Riguardo alle elezioni in Gran Bretagna si sa ormai già, quasi, tutto.
Un commento che può essere utile riprendere è quello di Antony Giddens, almeno nella parte in cui constata come il laburismo inglese non abbia più capacità espansione, non solo a livello nazionale, ma soprattutto a livello europeo.
In sostanza queste elezioni ci consegnano il fatto che non può più proporsi, con le dovute distinzioni territoriali e storiche, come modello assumibile per la sinistra in Europa, cosa che sembrava invece fattibile.
Rimane invece in piedi solamente Zapatero, almeno come sinistra a vocazione maggioritaria (non “governista”), cioè capace di attrarre con il proprio progetto strati consistenti della popolazione tali da divenire maggioranza  politica del Paese.
Altro dato immediatamente estrapolabile, è il non collegamento tra una buona gestione economica, quale quella realizzata in questi anni dallo stesso Brown e riconosciuta dagli stesi inglesi, e la delega a governare.
La politica, quindi, sembra ritagliarsi una nuova giovinezza e imporsi come sintesi più vasta che deve comprendere, oltre alla corretta efficienza ed efficacia di spesa ed impegno delle risorse pubbliche, anche altri aspetti.
Soprattutto la costruzione di un “senso” compiuto, di una visione di società con scelte precise di valori.