Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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Riscaldamento globale: James Lovelock

Secondo James Lovelock è ormai tardi. Il biofisico britannico padre dell’ipotesi “Gaia” (cioè la terra come un superorganismo) pensa che ormai sia troppo tardi per agire sul riscaldamento climatico già in atto e che sia necessario iniziare ad attrezzarsi per vivere in un mondo più caldo. Nella bella intervista di Elena Comelli su Nova24 porta agli estremi la sua provocazione ritenendo che sia sostanzialmente inutile puntare così tanto sulle fonti rinnovabili: “E’ come passare il tempo a sistemare le sedie a sdraio sul ponte, mentre il Titanic affonda”. Le vere emergenze saranno le siccità e la desertificazione di buona parte delle superfici coltivabili, per cui bisognerebbe puntare sul cibo sintetico, sulla desalinizzazione e sullo sviluppo di tecnologie nuove in campo alimentare. Per Lovelock, che a giorni pubblicherà la sua ultima provocazione “The Vanishing face of Gaia”, la logica è chiara: la nostra unica possibilità di sopravvivenza non verrà dal ritorno alla natura, ma dal sempre maggiore ricorso alla tecnologia.

In cauda venenum, quando ricorda come molti lo preghino di non dire queste cose perché toglierebbero ogni volontà di azione. “E’ vero il contrario – dice Lovelock – dire la verità sul riscaldamento del pianeta ci impone un’enorme mole di lavoro. Ma non è lo stesso lavoro che vorrebbero fare loro”. Magari ci azzecca anche…

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Ti voglio bere: in Provincia di Torino 32 scuole raccontano l’acqua

