L’Ecologia Politica si basa su un semplice concetto: il valore del futuro. Diversamente dalle utopie tradizionali, non vuole sacrificare il presente per qualche domani luminoso, ma non vuole nemmeno perseguire questo modello assurdo che ci fa caricare sulle spalle dei nostri figli e dei nostri nipoti il peso dei nostri errori di gestione e impone loro di pagare i nostri debiti ecologici ed economici. La nuova ecologia politica ritiene che il futuro e il presente abbiano un valore identico e che sia pericoloso e immorale preferire l’uno all’altro. Tra oggi o domani, l’ecologia politica sceglie oggi e domani e si rifiuta di sacrificare i genitori per i figli o i figli per i genitori. Davanti al fortissimo aumento delle diseguaglianze nazionali ed internazionali, bisogna arrendersi all’evidenza: la soluzione del problema ecologico non è la fine della crescita dei livelli di vita, ma la decrescita delle diseguaglianze
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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Oggi, più che mai, sentiamo l’urgenza di non poter stare a guardare. Urgenza, non catastrofismo perchè le idee per superare i pericoli verificatisi in Giappone esistono. Urgenza di non poter seguire le stesse strade che ci hanno portato a questo modello di produzione che non possiamo riproporre ai nostri figli. Urgenza di superare la coltre di falsi impegni che vediamo tutti i giorni stampati su giornali e cartelloni elettorali. Noi vogliamo far succedere quello che è già successo in Francia dove la novità di Europe Ecologie ha pareggiato i conti con il Partito Socialista Francese (16% dei consensi), ha superato l’idea novecentesca di politica e sta costruendo una nuova speranza politica in Europa. Ecco: noi vogliamo fare come in Francia. (altro…)
La commissione incaricata di selezionare i candidati per l’assegnazione del Premio Nobel per la pace ha confermato che Wikileaks e Internet sono nella rosa dei 241 finalisti. Per certi versi è sicuramente inaspettata la presenza della creatura di Assange, tenendo anche conto che i norvegesi – e gli americani – non sembrano in questo momento tra i migliori supporter del sito che ha svelato molti documenti riservati di una certa rilevanza. Un’eventuale vittoria di Wikileaks sicuramente porterebbe ad una interessante discussione tra coloro che ritengono fondamentale la trasparenza della politica e i sostenitori della riservatezza delle notizie che concorrono a modificare le condizioni di vita di milioni di persone.
22.30. Secondo il sito “lospiffero.com” si profilerebbe una netta vittoria di Piero Fassino già dopo lo scrutinio del 25% delle schede, con percentuali attorno al 53%, mentre Gariglio segirebbe con percentuali attorno al 28%. Staccati nettamente gli altri competitori con Passoni intorno al 12%, Curto al 4% e Viale ben sotto l’1%.
Mancano pochi giorni all’alba delle primarie per scegliere il candidato a Sindaco per Torino del centrosinistra. Qualche giorno in più manca al tramonto di un’epoca: quella del ciclo Castellani – Chiamparino. (altro…)
Come ultimamente succede, le primarie del centrosinistra di Torino sembrano avviate ad un risultato non scontato. Infatti i “beninformati” ci fanno sapere che i candidati democratici – Gariglio e Fassino – sono sostanzialmente appaiati nel consenso dei torinesi. Gli altri candidati – Passoni, Curto e Viale – non sembrano avere numeri sostanziosi per contrastare il Pd, a maggior ragione oggi che sfuma la possibilità di un fronte unico a sinistra tra Passoni e Curto che indeboliranno la forza d’urto dell’ala radicale della coalizione. (altro…)
Il ritorno di Roberto Rosso nella casa di Papi è, a mio modo di vedere, paradossalmente una buona notizia per le truppe di Futuro e Libertà. Meno, probabilmente, per il Pdl, Enzo Ghigo e le ambizioni dell’Assessore Coppola nel ruolo di sfidante alla poltrona più alta del Palazzo Civico torinese. Per una volta lo scompiglio avanza nel centrodestra e le elezioni sotto la mole potranno davvero essere solo perse dal centrosinistra subalpino. (altro…)
La prima intervista ad Assange, il fondatore di Wikileaks, segnalata da Mantellini e pubblicata da AgoraVox con un passaggio, a mio modo di vedere, un po’ inquietante sulla qualità della nostra informazione.
Perché non hai mai dato i cables a giornali italiani?
“L’abbiamo fatto. Li abbiamo dati a un grande giornale, ma hanno deciso di non pubblicarli e di lavorarci su attraverso degli articoli”.
A quale giornale li hai dati?
“Erano due. I due più grandi (non ci rivela i nomi, ndr). In precedenza avevamo anche lavorato con uno dei due, ma alla fine non ne hanno fatto nulla. E’ successa la stessa cosa in Giappone, abbiamo dato i cables anche a un loro quotidiano nazionale, il più importante, pensa che hanno 2200 giornalisti, senza contare le altre figure, solo di reporter, praticamente lo stesso numero della Reuters. Hanno rifiutato anche loro e lavorano in una maniera molto metodica, potremmo dire “alla giapponese” (sorride, ndr).
Nasce LINKIESTA, quotidiano senza carta online. In bocca al lupo.
(…) La transizione a internet appare dunque ineluttabile, in Italia come all’estero, perché anche nel nostro Paese stanno avanzando le stesse tendenze che altrove hanno cominciato a manifestarsi fin dall’inizio dello scorso decennio. Da molti anni negli Stati Uniti ci si domanda come sia possibile superare questa pericolosa fase di passaggio, con i giornali cartacei che continuano a perdere peso senza che un nuovo modello di business si sia imposto nel mondo del web. Per questo nasce Linkiesta. Per dimostrare che il nostro Paese è maturo per consolidare nuove esperienze innovative, basate non solo sulle ultime tecnologie della comunicazione, ma anche su un modello di proprietà che si ispira alla public company.