Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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Primarie: il Pd e l’America

Sulla questione degli eventuali votanti di centrodestra alle primarie del centrosinistra, basterebbe capire qual è il tasso di ispirazione al sistema americano. Sì, perchè i maggiori praticanti del sistema di scelta del candidato attraverso elezioni preventive sono, appunto, gli americani. Innanzitutto il sistema di registrazione ad albi di elettori democratici o repubblicani non è presente in tutti gli Stati dell’Unione. Ma soprattutto, giusto per trasparenza, esistono da sempre elettori di uno schieramento che si organizzano e votano per il candidato dell’altro Partito. Così nessuno si scandalizza più di tanto se esistono gruppi organizzati come ad esempio quelli del “Republicans for Obama” e viceversa. Certamente ogni popolo possiede una storia a sè ma non sarebbe neppure un male capire  cosa succede da chi ha un’esperienza ormai centenaria, visto che richiamiamo quelle stesse esperienze quando ci fa comodo.

Zingales: non date da mangiare agli animali

Sul Grand Canyon c’è un cartello a caratteri cubitali che dice: “Non dare da mangiare agli animali selvatici”. In caratteri più picoli spiega che in questo modo gli animali perderebbero la capacità di andare in cerca di cibo, mettendo a repentaglio la loro sopravvivenza nell’ambiente naturale. Sono stati gli uomini a piantare il cartello. Se la questione fosse stata demandata agli animali, la maggior parte di loro avrebbero forse preferito non esporre alcun cartello: meglio approfittare della generosità dei turisti e tanti saluti alla sopravvivenza della specie, se questo significa dover rinunciare a un pasto senza fatica. Lo stesso vale per il mondo degli affari. Individualmente, ogni imprenditore ha vita più facile se foraggiato dal governo: ecco perchè si spende tanto in attività di lobby. Ma nel suo complesso il sistema di mercato peggiora. Come sarebbe pericoloso lasciare che fossero gli animali a dettare le regole dei parchi nazionali, è imprudente permettere agli uomini di affari di imporre le regole del business, perchè non tengono in considerazione quanto i salvataggi indeboliscano il funzionamento del mercato. Al pari di dar da mangiare agli animali selvaggi, sovvenzionare le grandi banche e imprese per evitare i dissesti finanziari sembra un atto caritatevole, ma alla lunga nuoce al beneficiario. Un Paese che protegge gli animali dall’azione corruttrice del cibo dei turisti dovrebbe anche proteggere il mondo delle imprese dalla corruzione dei sussidi”

Luigi Zingales: “Manifesto Capitalista” Rizzoli editore

Quando Grillo ha ragione (e anche Zingales).

Devo dire che su una cosa sono d’accordo con quello che ha detto oggi Beppe Grillo: la questione della Regione Lazio ed altre similari, rappresentano solamente “briciole” rispetto ad altre partite come quelle delle concentrazioni della produzione dell’energia, industriali, delle aziende municipalizzate e via discorrendo. Effettivamente credo che ci stiano dando in pasto solamente robetta che, giustamente, indigna e provoca sommovimenti emetici (vomito per intenderci), ma che non rappresenta la vera “ciccia” di tutto ciò che sta avvenendo non solo nel nostro Paese. E, politicamente, basterebbe incrociare questo argomento con quello che, ad esempio, scrive Zingales sulle concentrazioni di monopolio e sul capitalismo drogato, per capire che esistono davvero altre strade rispetto all’ordine attuale, Però bisogna mettersi a studiare di più e non lasciarsi “intortare” da qualche giornale o network televisivo che sia.

P.S. Avendo frequentato un po’ di aule consiliari e sapendo che il ruolo delle opposizioni ha, come pilastro, il controllo dei conti mi sorge una piccola domanda: ma l’opposizione di sinistra dov’era?

MetrObama

Come fare la patrimoniale

Il Partito Democratico propone l’introduzione di una “patrimoniale”. Bene, sono personalmente d’accordo. Ma dall’enunciazione alla pratica ne corre. Così, per non rimanere delusi dopo, bisognerebbe anche capire come farla. Non sto parlando di cifre, di linee guida su cui costruire una sorta di prelievo “equo”, di pratiche ragionieristiche. Semplicemente, per fare una patrimoniale in tempi certi, bisognerebbe avere un’anagrafe dei patrimoni aggiornata e sufficientemente complete ed attendibili. Oggi questa 2anagrafe” non esiste e quindi l’eventuale “patrimoniale” rimarrebbe un pio desiderio. Allora, per far capire che si fa sul serio in caso prevalesse alle prossime politiche la “versione” di Bersani, bisognerebbe iniziare a costruirla con un semplice atto legislativo del Parlamento che non credo proprio costerebbe granchè. Dal momento che non costa e che oggi esiste una maggioranza di cui fa parte lo stesso Bersani, giusto per non creare aspettative irrealizzabili, soprattutto nei tempi, si agisca di conseguenza. E gli elettori, sicuramente, gradiranno. Molto.

Un politico non parla della crisi: la risolve. Julio Velasco


Prendete queste parole di Julio Velasco e al posto di alzatore, schiacciatore, ricevitore, mettete “politico”.