da Diario del web Piemonte e Greenplanet.net

logo_tvbDalle antipubblicità delle acque imbottigliate firmate dal Primo Liceo Artistico di Torino (Acque Chete: ricco il mercato, poveri noi!, Pochissima, lentissima, carissima, per citare due degli slogan), all’indagine condotta dai ragazzi del Quintino Sella di Biella sui chilometri percorsi in giro per lo stivale dalle bottiglie d’acqua, sommato al problema del loro riciclaggio.
Dalla comparazione tra diversi tipi di acque fatta a colpi di analisi chimico-fisiche dai giovani torinesi dell’istituto Santorre di Santarosa, al tema del risparmio idrico domestico affrontato nel video dell’Itis Maxwell di Nichelino.
E poi lo smontaggio semantico delle pubblicità sulle acque in bottiglia eseguito dai ragazzi dell’istituto torinese Steiner, l’indice di gradimento per l’introduzione delle Fontanelle T.V.B. nelle scuole registrato a Torino dal liceo Gioberti, i disegni dei compagni dell’Istituto magistrale Regina Margherita e del liceo Marie Curie di Collegno, fino ad arrivare ai consigli su come ridurre i consumi idrici, indagati dagli studenti vercellesi dell’Itis Cavour e dai colleghi dell’Istituto alberghiero Ravizza di Novara (il metodo migliore per cuocere il riso risparmiando acqua? Elementare, facciamolo al forno!).
Le scuole piemontesi della rete T.V.B. Ti voglio bere si son date appuntamento mercoledì 25 marzo durante il convegno AcquAzione II edizione, per offrire ai loro compagni, professori e amministratori pubblici un sorprendente e competente sguardo sull’acqua, raccontando attraverso slide, video, numeri, immagini e parole (emozionate) tutto quello che hanno imparato sul tema. Ognuno utilizzando prospettive e percorsi diversi, che partono – o arrivano, a seconda dei casi – al progetto T.V.B. Ti voglio bere.
Ideato dal Centro Studi Ambientali di Torino, T.V.B. Ti voglio bere promuove la valorizzazione dell’acqua del rubinetto da bere e la riduzione dei rifiuti alla fonte in una rete di scuole superiori che nell’anno scolastico 2008/09 conta 32 istituti in tutto il Piemonte, con circa 25mila tra studenti e insegnanti, grazie al sostegno dei partner: l’Assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte, l’Assessorato alle Risorse Idriche della Provincia di Torino, l’ATO 3, la SMAT, alcune Circoscrizioni della Città di Torino e il Comune di Collegno, gli Assessorati all’Ambiente della Provincia di Biella, Vercelli, l’ATO 2 e l’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Novara.
Soddisfatti i promotori: “Abbiamo già ottenuto ottimi risultati nella fase relativa al risparmio idrico, dove, grazie agli interventi tecnici ed educativi svolti negli istituti, si è registrato un trend positivo che ha visto nei primi due anni e mezzo di attività un risparmio medio per utente di circa 1.900 litri, per un totale di circa 65 mila metri cubi di acqua risparmiati e su quest’onda l’obiettivo entro il prossimo anno scolastico è quello di raggiungere i centomila mc di risparmio”. “Devo essere sincero – commenta l’Assessore alle Risorse Idriche della Provincia di Torino, Dorino Piras – 3 anni fa non avrei mai creduto che avremmo raggiunto questi risultati, e oggi posso dire che T.V.B. è uno dei progetti a cui sono più affezionato”.
E non ci si ferma certo qui, promettono i promotori: “I risultati sul risparmio idrico ci rendono ottimisti anche per la seconda fase del progetto, che prevede l’installazione nelle scuole delle Fontanelle T.V.B. con la distribuzione delle borracce griffate, valorizzando l’acqua della rete e dando un notevole contributo alla riduzione dei rifiuti all’origine. Dai dati ricevuti dai primi 6 istituti in cui le Fontanelle sono state installate due mesi fa, i ragazzi hanno evitato di produrre oltre 5.000 bottiglie d’acqua, che proiettati sulle 32 scuole permetteranno di arrivare a 235.000 bottiglie risparmiate in un anno, cioè circa 6 tonnellate di plastica non prodotta e oltre 400 tonnellate di CO2 non emessa”. E i mesi caldi devono ancora arrivare.
“Dalle nostre case escono 2 milioni e 300mila tonnellate di rifiuti: la priorità è ridurre – dice l’Assessore all’Ambiente della Regione, Nicola de Ruggiero -. I nostri nonni hanno fatto uno sforzo enorme per portare l’acqua nelle nostre case e noi spendiamo soldi per comprare le bottigliette di plastica, che poi non sappiamo come smaltire”,. “Senza contare che – aggiunge l’Assessore Dorino Piras – la convenienza non c’è, da nessun punto di vista: l’acqua imbottigliata costa circa 1.000 volte in più rispetto all’acqua del rubinetto ed è meno controllata. Il mio consiglio dunque è quello di bere tranquillamente l’acqua della rete, parola di medico urologo”.
“Fondamentale è lavorare per tutelare questa risorsa preziosa, affinché l’acqua sia preservata anche per le future generazioni”, osserva il direttore dell’ATO 3 Giannetto Massazza. “E farlo in totale sinergia – continua Elena Audagna, responsabile della comunicazione dell’ATO 2 – perché l’acqua non ha colore politico”.
Un’occhiata anche alla cronaca nelle parole dell’Assessore all’Ambiente di Novara Franco Paracchini, con l’occasione sprecata del Forum mondiale sull’acqua di Istanbul, in cui non figura nel testo finale l’accesso all’acqua come diritto, ma semplicemente come bisogno fondamentale dell’uomo. “Ragazzi, se ci sarà un grosso conflitto in futuro, sappiate che sarà un conflitto sull’acqua. E non sarà una novità: chiedete ai vostri professori di storia di verificare i motivi profondi di molte delle guerre recenti, da Gaza a quella tra Iraq e Iran”, scalda la platea l’Assessore all’Ambiente di Biella, Davide Bazzini. “E ricordate: aprire il rubinetto è uno dei risultati più grossi della nostra umanità. Il percorso T.V.B non è solo scolastico, ma anche e soprattutto di crescita personale”. Una crescita personale a cui contribuisce anche il gestore SMAT, che per T.V.B: ha allestito a Torino il T.V.B. Lab, “laboratorio sull’acqua per la formazione dei ragazzi, i cosiddetti water manager”, dice Marina Garizio del settore sviluppo e progetti internazionali della Società.
“Spesso i ragazzi hanno una sensibilità maggiore degli adulti, soprattutto sulle tematiche ambientali – commenta l’Assessore de Ruggiero -. “Ti voglio bere” ne è un esempio ed è un modo ideale per promuovere gesti quotidiani efficaci, seppur semplici da mettere in atto”. Un esempio? Lo suggerisce in chiusura lo spot del collettivo Space on Sail: evitare l’uso del wc come cestino. Perché per ogni scarico ci vogliono circa 10 litri di acqua. Potabile.
Al progetto T.V.B. Ti voglio bere aderiscono anche una decina di scuole elementari e medie inferiori.

