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Mentre girotondi e magistratura polarizzavano l’attenzione sul Berlusconi formato “politica interna”, in pochi si sono accorti della debacle in politica estera a cui il Presidente del Consiglio consegnava il nostro Paese. Ma l’abilità politica dell’affabulatore di Arcore e l’incapacità di analisi della nostra opposizione non sono nuove, con il risultato di sostituire alla lotta politica puntuale ed incalzante sui contenuti, l’opportunità per la destra governativa di lasciare smembrare e dividere l’opposizione sul nulla.
Non sono sfuggite, infatti, ai commentatori di politica internazionale nostrani ed d’oltralpe, almeno tre elementi qualificanti della nostra politica estera, tutti concentrati durante il G-8 giapponese.

Nel primo siamo riusciti dapprima ad essere d’accordo con la proposta di compromesso sulla questione dello Zimbabwe avanzata dal Presidente del Sudafrica, per poi allinearci invece alle sanzioni decise dagli altri Paesi occidentali. 
Nel secondo, dopo aver cercato in tutti i modi di entrare nel gruppo dei 5+1 (Consiglio di sicurezza + Germania) – vendendo un prestigio che evidentemente possiediamo – abbiamo dovuto subire il semplice veto escludente espresso dalla Germania, ripiegando con dichiarazioni che hanno del surreale: “non è per noi una priorità partecipare al 5+1 (…) abbiamo con la Russia interessi commerciali radicati in Iran con aziende che lavorano lì”, facendo passare l’idea che la diplomazia italiana agisce, per il disarmo nucleare di Teheran, attraverso una diplomazia “parallela” fatta di interessi economici, agita in sostanza attraverso le imprese italiane.
Nel terzo abbiamo assistito alla nostra completa incapacità di agire politicamente come Stato sovrano autonomo, senza nessuna voce. È successo infatti che la Casa Bianca abbia diffuso un “kit” alla stampa in cui il nostro Premier veniva disegnato come leader “discusso” di un Paese vitima della corruzione. Anziché segnare con forza una risposta adeguata che ristabilisse il giusto prestigio internazionale dell’Italia, si è deciso di lasciar correre, come se nulla fosse successo.
Credo che le persone che, legittimamente, hanno manifestato in Piazza Navona chiedendo una opposizione vera, desiderino più analisi politica che semplice invettiva. E l’impegno delle forze politiche a cui si rivolgono ad aiutare tutti a leggere meglio la realtà per agire sul merito, senza ridurre l’azione politica a semplice attacco personale.
Perchè se Berlusconi fa il gambero negando ciò che vendeva il giorno prima, neanche noi vogliamo tornare indietro, con le stesse ritualità e nello stesso luogo in cui, gli elettori del nostro Paese, ci hanno dato una pesante lezione.