Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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Il silenzio del Pd e Sel sulle banche

Un bell’articolo di Giuliano Garavini su Pubblico che vale la pena di leggere

Ci sono delle cose dell’economia che non possono essere dette in pubblico. Una di queste, lo sottolineano acutamente sia Luciano Gallino che Paul Krugman in recenti contributi, è che la crisi che stiamo vivendo non è una crisi del debito pubblico ma una crisi della finanza. In altre parole: le banche e la loro regolazione sono il male, mentre il debito pubblico non è che una manifestazione di questo come di altri mali che andrebbero curati alla radice. L’ulteriore riprova dell’indicibile è il “decalogo” prodotto dal Partito democratico in vista delle prossime elezioni politiche. Nella carta in questione si cercheranno inutilmente i termini “banche” e “finanza”. Il paradosso è che mentre si cercano soluzioni al delitto della crisi economica, i maggiori indiziati – ricercati dai movimenti sociali di tutto il mondo – non figurano neppure. Per inciso: anche nella carta d’intenti di SEL, pur trovandosi un meritorio riferimento alla necessità di rinegoziare i trattati europei e di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, le parole sulla riforma del sistema bancario sono sostanzialmente assenti.

Il mondo si scalda

James Hansen non è proprio l’ultimo arrivato. Direttore dell’Istituto Goddard per gli studi della Nasa, aveva già presentato un rapporto al Senato degli Stati Uniti in cui aveva ipotizzato un aumento del riscaldamento climatico causato dalle attività dell’uomo. Oggi ha rincarato la dose in un articolo sul Washington Post, dichiarando di essere stato anche troppo ottimista rispetto alle previsioni. Le stesse ondate di caldo e siccità del 2003 in Europa e del 2010 in Russia sarebbero causate proprio dall’aumento delle attività climalteranti umane, con l’aggravante di un incremento della velocità che non promette nulla di buono

Mercedes Bresso in attesa della sentenza di Palazzo Spada. A domani?

Lo Spiffero lancia la notizia del deposito della sentenza del Consiglio di Stato sul “caso Giovine” ed anticipa alcuni rumors sul possibile esito favorevole a Mercedes Bresso, con conseguente messa in mora della Presidenza di Roberto Cota della Regione Piemonte. Il tutto si attende per domani. In sostanza verrebbe accolto il ricorso che sostiene come falsa la legittimità della Lista Pensionati per Cota con la necessità di annullare le elezioni del 2010. L’esito finale dovrebbe però essere scritto non prima del pronunciamento del terzo grado della Cassazione che, verosimilmente, arriverà tra qualche mese e lasciando quindi ipotizzare o la surroga automatica con Mercedes Bresso Presidente, o un nuovo ricorso alle urne che potrebbe svolgersi in concomitanza con le elezioni nazionali. Forse giustizia verrà ristabilita…

Legge elettorale: il nuovo che avanza

In alcuni resoconti web, emerge che esiste una regia a due nella trattativa per la nuova legge elettorale. Gli sherpa sarebbero Denis Verdini (lato B) e Maurizio Migliavacca (Lato Ohè ragassi). Sicuramente due politici navigati e di esperienza, completamente fiduciari dei rispettivi leader e profondi conoscitori siadelle regole elettorali che delle rispettive pance di partito. Poco si sa di cosa si dicono quando si incontrano, ma sembra che la stima sia reciproca. Il problema, forse, è proprio che nessuno ne sa molto di cosa si raccontano e che lasciare in mano ai due “expertiseé” una materia che certamente riscuote l’interesse di almeno una ventina di milioni di italiani non sembra una grande mossa. Insomma, anche per la legge elettorale potremo contare sul nuovo che avanza. Dalla volta scorsa…

Ilva Taranto: chi è parte del problema non può risolverlo

Poniamo il caso dell’Ilva di Taranto, che certamente non è nuovo. E’ un problema serio che si ripresenta ciclicamente: la scelta di chiudere uno stabilimento certamnete inquinante a fronte di centinaia di posti di lavoro. Sarebbe lungo e difficile discettare sull’argomento in questa sede e serietà ci impone di rimandare nelle giuste sedi la discussione – che in realtà non dovrebbe essere così riproposta. Un fatto mi sembra inaccettabile. Le stesse facce che hanno portato l’Ilva a queste conseguenze, soprattutto politiche ma anche di manager pubblici e privati, sono ancora una volta chiamati a livello mediatico a discutere e trovare soluzioni. Ecologicamente bisognerebbe, innazitutto, prendere questi giornalisti, politici, industriali e farli tornare a casa senza molestarci ulteriormente. Se non sono riusciti a risolvere il problema prima, non vedo come possano contribuire a farlo adesso. Iniziamo da qui, poi il resto viene da sé…