T.V.B. ha vinto il Premio nazionale Pianeta Acqua 2008, sezione Educativa, promosso dal Forum Nazionale per il Risparmio e la Conservazione della Risorsa Idrica e è stato selezionato nel 2007 dalla campagna nazionale delle Acli Scommessa Italia tra le dieci storie simbolo del Paese da raccontare al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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Sesto Rapporto Energia della Provincia di Torino

rapporto energiaAnche quest’anno abbiamo pubblicato il nuovo Rapporto Energia della Provincia di Torino, il sesto della serie, presentato qualche giorno fa nel nuovo auditorium della Provincia alla presenza di oltre 300 persone. Di seguito potrete leggere una semplice sintesi dei dati, ma l’invito è quello di scaricare e leggere tutto il rapporto (qui il link) visitando la pagina del sito della Provincia che si è arricchito di alcune interattività per “usare” meglio il Rapporto. Il mio ringraziamento è chiaramente dovuto a chi, in questi mesi ed in questi anni, ha silenziosamente lavorato alla redazione e pubblicazione dell’opera di cui è possibile chiedere anche la copia cartacea.

UN RIEPILOGO DEI DATI

La provincia di Torino sta attraversando un periodo di stazionarietà dei consumi energetici: dal 2003 gli usi finali non si discostano molto dal valore di 4.680 ktep. Fa eccezione il 2007, in cui gli usi finali sono scesi a 4.526,5 ktep, in calo del 2,9% rispetto all’anno precedente. La riduzione è stata influenzata dai consumi per il riscaldamento degli edifici (il 10,4% in meno del 2000 e il 4,5% in meno del 2006), in quanto il 2007 è stato un anno particolarmente mite durante la stagione invernale (solo 2.135 gradi giorno a Torino, rispetto alla media di 2.360 gradi giorno tra il 2000 e il 2007). Rispetto al 2000 il calo degli usi finali è stato del 6,4%, mentre rispetto al 1990 si registra un aumento del 6,9%.

Nel 2007 il gas naturale è il vettore energetico più utilizzato (44,4%), seguito dall’insieme dei prodotti petroliferi (31,8%) e dall’energia elettrica (20,2%). Il calore di recupero dal settore termoelettrico (distribuito tramite teleriscaldamento o ceduto da produttori) segna il 3,6% degli usi finali, in costante aumento in tutto il periodo analizzato: dal 1990 aumenta di oltre un ordine di grandezza e passa da 8 ktep a 162,9 ktep.

La prevalenza del gas naturale è ancora più marcata nei consumi di energia primaria (cioè l’energia contabilizzata prima delle trasformazioni energetiche necessarie per la produzione di energia elettrica), in cui la dipendenza del mix energetico da questa fonte è del 71%, a fronte di un 53% del 2000. E’ il settore termoelettrico, a seguito dell’entrata in esercizio di grossi gruppi di generazione elettrica a ciclo combinato a partire dal 2004, a determinarne il forte aumento. L’attuale situazione è destinata ancora a sbilanciarsi ulteriormente nei prossimi anni, a seguito dell’entrata in esercizio di nuove centrali termoelettriche; altri 1.000 ktep di gas naturale potrebbero essere consumati in nuove centrali a partire dal 2012, portando la dipendenza da questa fonte a circa il 75%.

