Oggi ricorre l’anniversario dell’uccisione di cinque uomini e del rapimento di Aldo Moro.
Come un po’ tutti anch’io mi ricordo dov’ero quando ho sentito la notizia, ma non è questo l’importante.
L’importante è ricordare che Moro fu l’uomo politico che disse chiaramente ai suoi compagni politici che l’autosufficienza della Democrazia Cristiana era terminata e tradusse le conseguenze di questa idea aprendo il quadro politico prima ai Socialisti e quindi al Partito Comunista.
Proprio il giorno del rapimento questa apertura avrebbe trovata la sua declinazione.
Anche se lontano dalle mie idee, ritengo sia corretto ricordare il sacrificio della sua scorta e il suo rapimento.
Anche attraverso un suo appunto che lessi molti anni dopo quei fatti nei suoi scritti.
Il senso era che la politica non è convenienza, ma fondamentalmente passione.
La politica è l’arte del compromesso possibile.
Ed il compromesso, quello alto, significa promettere insieme.