Questa “querelle” su candidati del Pd che hanno in passato pagato qualche debito alla giustizia, non mi appassiona più di tanto. Eppure chi si occupa di politica, in questo caso versante centrosinistra, è spesso coinvolto nella domanda se sia o meno giusto candidare queste persone nelle nostre coalizioni. Personalmente sono un seguace di Beccaria – quello dei delitti e delle pene – per cui chi ha pagato certi debiti ha i conti a posto come chiunque altro. In politica, però, chi viene candidato deve anche assolvere ad una funzione di esempio e di guida che non posso riconoscere a queste persone. Ma il motivo più forte che mi spinge a non chiedere il consenso per queste persone è quello del pericolo del binomio sottomissione-protezione. Per capirci è lo stesso problema che si posero le città greche di fronte all’imperatore persiano. Perchè non accettarono le avances del persiano, più forte di loro e ben sapendo di andare incontro ad una guerra ai limiti del suicidio? Semplicemente perchè in caso di accordo i cittadini delle poleis sapevano che il Persiano avrebbe restituito l’antica autorità ai nobili o a un Tiranno e che loro, i liberi cittadini, si sarebbero nuovamente dovuti piegare all’antico sistema di clientela e protezione che tanta fatica avevano speso per abbattere. Per questo mi sento Greco e non voto il Persiano.