Un interessante manifesto redatto dall’Associazione culturale di architetti di Torino “Cittàbella” da cui pescare per le prossime elezioni di Torino 2011

1. E’ la città della solidarietà, alternativa a quella dell’ estraneità che ha contribuito alla disgregazione sociale attuale, della mobilità sostenibile, dell’accessibilità per tutti.
2. E’ la città della ricerca e della conoscenza, della sperimentazione dello sviluppo energetico nel totale rispetto dell’ambiente e dello sviluppo economico rivolto al benessere di tutti i cittadini.
3. Risponde ad un modello organico, fatto di integrazioni e permeabilità, alternativo a quello funzionalista fatto di separazioni con interventi in altezza e infrastrutture, indipendenti tra loro e povero di socialità e coesione urbane.
4. E’ improntata alla ‘normalità’ di un’architettura civile condivisa, contro la singolarità e l’esibizionismo portati all’eccesso perché mossi da ragioni di mercato
5. La sua guida e la gestione di ogni processo della sua trasformazione devono essere guidati dalla mano pubblica sottraendo il territorio alla logica di mercato, alla logica della speculazione sulle sue oscillazioni di valore : il territorio va riconosciuto quale bene comune.
6. E’ la città che si ricostruisce su se stessa risparmiando territorio, vietandone ulteriore consumo, sostituendo quest’ultimo con il riuso degli edifici e delle aree dismessi o inutilizzati grazie al preventivo e rigoroso censimento del parco urbano esistente
7. Intende regolare, a beneficio di tutti, la rendita fondiaria urbana attraverso un percorso normativo e procedurale: dall’iniziativa finanziaria degli enti pubblici, alla riforma degli strumenti urbanistici (a partire da una nuova legge nazionale), al controllo della qualità progettuale
8. Si qualifica attraverso i suoi luoghi pubblici, si armonizza attorno ad essi e si identifica nella priorità assegnata a tutti gli interventi di pubblico servizio facendone precedere la realizzazione a quella degli insediamenti residenziali così come reso evidente dal preventivo e rigoroso censimento di tutti i servizi collettivi mancanti
9. I suoi quartieri periferici, oltre a non soffrire di alcuna restrizione delle reti di servizio pubblico e privato, sono organizzati per poter godere di una vita pubblica e sociale appagante grazie alle strutture culturali e di svago in equilibrata competizione con quelle del centro.
10. Lo sviluppo e l’evoluzione architettonici saranno improntati al pieno rispetto del suo patrimonio storico artistico ambientale, cioè alla conservazione e riqualificazione del suo “paesaggio” (art. 9 della Costituzione) nella prospettiva aperta dalla Convenzione europea (2000).
11. E’ la città che si trasforma secondo un progetto condiviso con tutte le istanze di base, ne promuove il loro coordinamento per delineare e prospettare, insieme, il futuro della città.

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