Inclusione significa che la comunità politica si apre all’inserimento dei cittadini di qualsiasi estrazione, senza che questi “diversi” debbano assimilarsi a una supposta uniformità etnico-culturale.
Infatti ogni preliminare “consenso di fondo
tutelato da omogeneità culturale diventa superfluo – come temporneo requisito della democrazia – nella misura in cui una pubblica e discorsivamente strutturata formazione dell’opinione e della volontà, rende possibile anche tra persone estranee una ragionevole intesa politica. Il processo democratico garantisce legittimità già in virtù delle sue caratteristiche procedurali. (…)

Perciò esso può entrare in funzione quando occorra riempire i vuoti dell’integrazione sociale, oppure, di fronte a una modificata  composizione culturale della popolazione, produrre una cultura politica comune.

Jurgen Habermas, La costelllazione postnazionale. Mercato globale, nazioni e democrazia; Feltrinelli 1999, pp 49-51.