L’EPA – ente di protezione ambientale degli Stati Uniti – celebra i propri 40 anni di attività. Una suggestiva rassegna di foto su passato, presente e futuro è presente qui sul sito dell’epa
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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Occuparsi di ambiente significa anche, e soprattutto, difendere il territorio. Significa occuparsi della fragilità del nostro territorio e non solo quando succedono alluvioni, frane o altre tragedie del genere. La domanda è in quale posizione si situa la difesa del territorio nelle priorità politiche. Il problema è in buona compagnia, come accade per l’impatto sulla salute dell’inquinamento o la difesa della sanità pubblica e via discorrendo. Personalmente, quando mi è stato possibile, ho cercato di dare un contributo a questo problema quando ho rivestito un ruolo di governo all’interno della Provincia di Torino. Al momento non vedo grandi sviluppi delle azioni che avevamo messo in cantiere nel mandato scorso a partire dal governo regionale, che tanto può su questo fronte. Oggi, più di prima, sarebbe necessario continuare la battaglia per la difesa del territorio, per la salvaguardia delle risorse idriche, del consolidamento del suolo, della prevenzione. Bisognerebbe che le forze politiche facessero proprie queste esigenze iniziando subito a conquistare le coscienze dei propri aderenti e poi di tutte le persone che vivono nel nostro territorio perchè questi problemi riescano a diventare una vera e propria passione di tutti noi. Una priorità, una questione veramente concreta su cui costruire una iniziativa politica sana e necessaria.
Molti di noi, non accecati da steccati ideologici, continuano a dire che l’opzione nucleare non ha convenienza economica. anche prescidendo da scopi militari, dalla pericolosità dello stoccaggio delle scorie e via discorrendo, la costruzione di centrali nucleari, sicuramente con il tipo di tecnologia che l’attuale Governo italiano vorrebbe introdurre, a conti fatti non sarebbe conveniente. Pare che alcuni dubbi si stiano facendo strada anche nella componente confindustriale se anche IlSole24Ore, cui devo riconoscere essere oggi uno dei migliori giornali italiani, decide di trattarne. Leggere qui per credere.
Si sono già scaldati i motori per la prossima uscita del nuovo libro di Bjorn Lomborg, conosciuto universalmente come l’Ambientalista Scettico dal titolo del suo libro più conosciuto. La novità starebbe nel fatto che da eco-pentito, lo statistico si starebbe riposizionando nell’alveo ecologista, ritrattando le sue precedenti affermazioni. Bisognerà certamente aspettare e leggere la nuova summa di Lomborg per capire. Ma il problema verosimilmente è meno complicato di quel che sembra, perchè i precedenti libri di Lomborg costituiscono una materia su cui tutti hanno espresso qualche valutazione e pochi però hanno effettivamente letto. se infatti è pur vero che molte delle informazioni presentate dall’ambientalista scettico sono state confutate anche da riviste importanti e che si avvalgono di metodi scientifici, ciò che resta valido nelle affermazioni di Lomborg non viene sostanzialmente intaccato e sembra che il nuovo libro non faccia che riprendere la filosofia di fondo delle precedenti argomentazioni. Che sono alla fine un paio. La prima è che, conti alla mano, molte delle politiche economiche di contrasto ai cmbiamenti climatici così come sono oggi formulate sono basate su calcoli errati e non sono idonee, oltre a la fatto che i risvolti negativi su altri aspetti e settori porterebbero comunque a risultati peggiori rispetto ai benefici. La seconda è che per cambiare qualcosa bisognerebbe mettere in moto politiche aggressive sulle fonti rinnovabili. Fondamentale è anche il fatot che per progettare una politica realmente utile è necessario saper maneggiare i dati in maniera scientifica, analizzando le connessioni tra i dati ambientali e quelli economici. Lomborg propone come aiuto la scienza statistica di cui lui è autorevole esponente. Il suo metodo è dichiarato nello stesso “Ambietalista Scettico”: capire ed usare i migliori metodi a disposizione della scienza per controllare se le “sacre convinzioni” sociali resistono alla prova dei fatti o sono dei semplici miti. Se il nuovo libro abbatterà queste convinzioni sarà effettivamente un cambiamento radicale del modo di vedere le cose di Lomborg. Non credo che però questo avverrà.
