Il Piemonte di Cirio è la Regione in Italia che ha speso di più per le prestazioni di medici – e infermieri -“gettonisti”: oltre 115 milioni di euro. Cifre che vanno oltre quelle di Regioni come la Lombardia (104 milioni di euro), bastione della sanità privata e molto più popolosa della nostra. E ad accorgersene c’è voluta l’ANAC, l’autorità anti corruzione che ha messo la lente d’ingrandimento sul fenomeno rilevandone la criticità dato che il fenomeno appare in costante crescita: 51 milioni di euro nel 2021, 76 nel 2022 e 100 tondi nel ’23. E la prima domanda che viene da farsi è: come mai altre regioni con la stessa crisi di personale hanno risposto meglio rispetto alla nostra spendendo di meno? Forse che in tempi non sospetti hanno coperto le piante organiche in maniera più efficiente?
Questo pranzo non è stato quindi gratis in quanto si tratta di risorse del tipo “una tantum” che non daranno nessun tipo di vantaggio nel lungo periodo, dato che saranno professionisti che interromperanno la loro attività finito il pagamento della prestazione.
Senza entrare sulle conseguenze “sul campo” di tali scelte che vanno dalla mancata garanzia di continuità assistenziale al diverso riconoscimento anche economico rispetto a chi, restando fedele al sistema pubblico, macina turni massacranti rinunciando a ferie e al tempo di vita ( ben sapendo che i medici non percepiscono nessun guadagno se fanno straordinario).
Non viene il dubbio che queste risorse potevano essere spese in maniera efficace ed efficiente, soprattutto tenendo conto che siamo tutti noi a pagarle?
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