Tenete d’occhio il convegno del prossimo 30 giugno a Salerno.
Il titolo è veramente poco intrigante: Logica matematica, costruzione dei concetti e processi socio-cognitivi.
Ma sotto questo vestito potrebbe nascondersi una piccola rivoluzione anche grazie alla ricercatrice italiana Paola Zizzi che lavora all’Università di Padova.
Il tutto è sintetizzabile sotto il nome di “Cervello quantistico” ed è veramente affascinante.
Per farla breve il concetto su cui si regge questo tipo di ricerche è che il cervello sia una specie di macchina quantistica, un calcolatore che funziona in maniera diversa, con meccanismi che non sono quelli della logica classica.
Ed elabora dati a velocità impressionanti.
Tralasciando descrizioni più lunghe, che comunque potrete trovare su “Nova” del 19 giugno a firma di Andrea Carotene, la teoria ipotizza che, a livello inconscio, il cervello lavori seguendo la logica quantistica (diciamo una diversa logica ove 2+2 non fa sempre 4, oppure che una particella di luce passi contemporaneamente attraverso due fenditure) e che la razionalità sia solo un fenomeno successivo derivato dall’attività quantistica.
Tenete conto che la logica quantistica non è “falsa”, ma solamente incomprensibile, a livello razionale anche per chi la studia.
Ma che comunque permette la costruzione di marchingegni come il computer che state usando adesso per leggere questo post.
Il tutto porta a comprendere come non sia a questo punto possibile decifrare il nostro inconscio, usando l’alfabeto che normalmente utilizziamo nel nostro mondo cosciente.
Anche solo tenendo conto che la potenza delle operazioni che il nostro cervello compie in maniera inconscia è incomprensibile alla nostra coscienza.
Per dire comunque anche della possibilità pratiche che apre questo tipo di ricerca, viene portato ad esempio lo studio della schizofrenia, in cui verrebbe bloccato il passaggio tra il pensiero inconscio-quantistico e quello razionale.
E questo è solo un esempio.
Potrebbe essere utile cercare di raccogliere, anche per noi non addetti ai lavori, qualche richiamo, chiaramente leggibile, sulle conclusioni di questo convegno, di cui i media sicuramente non registreranno le suggestioni.