare a meno degli anglismi) commenti soddisfatti sull’accordo tra Comune e Regione per non aumentare il costo dell’abbonamento ai mezzi pubblici agli studenti. Ci mancherebbe altro! Il problema, lo ammetto molto personale, è che non capisco che diavolo ho votato alle ultime amministrative. O perlomeno sono sempre più convinto che mettere e riempire le caselline “destra – sinistra” non abbia più alcun senso. (altro…)
L’altra sera discutevamo sulle politiche antinquinamento. Andando avanti nella discussione continuavo a rendermi conto della poco corretta informazione che esiste ancora sull’argomento e quindi sulle difficoltà che incontrano, anche a livello di comprensione, le politiche ambientali. Un fatto, però, ha sorprendentemente cambiato la discussione e ricondotta nei termini corretti comprensibili a tutti. Il fatto è semplice: il carbonio (e quindi semplificando i suoi composti) rimane a lungo nell’atmosfera: praticamente quasi cento anni, e si accumula. (altro…)
Perchè “destrutturare” la politica? Cosa significa veramente uscire dallo schema destra/sinistra e parlare di post-ideologia? Una risposta semplice ed apparentemente ingenua è quella che ci ricorda come l’attuale “politica” non riesca più a leggere la realtà nè a modificarla in meglio, cose che dovrebbero essere alla base della sua stessa natura. ad esempio basta pensare a cosa succede nella realtà fisica che viviamo. (altro…)
di Alessio Vianello, portavoce di Verso Nord
Un anno fa, il manifesto di Verso Nord è nato sull’emozione di una domanda chiara e semplice: l’Italia è ancora un paese dove poter immaginare il futuro dei nostri figli? Un’anno dopo, constatiamo che l’analisi fatta allora è confermata drammaticamente in questi giorni e che una risposta positiva ancora non ci può essere. (altro…)
Cosa ne pensa il Governo della Regione Piemonte sui ticket sanitari? La domanda non è oziosa, perchè in realtà la norma ormai in via di approvazione sull’imposizione di contributi alle prestazioni sanitarie lascia la possibilità alle Regioni di far pagare il ticket intero, di distribuirlo in diversi miniticket o di non farlo pagare recuperando risorse da altri capitoli. L’Importante per il Governo Bossi-Berlusconi è che le Regioni si accollino la spesa sanitaria scaricando lo Stato: forse un nuovo modo di intendere il federalismo fiscale. Per ciò che attiene il Piemonte il ticket sulle visite specialistiche vale circa 29 milioni di Euro come ci informa il Sole24Ore e su queste cifre bisognerà ragionare in Piazza Castello. Nulla però ci è pervenuto sulla volontà del Governo Regionale del Piemonte in merito. Una decisione che può nascondere una partita più articolata e che tocca il nodo della sanità privata. Sono diverse, infatti, le considerazioni che giungono da diverse parti sull’eventuale regalo che questa norma potrebbe fare ad una strisciante privatizzazione sanitaria. Se la norma non verrà congegnata in modo perfetto, si potrebbe verificare il caso che il superticket si assommi alla franchigia e quindi si potrebbe arrivare ad evitarlo pagando solo la franchigia al privato ed eseguendo esami e valutazioni specialistiche nel privato. Senza nessun livore “pubblicistico” balzerebbe comunque immediato all’occhio una distorsione del “mercato” sanitario a mio avviso insostenibile e soprattutto svantaggioso per chi non possiede redditi “forti”. La risposta sulla volontà di normare in Piemonte questa nuova tassazione non è quindi “neutra”, ma potrà farci capire quali siano le linee guida del Governo verde-blu sulla salvaguardia delle prestazioni pubbliche e quali idee esistono in merito al rapporto pubblico-privato in sanità
Sta per iniziare un grande esperimento di economia ambientale: l’introduzione della carbon tax in Australia, una tassa sulle emissioni di anidride carbonica che andrà a colpire i 500 maggiori gruppi inquinanti di quel Paese. Dopo le esperienze parziali e poco convinte europee, questa può definirsi l’intervento più ambizioso a livello mondiale da osservare senza dubbio con molta attenzione. Si passa cioè per la prima volta dalla teoria alla pratica, e questo in un Paese che ha indici di inquinamento molto alti dovuti fondamentalmente alla dipendenza energetica dal carbone (soprattutto per la produzione di energia elettrica) e che è responsabile di circa l‘1,5% delle emissioni mondiali di gas serra. (altro…)
Vedremo se le manterranno, ma alla voce “misure di compartecipazione all’assistenza farmaceutica e sulle altre prestazioni erogate dal Sistema Sanitario Nazionale, rimangono ad oggi i nuovi ticket sulle prestazioni sanitarie che saranno attivi dal 2014. Dentro c’è un po’ di tutto: dai ricoveri ospedalieri, alle prestazioni radiologiche, dalle visite specialistiche ai farmaci e via discorrendo. Ma il punto odioso di questo provvedimento è che tali pagamenti per prestazioni si sommerebbero a quelli già presenti in alcune Regioni, arrivandosi quindi ad un doppio ticket peraltro diverso nelle varie Regioni. Dal punto di vista dell’economia sanitaria sono diversi gli studiosi che hanno analizzato l’impatto sul risparmio sanitario con il risultato di non considerarli dei calmieratori di spesa pubblica, ma anzi in diversi casi dei moltiplicatori di spesa. oltre infatti alle diversità che si creerebbero sul territorio nazionale, spicca la considerazione che l’introduzione di questa tassa provocherebbe, man mano che si scende dalle famiglie con maggior potere d’acquisto a quelle con maggiori difficoltà, ritardi di diagnosi e difficoltà maggiore d’accesso alle prestazioni sanitarie con un supplemento successivo di spesa sull’intera comunità data dalla necessità di assistere persone con stati più avanzati di malattia e con necessità di maggiori tempi di ospedalizzazione e di cure. Resta il fatto che la nuova norma permette comunque la possibilità, per le Regioni che prevedono già un Ticket, di adottare provvedimenti di riduzione delle “misure di compartecipazione”, purchè venga assicurato comunque l’equilibrio economico-finanziario attraverso misure “alternative” .
Se dovessimo avere un sogno, impegnarci per qualcosa, sicuramente il nostro pensiero desidererebbe qualcosa di meglio dello scoprire che in una finanziaria è nascosto un congegno ad orologeria “ad aziendam” o spremerci le meningi per comprendere l’abile mossa tattica del maggior partito d’opposizione che si astiene sulla vita o morte delle province. Ci piacerebbe batterci per qualcosina di più, qualcosa che possa farci ricordare, che so’, lo statuto dei lavoratori o l’instaurazione del sistema sanitario nazionale per tutti. Posso perfino capire i leghisti, sedotti dall’idea del federalismo, anche se quell’idea, quando è nata, serviva ad unire qualcosa come gli Stati ribelli americani e che è stata un filone che ha portato all’unità italiana; non questa cosetta ignorante che vorrebbero rovesciarci addosso. Se il Pd è sempre più inguardabile, non è che il dipietrismo di ritorno che accende queste baruffe chiozzotte sia tanto meglio: l’universo dei valori non mi sembra molto più aperto. Direi che è davvero giunto il momento di riscoprire il gusto della contesa politica su cose questa volta serie. Qualunque vogliate, ma serie.
Cota – ed il fido Ravello – sopprime il bollino blu per il controllo delle emissioni delle automobili. Prossima mossa – dal momento che ad interim regge la sanità – sarà l’abolizione dei controlli della pressione arteriosa e della glicemia.