La Francia sembra muoversi verso l’ambiente. Anche se bisognerà vedere concretamente la traduzione pratica nei decreti collegati, il piano è ambizioso: riduzione del 50% dei pesticidi possibilmente in 10 anni, stop alla costruzione di strade e aeroporti salvo quelli legati alla sicurezza nazionale, sviluppo del sistema ferroviario soprattutto per il trasporto dei veicoli pesanti, implementazione della distribuzione delle merci via mare soprattutto verso Spagna ed Italia.
Il punto fondamentale però che apre la discussione è l’introduzione di una tassa sulla CO2 che dovrebbe assumere la forma del doppio dividendo / Carbon tax (vedi post di questo blog Doppio dividendo) in quanto l’introito sarebbe utilizzato per ridurre la fiscalità che grava sul lavoro.
E’ fondamentale insistere su questo punto perché dovrebbe essere una strategia praticata convintamene dai lavoratori e dai loro rappresentanti: predisporre politiche che, generando entrate per lo Stato di carattere non distorsivo, diano luogo a benefici effetti riducendo gli oneri che gravano sul lavoro, ridare fiato alla competitività, sostenere politiche per l’innovazione e soprattutto sostenere il reddito dei lavoratori in un’ottica di equità.
Sarkozy si è inoltre spinto in dichiarazioni di principio quali la difesa del principio di precauzione (contro una parte degli economisti che lo considerano un freno alla crescita), lasciando intendere un via libera per l’introduzione dei pedaggi urbani, promettendo infine investimenti per la ricerca nel campo energetico e delle biodiversità oltre avanzare l’ipotesi di un’aliquota IVA più bassa per i prodotti ecologici. Continua però la difesa della via nucleare considerata a bassa emissioni.
Risulta interessante, perlomeno rispetto a casa nostra, anche il metodo seguito. Dapprima la formazione di 6 gruppi di lavoro (cambiamenti climatici, biodiversità, rapporto ambiente-salute, consumi sostenibili, democrazia ecologica, produzioni ecologiche), seguite da “consultazioni pubbliche” in tutte le regioni francesi e quindi redazione di un piano d’azione negli Stati Generali dell’ambiente (Grenelle de l’environnement) tenutisi appunto il 24 e 25 ottobre da cui deriviamo la notizia di oggi. Il tutto sotto la supervisione del Ministro dell’Ecologia e Sviluppo sostenibile e del Presidente francese stesso Nicolas Sarkozy.
Significativa risulta anche la dichiarazione di uno dei leader ecologisti transalpini: “Penso che l’audacia politica non è possibile senza una convergenza di interessi tra i cittadini, gli attori economici e la società civile. De facto, per la prima volta questa convergenza è stata raggiunta. Per quanto mi riguarda, non avrei mai accettato un catalogo di misure proposte dal governo in modo unilaterale”.
Se credo difficile, soprattutto in questo momento politico, che il nostro Governo possa raccogliere queste modalità d’azione con altrettanta chiarezza, ritengo però utile riproporre anche nel nostro livello locale provinciale delle modalità simili di azione. L’innovazione potrebbe essere quella di proporre un parallelo percorso anche per la comunità del web secondo le note modalità del peer rewiev, con maggiori garanzie dal punto di vista democratico.
Il punto fondamentale però che apre la discussione è l’introduzione di una tassa sulla CO2 che dovrebbe assumere la forma del doppio dividendo / Carbon tax (vedi post di questo blog Doppio dividendo) in quanto l’introito sarebbe utilizzato per ridurre la fiscalità che grava sul lavoro.
E’ fondamentale insistere su questo punto perché dovrebbe essere una strategia praticata convintamene dai lavoratori e dai loro rappresentanti: predisporre politiche che, generando entrate per lo Stato di carattere non distorsivo, diano luogo a benefici effetti riducendo gli oneri che gravano sul lavoro, ridare fiato alla competitività, sostenere politiche per l’innovazione e soprattutto sostenere il reddito dei lavoratori in un’ottica di equità.
Sarkozy si è inoltre spinto in dichiarazioni di principio quali la difesa del principio di precauzione (contro una parte degli economisti che lo considerano un freno alla crescita), lasciando intendere un via libera per l’introduzione dei pedaggi urbani, promettendo infine investimenti per la ricerca nel campo energetico e delle biodiversità oltre avanzare l’ipotesi di un’aliquota IVA più bassa per i prodotti ecologici. Continua però la difesa della via nucleare considerata a bassa emissioni.
Risulta interessante, perlomeno rispetto a casa nostra, anche il metodo seguito. Dapprima la formazione di 6 gruppi di lavoro (cambiamenti climatici, biodiversità, rapporto ambiente-salute, consumi sostenibili, democrazia ecologica, produzioni ecologiche), seguite da “consultazioni pubbliche” in tutte le regioni francesi e quindi redazione di un piano d’azione negli Stati Generali dell’ambiente (Grenelle de l’environnement) tenutisi appunto il 24 e 25 ottobre da cui deriviamo la notizia di oggi. Il tutto sotto la supervisione del Ministro dell’Ecologia e Sviluppo sostenibile e del Presidente francese stesso Nicolas Sarkozy.
Significativa risulta anche la dichiarazione di uno dei leader ecologisti transalpini: “Penso che l’audacia politica non è possibile senza una convergenza di interessi tra i cittadini, gli attori economici e la società civile. De facto, per la prima volta questa convergenza è stata raggiunta. Per quanto mi riguarda, non avrei mai accettato un catalogo di misure proposte dal governo in modo unilaterale”.
Se credo difficile, soprattutto in questo momento politico, che il nostro Governo possa raccogliere queste modalità d’azione con altrettanta chiarezza, ritengo però utile riproporre anche nel nostro livello locale provinciale delle modalità simili di azione. L’innovazione potrebbe essere quella di proporre un parallelo percorso anche per la comunità del web secondo le note modalità del peer rewiev, con maggiori garanzie dal punto di vista democratico.
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