Analizzando gli usi finali dal 2000 al 2007 si assiste ad una generale stazionarietà in tutti i vettori energetici, ad eccezione della benzina, in forte calo (-35,5%) e del calore di recupero da termoelettrico, in aumento del 36,4%. Dal 1990 invece sono i prodotti petroliferi a registrare un vistoso calo (complessivamente –16%) con un sensibile aumento solo nelle vendite di GPL, mentre energia elettrica e gas naturale registrano un aumento medio di circa un punto percentuale annuo.

Gli usi civili con il 42,9% si confermano il settore di utilizzo prevalente (32,1% del domestico e 10,8% del terziario), seguiti dalle attività produttive al 29,2% (industria al 28,2% e agricoltura all’1%) e dai trasporti al 28%. L’incidenza degli usi civili passa dal 39% del 1990 al 43% del 2007, mentre l’industria passa dal 34% del 1990 al 28% del 2007. Il settore industriale perde peso nel bilancio provinciale proprio negli ultimi anni, mentre gli usi civili concentrano nella seconda metà degli anni novanta il loro aumento. Il settore dei trasporti, sebbene in aumento del 12% dal 1990, sta attraversando a partire dal 2002 un periodo di lento ma costante calo dei consumi.

Quasi tutta l’energia primaria consumata in provincia di Torino proviene dall’estero (altre regioni d’Italia o altre nazioni e continenti). Le uniche fonti di provenienza locale sono le fonti rinnovabili di energia, nel 2007 pari complessivamente a 182 ktep. Nel presente Rapporto non sono state conteggiate le rinnovabili destinate agli usi termici, in quando non esiste un centro di raccolta dati in grado di rilevare statistiche attendibili ed esaustive in merito. Considerando solo l’energia da fonte rinnovabile utilizzata per produrre energia elettrica (idroelettrico, biomasse e fotovoltaico), la quota di energia locale è del 4% e questa percentuale rimane costante per tutti gli anni duemila. In realtà il dato presentato è ottimistico perché presuppone che tutta la biomassa impiegata per produrre energia elettrica negli impianti del Torinese sia di provenienza locale, cosa di per sé poco credibile. La quota del 4% comunque non cambia sensibilmente anche se si ipotizza che solo la metà della biomassa impiegata sia di origine locale.

Con le dovute stime e cautele del caso si può estendere l’analisi anche ad altre fonti rinnovabili destinate agli usi termici: biomassa e solare termico. Consultando l’indagine dell’IPLA sull’utilizzo del legno per il riscaldamento domestico realizzata nel 20061, si può aumentare il bilancio energetico provinciale di circa 151 ktep, che è la stima prudenziale fatta per la provincia di Torino, mentre il solare termico nel 2007 fornisce un contributo ancora trascurabile e stimabile in circa 2 tep2. Ipotizzando che tutta la biomassa utilizzata per il riscaldamento sia di origine locale, la percentuale di energia prodotta localmente sale al 7%, mentre ipotizzando che solo una metà provenga dalle risorse forestali torinesi, si passa al 5,5%.

In conclusione si può affermare che la dipendenza dall’estero della provincia di Torino sia nelle migliori delle ipotesi del 93%, ma considerando i soli dati inseriti nel bilancio energetico provinciale la dipendenza è del 96%.