(via Repubblica.it)
Un super monsone in Asia e una raffica di piogge monsoniche che sconvolge l’Europa. Il caos climatico cambia la mappa del meteo, rende strutturali episodi eccezionali, costringe a cercare nuove parole per descrivere fenomeni che assumono intensità e frequenza del tutto anomale. E così dall’Ibimet, l’istituto di biometeorologia del Cnr di Firenze, provano a forzare il vocabolario per tradurre l’intensificarsi dei drammi che colpiscono decine di milioni di persone. “I termini che fino a ieri usavamo abitualmente per descrivere le piogge eccezionali che colpivano l’Europa non danno più l’idea di quello che succede realmente oggi”, spiega Giampiero Maracchi, responsabile dell’istituto. “A molti l’uso del termine monsone in uno scenario europeo sembrerà improprio, ma quello che sta accadendo ha caratteristiche simili alla dinamica dei monsoni. (continua a leggere su repubblica.it)
Il Governo conservatore della Gran Bretagna abbatte la sua scure sull’ambiente. Secondo alcune previsioni, il Ministero dell’Ambiente subirà un taglio delle spese di circa il 40% oltre alla privatizzazione dell’Ente forestale e la vendita di molte riserve naturali. Il Natural England, gestore delle riserve naturali, dovrà ridurre di un terzo il personale. La stessa Environment Agency deve dimezzare le spese. Chiusura del finanziamento anche per British Waterways preposto alla tutela di oltre tremila chilometri di fiumi. Gli stessi tradizionalisti inglesi sono rimasti di sasso dall’idea annunciata dal Ministro della difesa di privatizzare l’Ufficio Meteorologico Nazionale. L’opposizione laburista e gli ambientalisti inglesi sparano a zero sull’operazione denunciando la penalizzazione dell’ambiente come facile mossa e politicamente meno pericolosa, oltre all’idea che i tagli che si prospettano ad ottobre si presenteranno meno forti in confronto a quelli annunciati in questi mesi. Ultima avvertenza è l’eventuale interessamento dell’Unione Europea per il mancato rispetto delle regole europee sulla tutela degli habitat naturali. Il governo conservatore di Cameron, in definitiva , non si discosta dalle politiche contro l’ambiente degli altri governi conservatori, pur avendo puntato pochi mesi orsono proprio sulla carta verde per vincere le elezioni.
La prossima frontiera ambientale che verrà lanciata sarà quella dell’inquinamento acustico. Personalmente me ne sono occupato durante il mio mandato provinciale con risultati importanti essendo la Provincia di Torino all’avanguardia sul panorama nazionale riguardo questo tema. Comunque a sostegno dell’attenzione al problema con l’intenzione di arrivare ad una sua regolamentazione è attesa per questo autunno l’introduzione dell’obbligo di possesso della certificazione acustica accanto a quella energetica per chi vorrà vendere o acquistare casa. In realtà la norma esiste già in via teorica: l’UNI 11367. Per saperne qualcosa di più è possibile consultare il sito www.uni.com. In sostanza gli immobili (ad eccezione per ora di quelli industriali, di sede di lavorazioni artigiane, agricoli) saranno classificati in diverse classi, prevedibilmente quattro partendo dalla 1 più silenziosa alla 4 più rumorosa. A differenza di quella energetica sostanzialmente basata su calcoli, la certificazione acustica sarà misurata direttamente all’interno dell’immobile mediante appropriati strumenti e terrà conto di diversi criteri quali ad esempio il livello di rumorosità degli impianti, l’isolamento della facciata, quello delle diverse unità rispetto a quelle abitate da vicini.
