Chi si aspettava una fuga di massa dalla nuova Germania verde probabilmente resterà deluso. Nella regione dove il prossimo capo del Governo regonale sarà un signore che è stato uno dei soci fondatori dei “grunen” tedeschi, non si assiste a dichiarazioni disperate da parte delle grandi industrie che lì risiedono, nè a smantellamenti repentini delle produzioni con traslochi balcanici o cinesi. Daimler e Bosch, per citarne due conosciute anche da noi, appaiono rilassate e per nulla intimorite dalla svolta ambientalista del prossimo governo regionale di Winfried Kretschmann. Perchè? Probabilmente almeno due ragioni concorrono a smentire le paure che vengono invece agitate a casa nostra: una dalla parte delle aziende e l’altra dal front del nuovo esecutivo. “Daimler è ormai da tempo un’azienda leader nelle tecnologie innovative, tema centrale delle politiche verdi», hanno fatto sapere dai vertici dell’azienda automobilistica, «e dunque non avremo alcun problema a collaborare costruttivamente con il nuovo esecutivo regionale (fonte Lettera 43). In sostanza una politica industriale sana e che da tempo guarda alla competitività europea con occhio attento alle esigenze ambientali non può temere più di tanto la richiesta emersa dal voto di una riconversione verde. Soprattutto se si aggancia al secondo lato del discorso, chiarito da Kerstin Andreae, figura chiave delle politiche economiche dei Verdi tedeschi che ha chiaramente espresso al Finacial Times Deutschland il suo pensiero, dichiarando che da tempo i Verdi tedeschi predicano il dogma che la ristrutturazione ecologica dell’industria debba avvenire solo in collaborazione e non contro le imprese. “ Tra gli imprenditori prevalga la curiosità verso le nuove politiche politiche piuttosto che la paura – ha detto Andreae – sanno che non vieteremo le auto private, costringendo tutti i lavoratori a recarsi al lavoro con gli autobus, ma sanno anche che non daremo il via libera alla costruzione di qualsiasi strada”. Non ultimo, infine, il fatto che Kretschmann, per la sua serietà e moderazione, rappresenta una garanzia contro facili avventurismi estremistici. Et le voilà.