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Nucleare e crisi: un errore fondamentale

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Per ricercare uno degli errori fondamentali della scelta nucleare annunciata dall’attuale governo, ci vengono in aiuto una serie di considerazioni sentite dall’ex vicepresidente di Confindustria Pasquale Pistorio. Imprenditore di successo ed uno dei padri dell’innovazione di prodotto ad alto contenuto di conoscenza, Pistorio non ha avuto remore nell’indicare come negativa la scelta nucleare. Perchè? Secondo il suo ragionamento le politiche di governo devono essere indirizzate verso tutte le possibili azioni in grado di sorreggere la ricerca e sviluppo a partire dai crediti d’imposta per finire alla stessa capacità delle pubbliche amministrazioni di sfruttare i prodotti innovativi. In un momento di minor capacità di risorse risulta chiaro come le scelte a cui si trova di fronte la politica sono suddivisibili in sostegno a prodotti innovativi, con alto contenuto di conoscenza e con mercati non ancora affollati da competitori e prodotti invece con basso contenuto innovativo e mercati “maturi”. Per ciò che riguarda il fabbisogno energetico possiamo ad esempio scegliere tra la ricerca di nuove fonti energetiche e investimenti in tecnologie già conosciute. Il problema è che investire su uno dei due settori produce l’inevitabile diminuzione sull’altro. Investire quindi sul nucleare non può che portare quindi ad una contrazione degli investimenti sulle fonti rinnovabili, lasciando quindi che queste vengano sviluppate in altri Paesi con la conseguenza di dover pagare con gli interessi in un secondo tempo gli investimenti che altri hanno speso per la ricerca. La terza soluzione – suddividere gli investimenti in parti simili tra le due opzioni – è una soluzione che non porta chiaramente da nessuna parte. Se vogliamo uscire dalla crisi con la “prua in avanti” è chiaro che non ha molto senso investire in settori che non rappresentano una vera innovazione. Tenendo conto che la tecnologia delle attuali centrali nucleari di terza generazione è esausta e senza grandi possibilità di sviluppo, gli investimenti in questo campo andrebbero solo a vantaggio di altri Paesi che venderebbero tecnologie a fine vita potendo reivestire in nuova ricerca e facendo ripartire un ciclo virtuoso per loro e negativo per noi.

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Quante centrali fotovoltaiche esistono in Italia?

Quante “centrali” fotovoltaiche ci sono in Italia? Secondo i dati del Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) a metà gennaio 2009 esistevano nel nostro Paese circa 25 mila centrali.  Chiaramente non tutte sono vere e proprie “centrali” in quanto nel conteggio sono compresi anche i semplici pannelli sui tetti di casa, ma sicuramente è la testimonianza di un cambiamento culturale, soprattutto da quando il meccanismo del “conto energia” ( che finanzia circa 20 mila impianti pari a più di 157 megawatt) ha reso più accessibile economicamente l’installazione di questa tecnologia, praticamente a portata di mano di molti di noi.

Sicuramente le cifre di energia prodotta sono ancora ampiamente insufficienti, ma l’incremento registratosi in questi ultimi anni rappresenta un segnale sociale di come l’energia sia entrata prepotentemente come argomento di punta nella questione ambientale.

E l’attenzione della società ha avuto un termometro significativo quando si è alzato il coro di protesta per l’ipotesi del Governo di annullare l’incentivo fiscale per il miglioramento dell’efficienza energetica.

Le politiche energia-ambiente sembrano quindi confermare il ruolo centrale svolto dal sistema normativo, per la verità ancora contraddittorio, ma che può essere uno dei motori di sviluppo per l’indipendenza energetica e la generazione decentrata dell’energia

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Per cambiare il sistema energetico mondiale basta l’1% del PIL

