Un PD a sei zampe (vi ricordate il simbolo della benzina Supercortemaggiore dell’ENI?) si appresta a sbarcare in Piemonte con la nascita dell’ultima corrente degli Ecodem di Roberto Della Seta e Beppe Gamba, battezzata sabato a Poirino.
Dopo Sinistra per (Esposito-Placido), Piemonte Democratico (Bresso-Chiamparino); Bindiani (Marino), Popolari (Morgando-Bizjak) e Piemonte Europa (Gariglio-Calgaro) il quadro si arricchisce con alcune novità.
Innanzitutto per la struttura scelta: associazione “aperta”, cui aderiscono anche persone che non vogliono aderire al PD.
A cavallo quindi tra la forma-partito classica e la galassia che ruota intorno al PD e con contenuti certamente distintivi se, come ricordato da Stefano Esposito su Repubblica, non tutto scorre liscio.
A dividere, le posizioni sul secondo inceneritore e infrastrutture TAV per iniziare. Si compone così il quadro delle diverse anime dell’ex centrosinistra con scelte organizzative già compiute ed altre ancora da scegliere.
Il PD sembra infatti ripercorrere la via “correntizia” con un partito unico animato dalla discussione tra correnti che si peseranno in un futuro (o futuribile per ora) Congresso con aree che guardano alla conta interna ed altre, come sembra appunto quella degli Ecodem, che tenteranno di fare massa critica anche all’esterno del Partito.
In parte come sta avvenendo a Sinistra, dove, almeno nella sua componente più importante – Rifondazione Comunista – la discussione congressuale è orientata sulla costituzione o meno di una Gauche plurielle o Costituente di Sinistra con forme più o meno aperte.
Idee che da una parte sembrano riprendere forme purtroppo frettolosamente abbandonate come quella della Sinistra Europea, varata la scorsa estate, colpevolmente dimenticata, e significativamente diversa dal cartello della Sinistra Arcobaleno.
Tant’è che in molti, non solo all’interno di Rifondazione, si stanno interrogando proprio su quella esperienza.
Due filoni quindi che sembrano alla fine ripercorrere la storia dello stesso movimento socialista e comunista: da una parte il Partito con correnti, dall’altra una rete di associazionismo che rilegge, in altri termini e con altri temi, l’esperienza delle prime forme di associazionismo del movimento operaio fatto di club socialisti, leghe e società di mutuo soccorso (utile per comprendere rivedersi i primi capitoli di “Cento anni di Socialismo” di Sassoon o la recente”Storia del Socialismo Italiano” di Giorgio Galli).
La storia sembra riproporsi in maniera trasversale, dove il discrimine non sembra più essere l’asse riformismo/radicalismo, quanto invece l’importanza della forma organizzativa, in una società certamente più “liquida”, ma non per questo meno inquieta.
Il tutto condito da diverse preoccupazioni, dove secondo recenti indagini il PD continuerebbe ad arretrare nei consensi ( 27% secondo Crespi) con un riflusso di voti che si spande tra Di Pietro e consimili e che ritorna all’area di Sinistra, in certa parte dopo la presa di posizione dell’area di Rifondazione che fa capo a Nichi Vendola e che propone una Costituente di Sinistra “aperta”.