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Potrebbe essere non più che una curiosità, per noi normali mortali, capire alcuni dei meccanismi del piano Paulson, quello che è stato bocciato dal Congresso degli Stati Uniti e che dovrebbe tentare di arginare la crisi finanziaria esplosa soprattutto negli USA. In sostanza questo piano prevede che un’apposita agenzia del Tesoro americano compri attività finanziarie che attualmente non trovano mercato perché troppo svalutate e rischiose, ma che un domani risaliranno. Per fare questo un meccanismo è la cosiddetta “asta al contrario”, che viene qui spiegata da un interessante articolo di Sandro Brusco comparso su www.la voce.info (qui per leggere l’articolo completo).

In una reverse auction il compratore annuncia una quantità che intende acquistare e un prezzo massimo. A quel punto i venditori offrono la quantità che desiderano vendere a tale prezzo. Se la quantità in vendita supera la quantità che il compratore desidera acquistare (ossia, se l’offerta supera la domanda) allora il prezzo viene abbassato e si genera una nuova offerta. Il processo continua fino a quando l’offerta è uguale alla domanda.
Nel nostro caso il compratore è l’agenzia del Tesoro americano e la quantità da acquistare è un certo ammontare di obbligazioni, diciamo per esempio, MBS a 10 anni per un valore facciale di 100 milioni di dollari. A quel punto i potenziali venditori, le banche che hanno in portafoglio tali titoli e desiderano disfarsene, annunciano quanto desiderano vendere al prezzo annunciate. Se l’offerta supera la domanda, ossia nel nostro esempio se le obbligazioni offerte superano il valore facciale di 100 milioni, allora il prezzo viene abbassato. Presumibilmente al prezzo più basso le banche ridurranno l’ammontare di obbligazioni che desiderano vendere. Se la riduzione è sufficiente a uguagliare domanda e offerta allora l’asta termina e le obbligazioni vengono vendute all’ultimo prezzo annunciate. Altrimenti si abbassa di nuovo il prezzo fino a quando domanda e offerta sono uguali.
Quello descritto è il formato più semplice. Un altro formato prevede che il compratore annunci la quantità che intende acquistare e i venditori annuncino i prezzi ai quali intendono vendere le loro obbligazioni. Una volta terminato il processo di offerta il compratore acquista da chi ha annunciato i prezzi più bassi.
I due formati non sono equivalenti in termini dei prezzi finali che si possono ottenere.