Per rivoluzionare il sistema energetico mondiale tagliando del 70% le emissioni entro il 2030 sono necessari circa 810 miliardi di dollari. Tradotto vuol dire che sarebbe necessario impiegare l’1% del PIL mondiale per raggiungere l’obbiettivo di 550 ppm (parti per milione) di anidride carbonica  in atmosfera. Il dato emerge dalla pubblicazione del nuovo rapporto Mc Kinsey sul contenimento delle emissioni di gas serra. Una delle domande che i consulenti si sono posti è stata infatti quali sono i costi ed i benefici dei tagli alle emissioni ottenibili con le attuali tecnologie. Paraddossalmente una delle risposte immediate è che oltre ai costi esistono, appunto, dei benefici rappresentati da quelli che, nel gergo tecnico, sono chiamati “costi negativi”. Cioè investire sull’efficienza dei motori, sul passaggio da lampadina a Led, sull’isolamento delle abitazioni, sulle auto ibride, produce un contemporaneo taglio delle emissioni ed un calo dei costi iniziando dalla spesa energetica.

Queste considerazioni economiche, portano anche ad individuare una scala di priorità delle azioni che vede in primo luogo l’efficienza energetica come primo passo meno costoso, attribuendogli la possibilità di risparmiare 14 miliardi di tonnellate all’anno di CO2.
Al secondo posto ci sono le energie rinnovabili. Idroelettrico, eolico, solare, biocarburanti e le nuove metodiche di cattura della CO2 potrebbero garantire a livello mondiale il 70% del fabbisogno energetico carbon-free.
Successivamente esistono le azioni di modifica del ciclo del carbonio: fermare la deforestazione, piantumando nuovi alberi, modificando i sistemi di produzione in agricoltura che incrementerebbero le capacità di assorbimento della CO2.

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Risparmio idrico. Inaugurata la terza fase del progetto TVB – Ti Voglio Bere

 

Inaugurata la terza fase del progetto “Ti Voglio Bere” (TVB) per la valorizzazione del consumo di acqua dal rubinetto ed un uso consapevole dell’acqua che attraverso il Centro Studi Ambientali e l’Assessorato alle Risorse Idriche, energia, Qualità dell’ Aria, Difesa del Suolo, Autorità d’Ambito 3 torinese e SMAT è ormai arrivato a coinvolgere ben 32 Istituti scolastici su tutto il territorio della Regione. Presto infatti verranno coinvolti altri 20 mila studenti con formazione di water manager negli istituti. La nuova fase, inaugurata presso il Liceo Gioberti di Torino che è stato il capofila del progetto, ha visto la distribuzione di 3500 borracce per il riuso in alternativa all’acqua in bottiglia e l’inaugurazione di una fontanella collegata con il sistema pubblico dove attingere liberamente acqua refrigerata. Durante l’incontro si sono comunicati i dati di risparmio idrico che come media ha visto gli 800 litri per utente, arrivando a 1.300 nel secondo anno e 1900 nel terzo.

 

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Scioglimento dei ghiacci ?

Sulla questione dei ghiacci in Antartide si è inevitabilmente scatenata la bagarre. Per farsi comunque un’idea riporto tre segnalazioni di diversa tendenza che possono fornire un piccolo approfondimento:

La mezza bufala dei ghiacci del 2008 di Riccardo Mostardini pubblicato su Greenreport

Sea Ice Ends Year at Same Level as 1979: ovvero l’articolo che ha generato la bagarre;

I ghiacci artici a livello del 1979 del Corriere.it

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Lampadine a incandescenza: conto alla rovescia in europa

Conto alla rovescia per il commercio delle lampadine tradizionali. L’Unione europea ha infatti fissato il calendario per interrompere la vendita delle lampadine a incandescenza. Secondo lo schema il 1° settembre 2009 spariranno le lampadine da 100 watts, mentre per quelle da 75 watts bisognerà attendere l’anno successivo. Nel 2011 toccherà quindi a quelle da 60 watts. Tenendo conto che attualmente questo tipo di lampadine illumina ancora circa l’85% delle abitazioni europee, si stima che dal 2012 si otterrà un risparmio per le famiglie di circa 50 € l’anno ed a tutta l’UE tra i 5 ed i 10 miliardi di € l’anno. Tale risultato è calcolato tenendo conto che le nuove lampadine a fluorescenza consumano fino all’80% in meno di energia e sono più longeve. Non da meno le ripercussioi sulle emissioni in atmosfera collegate.