Bill Clinton: discorso della convention democratica di Charlotte 2012 – traduzione italiano

Se si vuole comprendere cosa dovrebbe essere la politica, come e cosa dovrebbero dire i politici, un esempio recentissimo ed efficace è il discorso di Bill Clinton alla Convention Democratica di Charlotte dove Barack Obama ha ricevuto l’investitura di candidato democratico per le prossime elezioni presidenziali del 2012. Nei giorni scorsi è stato ampiamento analizzato, smontato e rimontato e molti lo considerano tra i migliori discorsi politici tenutisi per stile, puntualità, capacità di argomentazione e via discorrendo. Personalmente credo anch’io nell’importanza di questo discorso al di là della contingenza elettorale, ma ciò che davvero debba lamentarsi nel nostro Paese è la distanza tra un Bill Clinton e quello che normalmente sentiamo attraverso i media nazionali: con tutto il rispetto preferisco Bill Clinton a Beppe Grillo e ad altri politici affermati o meno della nostra povera Italia di oggi. Per farsi comunque un’idea propongo il video del discorso di Clinton e il link ad una buona traduzione dello stesso discorso in italiano a cura di Miriam Goi

Innovazione politica: l’esempio americano

Bill Clinton, durante il suo discorso alla Convention democratica di Charlotte che ha confermato Barack Obama come candidato, ha affermato che negli ultimi 52 anni, l’economia americana ha creato 66 milioni di posti di lavoro durante i 24 anni di governo democratico contro i 24 milioni rendicontati nei 28 anni di governo repubblicano. Gli americani, che noi spesso crediamo un po’ “fresconi”, amano controllare quello che i loro uomini politici dicono mediante il cosiddetto fact-checking. In questo caso l’onere del controllo se l’è preso la Cnn scoprendo che Clinton ha persino sottostimato i dati del periodo democratico e sovrastimato quelli repubblicani. Il fatto è stato ben ripreso da Luca De Biase e mi sembra davvero puntuale riportare il suo commento guardando le cose politiche di casa nostra.

Gli italiani sono abituati a sentir dire dai politici che i loro avversari mentono. E accolgono questo genere di affermazioni con un cinismo disperato. Ma una delle grandi riforme della politica della quale abbiamo bisogno è che almeno un poco del discorso politico sia basato su fatti documentati, ottenuti con un metodo condiviso. E si può scommettere che sarebbe un’innovazione capace di generare consenso nei politici che l’adottassero.

Mi sono stufato e Grillo non ha ragione, ma forse anche sì

Probabilmente ho difficoltà di digestione e non capisco bene come si sta muovendo la politica oggi. Leggevo quà e là alcune note trovate sul web sulle miniere del Sulcis, l’evasione fiscale, la giustizia, la necessità di rinnovamento, la crescita e via discorrendo. Non posso però davvero fare a meno di chiedermi dove eravamo tutti in questi ultimi anni. Per tenersi larghi, perchè, chiaramente, io so dove stavo negli ultimi anni. Però tutta questa foga di ricercare l’untore politico non mi convince più di tanto. Perchè se c’è l’evasione fiscale la politica avrà anche i suoi demeriti, ma la colpa rimane degli evasori. Così per il resto. Se il nostro Paese non cresce e le aziende tedesche sì, magari potremmo anche pensare che abbiamo una classe industriale che non è semplicemente in grado di fare quel lavoro e che è ora che la smetta di riempirsi la pancia con contributi pubblici per manifatture che essi stessi hanno portato alla cottura. E anche come capacità di venirne fuori non siamo messi meglio. Leggevo sul sito di Fermare il declino la storia delle miniere sarde ripresa giornalisticamente. Va bene, la storia la sappiamo e quindi? Se si vuole far politica bisognerebbe anche rispondere ai minatori e capire come farli uscire da una condizione estremamente “subordinata”, non a rammentargli la condizione del loro settore, che loro e tutti noi sappiamo. E poi tutti quanti pare abbiano smarrito come la politica debba incidere sull’idea di Giustizia che dovrebbe informare le nostre istitutzioni e le nostre scelte. Già, perchè è inutile continuare a parlare di crescita se poi non sappiamo quale idea base la distribuirà: tutta questa crescita promessa la daremo ancora una volta in mano, oltre alla vecchia politica, a industriali incapaci o evasori furbetti o economisti ragionieri? Mi sono davvero stufato di questo balletto di “esperti” che riducono tutto ad una partita di giro economica e che già in passato avevano preso qualche tram sbagliato. Mi sono anche stufato degli equilibrismi democratici, del nuovo “centrino” e di altre amenità del genere. Grillo, a mio modesto parere sbaglia, ma è comprensibile perchè muove gli aderenti del MoVimento 5 stars: sbaglia e non andrò con lui, ma certamente ci ha indicato una via utile, forse persino sana. Bisogna rimboccarsi le maniche da soli, senza attendere uomini del destino, darsi da fare senza rete, dal basso. Bisogna andare ancora oltre e non aver paura di non avere griffes.

La vela a Londra 2012

La vela nel mio cuore