Piccole curiosità… scavano.
Tra le tante notizie che arrivano in un Assessorato come il nostro, una è quantomeno in controtendenza.
Presso il Ministero dello Sviluppo Economico sarebbero giacenti circa 315 istanze di autorizzazione alla trivellazione per la ricerca di petrolio.
Dati aggiornati al dicembre scorso indicherebbero nel numero di 4 quelle interessanti il Piemonte concentrate soprattutto nel novarese e vercellese.
Le attività di ricerca e di estrazione in corso sarebbero almeno 280 con record di richieste in Emilia Romagna seguita dalla Lombardia.
Per completezza d’informazione nel nordest novarese da anni l’ENI raccoglie ogni giorno 2500 dei 238 mila barili prodotti in Italia.
E’ chiaro che qualche domanda “sorge spontanea”.
Tenendo conto che soprattutto nella nostra Regione i giacimenti dell’oro nero si trovano ad una profondità media molto maggiore rispetto a quella ideale e non risulta di grande qualità, i costi di estrazione e trattamento risultano essere non molto convenienti.
Non ho cifre a disposizione, ma probabilmente se queste risorse, pubbliche o private che siano, venissero impiegate per installazione e sviluppo di fonti rinnovabili, il guadagno in prospettiva non sarebbe migliore?
Sembra che esista sempre poca liquidità per questi investimenti e la stessa Regione Piemonte avrebbe intenzione di dirottare sulle energie alternative cifre consistenti che, sia chiaro, proverrebbero da fondi dell’Unione Europea.
Siamo sicuri che l’investimento in petrolio scarso e poco accessibile sia economicamente nel medio periodo conveniente?
Si obbietterà che le Amministrazioni Locali hanno scarse e deboli competenze in materia e può essere la verità.
Ma a questo punto non sarebbe utile tentare, mediante l’azione politica, l’autorevolezza delle Amminsitrazioni di convincere il sistema a riconvertire questo tipo di investimento da estrazione di fonti fossili a ricerca di rinnovabili?
E cosa diranno gli amministratori regionali negli imminenti Stati Generali dell’Energia?