Se ne sente il chiacchiericcio ma non “quaglia”: i blogger non sembrano appetibili per le candidature in Parlamento.
Se è pur vero che ad oggi non conosciamo la composizione delle liste dei partiti, non mi sembra che ci sia un gran fermento o comunque un’attenzione particolare del mondo politico per proporre personalità che hanno individuato nella blogosfera una nuova modalità dell’agire politico.
Eppure, come molti di noi sanno, il web è sempre più ricco di sollecitazioni e contenuti politici di un certo rilievo, oltre al fatto che è ormai l’arena più libera e completa per approfondire e condividere, al livello che ognuno ritiene più consono, proposte, idee, forme di associazione e quant’altro.
Lo stesso Adinolfi, portato come esempio di personaggio blogger più a livello di carta stampata che dagli utenti stessi della blogosfera, non sembra riscuotere particolare attenzione come esempio di personalità di sfondamento del web nella politica.
Unica proposta di attenzione a questo mondo ed avanzata con un certo rilievo è stata quella della Sinistra Arcobaleno soprattutto sui diritti di copyright
che registriamo positivamente.
Cosa può banalmente significare tutto ciò?
Se uniamo questo dato con la discussione presente a livello locale riguardante il potere delle segreterie nazionali di far calare sul territorio candidature esterne a quelle realtà, se ne può dedurre una certa “apprensione” da parte di alcuni partiti nel considerare la blogosfera come un luogo difficilmente controllabile nel quale non solo le idee corrono liberamente, ma dove il controllo da parte di semplici persone (che a dire la verità visto lo strumento usato hanno comunque una certa formazione e manifestano una volontà attiva alla partecipazione) delle decisioni dei partiti e della loro capacità di porsi in discussione senza particolari mediatori possa portare a risultati poco piacevoli.
È chiaro che la condivisione mediante gli strumenti telematici risulta essere quanto di più vicino al concetto puro di democrazia, rimanendo quindi il dubbio che alcune formazioni politiche siano più impaurite che interessate da questa modalità.

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