A conferma di ciò che dicevamo ieri, è utile riportare alcune considerazioni presenti nell’intervista che lo sceicco Yamani ha dato ad Affari & Finanza in data odierna.
“I prezzi attuali del petrolio sono irragionevoli e insostenibili” dice lo sceicco. “Il problema è che ben difficilmente scenderanno in modo consistente almeno per tutto l’inverno che è il momento di maggior domanda. E tutto questo costituisce una seria minaccia all’economia mondiale”.
Ponendo successivamente l’accento sulla mancanza di volontà politica a livello di OPEC, continua sottolinenando come esistano almeno 7/12imi dell’OPEC “con una visione assolutamente miope, che vedono di buon occhio i valori attuali perchè le loro tasche si stanno incredibilmente arricchendo. Ma non capiscono che sul medio termine questa situazione porterà ad un rallentamento dell’economia ed allora le quotazioni precipiteranno in modo davvero incontrollato [...] Gli speculatori agiscono senza preoccuparsi delle conseguenze e senza alcun riferimento con il livello di domanda. entrano sul mercato con miliardi di dollari, conseguendo profitti immensi o perdite paurose”.
La ricetta avanzata sarebbe quella di riequilibrare la produzione con un aumento della disponibilità di barili di petrolio “Se aumenta la disponibilità fisica ricorrendo alle capacità produttive potenziali che esistono, non possono che scendere i prezzi”.
Conclude quindi rimarcando le fragilità del quadro politico – Turchia,Venezuela,delta del Niger, Iraq, Russia – che sostanzialmente complica il sistema domanda-offerta. L’analisi quindi sulla transizione energetica vede un’accelerazione per ciò che riguarda i fattori di perturbazione e la difficoltà sempre più netta al governo del sistema globale.
Il sistema domanda-offerta si sta sfibrando senza capacità di autoregolazione, oltre a chiedere il semplice aumento di produzione. Il tempo sta per finire e non siamo ancora pronti.
“I prezzi attuali del petrolio sono irragionevoli e insostenibili” dice lo sceicco. “Il problema è che ben difficilmente scenderanno in modo consistente almeno per tutto l’inverno che è il momento di maggior domanda. E tutto questo costituisce una seria minaccia all’economia mondiale”.
Ponendo successivamente l’accento sulla mancanza di volontà politica a livello di OPEC, continua sottolinenando come esistano almeno 7/12imi dell’OPEC “con una visione assolutamente miope, che vedono di buon occhio i valori attuali perchè le loro tasche si stanno incredibilmente arricchendo. Ma non capiscono che sul medio termine questa situazione porterà ad un rallentamento dell’economia ed allora le quotazioni precipiteranno in modo davvero incontrollato [...] Gli speculatori agiscono senza preoccuparsi delle conseguenze e senza alcun riferimento con il livello di domanda. entrano sul mercato con miliardi di dollari, conseguendo profitti immensi o perdite paurose”.
La ricetta avanzata sarebbe quella di riequilibrare la produzione con un aumento della disponibilità di barili di petrolio “Se aumenta la disponibilità fisica ricorrendo alle capacità produttive potenziali che esistono, non possono che scendere i prezzi”.
Conclude quindi rimarcando le fragilità del quadro politico – Turchia,Venezuela,delta del Niger, Iraq, Russia – che sostanzialmente complica il sistema domanda-offerta. L’analisi quindi sulla transizione energetica vede un’accelerazione per ciò che riguarda i fattori di perturbazione e la difficoltà sempre più netta al governo del sistema globale.
Il sistema domanda-offerta si sta sfibrando senza capacità di autoregolazione, oltre a chiedere il semplice aumento di produzione. Il tempo sta per finire e non siamo ancora pronti.
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