Spero di poter ritornare presto su Zapatero e su ciò che rappresenta: oggi a sinistra sembriamo tutti “Zapateri” (come prima sembravamo tutti “Blairani”) senza sapere da dove nasce quel tipo di ragionamento politico ed in quali condizioni è nata. Se infatti oggi parlassi della teoria del “repubblicanesimo”, ripresa e rilanciata dal Bambi spagnolo attraverso le tesi di Philip Petitt (vedi il suo libro Repubblicanesimo. Una teoria della libertà e del governo; Feltrinelli, 2000) a cui si dichiara debitore lo stesso Zapatero nella sua intervista-libro (Zapatero. Il socialismo dei cittadini; Feltrinelli, 2006), molti dei nostri politici non saprebbero di cosa stiamo discutendo. Oppure della chiara visione da cui parte la riflessione dei socialisti spagnoli dopo la batosta elettorale del 2000 diventata programma di governo: rovesciare il “neoliberalismo” (in Italia chiamato neoliberismo). Ma anche sapere cos’è il “Quarto Pilastro” dello stato sociale su cui Zapatero insiste con forza dopo aver enunciato gli altri 3 su cui fondare lo Stato: sanità, istruzione e pensioni. Ma tutta questa grazia di Dio sarà motivo di tedio di prossimi post. Oggi mi colpiscono un paio di incroci sulla qualità delle strategie comunicative italiane e spagnole. Mentre infatti in Italia il candidato premier della Destra, Silvio Berlusconi, scherza su un tema serio come la disoccupazione proponendo ad una ragazza di cercarsi come marito il figlio di qualche Calearo, e la candidata del Partito Democratico invita a non comportarsi come il biblico Onan disperdendo il seme del voto a favore dei 7 nani (magari con cent’anni di fatiche delle classi più umili), ma eventualmente a votare per la Destra berlusconiana, gli spagnoli leggono alcune novità della comunicazione provenienti dagli Stati Uniti, e le mettono in pratica nella più elegante forma di messaggio degli ultimi anni. La novità della strategia è porsi in maniera intelligente uno dei problemi importanti dell’elettorato moderno: il non voto. Crollate le grandi ideologie, crescendo l’antipolitica e soprattutto con scarse differenze numeriche tra grandi forze, si cerca di intercettare appunto l’astensione mediante un appello alla partecipazione se vogliamo d’effetto. Negli USA la modalità si chiama GOTV, che sta per “Get Out The Vote”. Ovvero: “Tira Fuori il voto” ed indica quella modalità di comunicazione tesa a far muovere la gente da casa il giorno del voto. Gli esperti di comunicazione pensano che tale modalità riesca effettivamente a smuovere parti significative di astensione a favore di chi lancia il messaggio. Nel video spagnolo la scena è semplice. Il giorno delle elezioni un ragazzo, di chiara fede socialista, va a prendere in auto la madre anziana tornata a vivere al paese, distante circa 300 Km., per portarla a votare. “Il voto è sacro”, dice il protagonista, ma il tutto con un finale particolare. Il protagonista dice chiaramente che la madre voterà per il Partito Popolare, l’avversario maggiore del Partito Socialista Spagnolo ed il video termina con un gustoso scambio di battute in cui la madre chiede al figlio se per caso ha cambiato idea, cercando di fargli cambiare idea senza risultato.
La differenza con il tentativo presente nel nostro Paese di spostare preferenze elettorali mediante l’appello al “voto utile” è sottile, ma a mio avviso molto significativa. Il calcolo è che il bacino di non-voto oggi sempre più convinto dal messaggio antipolitico, non si conquista con una proposta politica poco differenziata dall’avversario, ma con un appello alla partecipazione anche un poco ironico, che si differenzia dallo stile più drammatico americano. Porre in maniera intelligente nell’agenda politica il tema della partecipazione al voto, dovrebbe comportare una maggiore attenzione da parte dei partiti italiani, visto che l’area del non voto sembra in rapida crescita. Il sonno della ragione fa crescere domande su quali parti politiche si avvantaggeranno o vedranno sottrarre i propri consensi dallo spettro dell’antipolitica.
Dimenticavo: il Quarto Pilastro di Zapatero sono i “cittadini a reddito più basso che devono vedere soddisfatto il diritto ad una vita dignitosa senza dipendere da altri”.