Già in passato avevamo segnalato come la difesa dell’acqua pubblica passasse anche attraverso l’azione politico-amministrativa degli Enti Locali dove ancora, almeno nel nostro territorio, esistono amministrazioni di centrosinistra che potrebbero salvaguardare le positive esperienze difese in questi anni. Il fatto che il regolamento attuativo della liberalizzazione nei servizi pubblici locali sia arrivato al traguardo, ci consente di lanciare un segnale di attenzione che spero venga recepito dalle nostre amministrazioni, in questo caso la Provincia ed il Comune di Torino, non conoscendo ancora la posizione della nuova Giunta regionale del Piemonte a gui leghista. Nella nostra Provincia di Torino sicuramente l’esperienza della gestione in house è stata certamente positiva con risultati sul costo del servizio e sulla qualità all’avanguardia del quadro nazionale. Esperienza che mi onoro di avere difeso e rilanciato durante il mio precedente mandato di Assessore provinciale alle acque. Per brevità, il nuovo testo sulle liberalizzazioni pone, solamente per la gesione idrica, la possibilità di mantenere la gestione pubblica in house a condizione che i bilanci siano in utile, venga reinvestito l’80% dei profitti e si dimostrino costi operativi inferiori alla media del settore. Per ciò che riguarda il nostro territorio sono condizioni sicuramente dimostrabili e raggiungibili anche in futuro. Rimane comunque necessario lavorare con attenzione fin da subito per non lasciarsi prendere in contropiede e quindi porre immediatamente nell’agenda delle amministrazioni comunali e principalmente provinciale il tema, sia a livello di consigli che di giunte. I partiti politici che vogliano quindi difendere l’acqua pubblica possono sicuramente passare dalle semplici dichiarazioni di principio all’azione. Così come i cittadini potranno valutare quel che passa tra il dire ed il fare…
Greenwashing, seguendo wikipedia, è una nuova parola che indica l’ingiustificata appropriazione di virtù ambientaliste da parte di aziende, industrie, entità politiche o organizzazioni finalizzata alla creazione di un’immagine positiva di proprie attività (o prodotti) o di un’immagine mistificatoria per distogliere l’attenzione da proprie responsabilità nei confronti di impatti ambientali negativi. Un buon esempio di questo tipo di “riciclaggio verde” è la nuova centrale di Fusina, in Veneto, oggi agli onori delle cronache. La centrale, infatti produce energie bruciando idrogeno. Poche emissioni di ossidi di azoto e stop alla Co2 ci renderebbero certamente felici, se non fosse che il calore recuperato dalla combustione della centrale alimenta la vicina centrale a cabone, che certamente non può fregiarsi delle stesse performances ambientali. Furbizia italiana o semplice disinformazione?
Il governo getta la maschera e colpisce, mediante la Finanziaria, le fonti di energia rinnovabile. Sono due gli articoli da tenere d’occhio il 15 che impone agli impianti idroelettrici di grande derivazione un nuovo canone e il 45 che cancella l’obbligo da parte del Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) di ritirare i Kw in esubero prodotti. Lo smascheramento a favore della costruzione del nucleare e l’abbattimento della produzione delle rinnovabili è dato dal fatto che le misure citate non costituiscono nessun vantaggio per le casse dello Stato, ma al contrario rinunciano ad eventuali gettiti fiscali. L’associazione dei produttori di energia da fonti rinnovabili (APER) segnala inoltre la “forte turbativa che tali provvedimenti creano negli istituti di credito, con conseguente perdita di credibilità del Sistema Paese nei confronti del mondo finanziario”. Inutile inoltre ricordare il colpo inferto allo sviluppo dei Green Jobs, i lavori verdi, che sicuramente perderanno terreno e allontaneranno il nostro Paese dalle possibili 300.000 nuove unità lavorative che si potrebbero immettere sul mercato del lavoro.