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Sportelli energia della Provincia di Torino

Adnkronos – Ven 21 Nov -

Torino, 21 nov. (Ufficio Stampa Provincia di Torino) – Si inaugura il 25 novembre 2008, al Palazzo civico di Collegno, con una giornata di animazioni e laboratori, lo Sportello per l’energia delle Terre dell’ovest, ovvero dei Comuni di Alpignano, Avigliana, Buttigliera Alta, Collegno, Druento, Grugliasco, Pianezza, Rivoli, Rosta, San Gillio, Venaria Reale, Villarbasse. Alla presentazione dello Sportello per l’energia, prevista per le 21, prenderanno parte l’assessore alle Risorse energetiche della Provincia di Torino Dorino Piras, il sindaco di Collegno Silvana Accossato e il presidente del Patto territoriale della Zona Ovest Ezio Bertolotto.

Lo Sportello per l’energia della Zona Ovest non è l’unico sul territorio della provincia di Torino: a Bussoleno ne è già entrato in funzione uno, e all’inizio del 2009 sarà operativa tutta la rete, che prevede Sportelli anche a Pinerolo, Ivrea e Ciriè.

Gli Sportelli per l’energia nascono da un bando, promosso dalla Provincia di Torino e rivolto ai Comuni del territorio, per offrire consulenza gratuita e assistenza a cittadini e a imprese sulle fonti rinnovabili di energia e sull’efficienza energetica: molte sono infatti le opportunità offerte sia dal Governo nazionale che dalla Regione Piemonte, ma orientarsi fra diversi tipi di scelte e di impianti, individuare la migliore soluzione per il proprio stile di vita, razionalizzare gli interventi e accedere alle sovvenzioni non è sempre facile. Spesso nell’affidarsi a esperti, tecnici o semplici conoscenti si ricevono informazioni disparate, cosicché alla fine si rinuncia e ci si affida alle vecchie, consolidate tecnologie, anche se con la coscienza che non gioveranno né all’ambiente né al proprio portafoglio.

La rete di Sportelli per l’energia decentrati sul territorio aiutano a districarsi nelle scelte offrendo consulenza gratuita e assistenza agli utenti in merito ad analisi di prefattibilità, indicazioni sulle opportunità di finanziamento e realizzabilità degli interventi. A seconda dell’ente promotore e del territorio, gli Sportelli avranno sia una sede fissa che una itinerante.

Gli Sportelli per l’energia offrono tre tipi diversi di interventi: in primo luogo, puntano a una promozione delle tecnologie e degli interventi possibili per chi cerca di orientarsi, e dunque ha le idee poco chiare. Coinvolgendo a seconda delle esigenze anche le associazioni di categoria, le associazioni ambientaliste e di consumatori, gli Sportelli organizzano serate e incontri su specifici temi, realizzano depliant e manuali, prendono parte a fiere locali.

Un secondo livello di interventi si rivolge invece agli utenti già informati, interessati a realizzare le opere più convenienti da un punto di vista tecnico ed economico o fattibili in relazione alle caratteristiche della propria abitazione o ai propri fabbisogni energetici. Per questo tipo di utenza, lo Sportello offre servizi per avviare un percorso di riqualificazione energetica del proprio edificio (per esempio fornendo informazioni sui sistemi di certificazione energetica); consulenza per l’analisi di dimensionamento tecnico-economico di interventi cui l’utente finale è orientato; fornisce assistenza agli uffici tecnici comunali nella valutazione delle pratiche edilizie o nella verifica degli interventi in corso di realizzazione. Infine, gli Sportelli potranno organizzare corsi di formazione per operatori professionali o per tecnici comunali.

Per informazioni, ci si può rivolgere anche allo Sportello ambiente della Provincia di Torino, mail: sportamb@provincia.torino.it

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