Tra sei mesi andremo al voto. Con una caratteristica: voteremo per le europee, per amministrative provinciali (almeno a Torino) e per il rinnovo di molti consigli comunali. Di programmi, per ora, non si mastica granché ed il balletto mediatico sul nostro territorio è centrato sulle possibile alleanze e presentazione di nuove liste. In pochi colgono però alcune opportunità che questo voto congiunto potrebbe consegnarci. Annoto a questo riguardo che la questione ambientale potrebbe rappresentare un’importante sintesi tra i diversi tipi di elezione. Al di là del generico fatto che nessuno è per un ambiente più sporco ed insalubre, rimane comunque difficile uscire dal semplice generalismo del volere un ambiente pulito. Chi mastica però un po’ di fatti amministrativi, sa però che le norme attraverso cui è possibile risanare l’ambiente, controllare le emissioni, bonificare il territorio, hanno la loro cassaforte nella legislazione europea. In sostanza, se devo applicare dei limiti emissivi ad una industria facendole applicare le migliori tecnologie possibili, devo aprire un librone che la Comunità Europea ci consegna e dove è scritto che cosa, in quale misura ed in quali tempi devo farlo. Il finale è quindi intuibile: non è possibile disgiungere i diversi voti che siamo chiamati a dare. (…)

Da una parte infatti dovremmo valutare almeno la coerenza che le diverse amministrazioni hanno avuto nell’applicazione di queste norme, se l’hanno fatto bene e se sono riuscite anche ad introdurre qualcosa di più protettivo. Dall’altra bisognerebbe valutare se le proposte che le diverse forze politiche offriranno agli elettori soprattutto per i programmi europei, andranno nella direzione di rinforzare queste norme in maniera stringente e maggiormente protettiva o al contrario tenderanno ad allargare, ampliare i limiti con un ritorno al passato. Il tutto condito dalla consapevolezza che i programmi ambientali possono davvero rappresentare un’opportunità di crescita e di benessere anche economico, a patto che coniughino la ricerca e lo sviluppo e non ci facciano ricadere in un passato che non è l’età dell’oro. Attenzione quindi a leggere in maniera penetrante queste opportunità, senza lasciarsi coinvolgere dall’idea che i diversi voti in Europa e locali siano cose differenti, diverse. Attenzione a considerare le diverse famiglie a cui le forze politiche fanno riferimento non solo in Italia, ma soprattutto in Europa, perché chi è fuori dai giochi a Bruxelles, sarà nei fatti anche fuori dai giochi a casa propria, dovendosi adeguare a normative decise dalle grandi famiglie politiche. Io ho scelto il programma del Partito Socialista Europeo e, di conseguenza, i partiti che aderiranno al Partito socialista Europeo (PES). Per capire il perché, basta guardare quali sono le priorità che i socialisti europei individuano e come viene trattato il tema dell’ambiente. Le scelte, come tutti sappiamo, non dovrebbero essere fatte per caso.