Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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Nella 45a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Benedetto XVI ha inviato un messaggio sicuramente da tenere in considerazione e tutt’altro che banale.
Cari fratelli e sorelle,
in occasione della XLV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, desidero condividere alcune riflessioni, motivate da un fenomeno caratteristico del nostro tempo: il diffondersi della comunicazione attraverso la rete internet. È sempre più comune la convinzione che, come la rivoluzione industriale produsse un profondo cambiamento nella società attraverso le novità introdotte nel ciclo produttivo e nella vita dei lavoratori, così oggi la profonda trasformazione in atto nel campo delle comunicazioni guida il flusso di grandi mutamenti culturali e sociali. Le nuove tecnologie non stanno cambiando solo il modo di comunicare, ma la comunicazione in se stessa, per cui si può affermare che si è di fronte ad una vasta trasformazione culturale. (altro…)
Un interessante manifesto redatto dall’Associazione culturale di architetti di Torino “Cittàbella” da cui pescare per le prossime elezioni di Torino 2011
1. E’ la città della solidarietà, alternativa a quella dell’ estraneità che ha contribuito alla disgregazione sociale attuale, della mobilità sostenibile, dell’accessibilità per tutti.
2. E’ la città della ricerca e della conoscenza, della sperimentazione dello sviluppo energetico nel totale rispetto dell’ambiente e dello sviluppo economico rivolto al benessere di tutti i cittadini.
3. Risponde ad un modello organico, fatto di integrazioni e permeabilità, alternativo a quello funzionalista fatto di separazioni con interventi in altezza e infrastrutture, indipendenti tra loro e povero di socialità e coesione urbane. (altro…)
L’intervista dei giovani di Don Ciotti al Candidato a Sindaco di Torino Piero Fassino, già ripresa dal sito “Lo Spiffero”. Il punto sugli impegni, le alleanze, le priorità di Fassino
Non so perchè dovrebbe appassionarci la “disfida” delle primarie a Torino. Se è pur vero che dovrebbe esserci grande possibilità di scelta tra cinque candidati, nessuno sa bene cosa questi candidati rappresentino in termini di politiche per la città. Ad esempio cosa succederebbe alla tariffa dell’acqua ed all’azienda che gestisce, la Smat; come verrebbero riparate le buche delle strade; quanti nuovi asili nido o servizi verrebbero messi a disposizione; quanti spalaneve verrebbero impiegati in caso di nevicata. Già, gli spalaneve. Sono quelli ad esempio per cui un sindaco di Chicago si è dovuto dimettere non perchè non sono usciti per le strade, ma perchè sono usciti con un qualche ritardo, come ci ricorda John Podesta nel suo libro sui progressisti americani. Saranno anche banalità secondo molti ma qualsiasi candidato alla carica di Sindaco di una grande città dovrebbe presentarsi con qualche idea ben chiara a proposito. Bisognerebbe forse passare dallo slogan secondo cui Torino è sempre in movimento con “a Torino le cose funzionano” proprio perchè abbiamo avuto un’amministrazione che le cose, bene o male, le ha fatte funzionare. Ma dopo aver ringraziato Chiamparino, il problema oggi sta tutto nelle nuove sfide che ci stanno davanti: i servizi alle famiglie ed alle persone, il lavoro ed i suoi tempi, una mobilità da XXI secolo, le connessioni a banda larga, le modalità di partecipazione dei cittadini alle grandi scelte, un sistema culturale attrezzato e globale, una scelta ambientale netta, la difesa corretta del suolo del nostro territorio e via discorrendo. Il problema oggi è forse capire se la nostra città ha qualcosa da dire in più e meglio al mondo globalizzato o se sia solo uno spicchio di mondo da amministrare meglio che si può. Basterebbe quindi questa semplice domanda ai candidati sindaco per capire dove orientare le nostre scelte. Che siano cinque o venticinque per me pari sono
Alla base del nostro progetto ci sono convinzioni profonde, ci sono valori che possono diventare fatti veri e visibili. C’è l’idea che l’unità del Paese possa essere riconquistata e che Nord e Sud possano darsi la mano e fare la strada assieme. C’è l’idea che con più uguaglianza e più solidarietà possiamo avere più crescita e più lavoro. C’è l’idea che con più conoscenza e con più innovazione possiamo avere più crescita e più lavoro. C’è l’idea che con più legalità, più sobrietà, più civismo possiamo avere più crescita e più lavoro.
(…) Una società, in sintesi, insicura della sua sostanza umana. E se si guarda ai livelli più alti del dibattito sociopolitico alto (rigore e ripresa, austerità e sviluppo) viene il dubbio che esso voli alto proprio perché non se la sente di affrontare il nodo, che si è andato aggrovigliando negli anni, di un franare verso il basso della intima consistenza di individui, soggetti collettivi, istituzioni (…).
Giunto alla 44ª edizione, il Rapporto Censis prosegue l’analisi e l’interpretazione dei più significativi fenomeni socio-economici del Paese, individuando i reali processi di trasformazione della società italiana. Su tali temi si soffermano le «Considerazioni generali» che introducono il Rapporto. Nella seconda parte, «La società italiana al 2010», vengono affrontati i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell’anno. Nella terza e quarta parte si presentano le analisi per settori: la formazione, il lavoro, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti economici, i media e la comunicazione, il governo pubblico, la sicurezza e la cittadinanza.
Leggi qui il 44° Rapporto Censis