Capitani d’impresa, non di ripresa

Se è pur vero che alcune delle facce politiche che appaiono in Tv possono essere tranquillamente accusate di aver portato alla deriva il nostro Paese, non mi sembra corretto invocare la discesa in campo di molti degli attuali “capitani d’industria” che possono essere, altrettanto tranquillamente, di aver portato alla bancarotta l’Italia, avendo perseguito le peggiori “politiche” industriali d’Europa. Se una manifattura o servizio non è in grado d’innovare (che non significa fare le cose velocemente, ma fare altre cose), di essere a posto con i bilanci, di vivere in maniera parassitaria sulla groppa dello Stato, di non essere in grado di competere nel mercato globale, non penso che tutta la colpa sia dei politici. Esistono anche Manager e capi d’impresa che semplicemente non sanno fare bene il proprio lavoro e che andrebbero censurati alla stessa maniera dei politici di cui sopra. E che quindi fioriscano nell’agone politico molti di questi “industriali” proponendosi come salvatori della Patria, mi lascia un “pochetto” interdetto. Ohibò!

Porcellum estivo

Per chi non se ne fosse avveduto, stiamo assistendo ad una grandiosa melina sulla legge elettorale per non dover andare ad elezioni anticipate. Pd e Pdl non hanno nessun interesse né a mollare un sistema che garantisce una composizione sicura delle fila parlamentari, né a correre al voto presentando coalizioni che non sono ancora pronte nei fatti. Lo stesso Berlusconi sta lavorando alla formazione di una nuova offerta politica ed ha bisogno di tempo per metterla in carreggiata e tentare di riprendere quanti più voti possibile. Dall’altra parte, malgrado la vittoria sembra a portata di mano, Bersani non ha certamente ancora “coagulato” una maggioranza  in grado di portare fuori dalla tempesta senza particolari turbolenze. Oltre al fatto che l’avvicinarsi all’orizzonte di nuovi gruppi politici “centristi” – leggi i vari Giannino, Montezemolo o Passera – necessita un sistema in grado di smorzare la loro capacità di interdizione,  riconducendoli all’obbligo di cercare alleanze nelle diverse coalizioni, pena l’emarginazione politica. E cosa meglio del “porcellum”?

I deboli e la Repubblica

(…) Tutto questo è avvenuto per la nostra secolare debolezza morale – nonostante gli splendidi esempi di grandezza che onorano il nostro passato e il nostro presente -. Per debolezza morale intendo quello che tanti scrittori politici hanno spiegato, ovvero la poca stima di se stessi, che a volte maschera di arroganza, che rende inclini ad accettare di dipendere da altri uomini. Dato che ritengo di valere poco, perchè non dovrei servire i potenti, se ne traggo buon profitto? Accanto a questa di carattere generale, o di contesto, bisogna poi tenere presente, per capire che cosa è avvenuto in Italia, quello che ho chiamato il “tradimento delle élite” politica, intellettuale e imprenditoriale di impedire la formazione del potere enorme di un uomo che ha distruttolalibertà dei cittadini. Si può discutere se era possibile impedire che le cose andassero in questo modo e quali siano stati gli errori più gravi di questo o di quel leader politico. Si può e deve discutere se sia mancata più la saggezza o più la buona volontà. Ma quel che conta sono i fatti e i fatti sono inoppugnabili: chi aveva il dovere di difendere l’integrità della Repubblica non l’ha fatto. (…)

Maurizio Viroli: “La libertà dei servi”; Laterza

San Firmino

Comunque è iniziata la Fiesta di San Firmino a Pamplona. Sia gloria sempiterna a Mr. Papa Hemingway…

Obama: ricordare, ricostruire, tornare più forti

Il Presidente Barack Obama ha autografato una trave del nuovo One World Trade Center di New York .

June 14, 2012. AFP PHOTO/Jewel Samad   (Photo credit should read JEWEL SAMAD/AFP/GettyImages)