La dichiarazione odierna più significativa mi appare quella fatta dal Prof. Alberto Quadrio Curzio, passata in mezzo al TG 2 delle 13.00. Parlando di recessione americana ed Europa il concetto espresso era molto chiaro: il mercato ha mostrato di non farcela da solo ed è lo Stato che sta correndo in soccorso delle banche. La politica, chiaramente, ha estrema difficoltà a commentare dichiarazioni come queste che diventano pesanti nel momento in cui i leader dei diversi partiti tentano di comunicare il loro disegno di società. Assistere a quello che viene dichiaratamente espresso dagli economisti come “fallimento del mercato” oltre al salvataggio mediante gli accantonamenti pubblici degli errori dei gestori finanziari – e non solo – dovrebbe fare riflettere non tanto i candidati, ma almeno gli elettori. L’abbandono dello Stato e del suo intervento in economia non mi sembra una ricetta conveniente soprattutto per chi da una parte disprezza questo ruolo della cosa pubblica e dall’altra, ormai da anni, attinge a piene mani alle casse pubbliche per rimediare i propri errori. Per parte nostra continuiamo a pensare che il pensiero socialista e la presenza di una Sinistra forte che alloca le risorse in modo efficiente, efficace e si prende carico delle malattie del mercato, dato che altri non lo fanno, sia l’unica possibilità per il nostro Paese di uscirne vivi. E soprattutto non solo per le classi sociali compresse dalla precarietà e dalla sperequazione sociale, ma a questo punto anche per tutto il tessuto produttivo sano. Non è la maggior presenza degli industriali nelle liste elettorali che può salvare il Paese, soprattutto quelli che fanno “fallire“ il mercato…