Esiste una ragione molto semplice per promuovere questo obbiettivo come priorità nell’agenda delle politiche sanitarie e sociali: le diseguaglianze di salute sono la dimostrazione che esiste una riserva di salute che il nostro sistema sanitario può – e deve- recuperare. Il fatto stesso che esistano gradi diversi di salute con cause “esterne” all’individuo quali le condizioni ambientali, di reddito, la salubrità del lavoro, l’accesso alle prestazioni sanitarie e via discorrendo, deve orientare la nostra azione nel guadagnare tutta la salute possibile.

Una precondizione è che soltanto un sistema sanitario con caratteristiche di equità ed incentrato su un asse pubblico può guadagnare questa riserva di salute. Come d’altro canto comprendere e intervenire sulla genesi di questi disequilibri può portare consistenti miglioramenti e rafforzare un sistema sanitario pubblico.

L’azione sulle diseguaglianze di salute si inserisce inoltre efficacemente nelle diverse categorie che determinano la salute di una popolazione. Prendendo anche solo i quattro determinanti più riconosciuti ed importanti (l’impronta genetica, l’assistenza sanitaria, i cmportamenti individuali e le condizioni sociali) questo tipo di obbiettivo interessa immediatamente e simultaneamente ognuno di questi aspetti.

Sembra inutile, infine, accennare al fatto che questo tipo di diseguaglianze non può che essere considerato ingiusto, in particolare per il ruolo che spetta alla salute umana in termini di diritti umani: la salute o il suo recupero rappresentano nello stesso tempo un bisogno ed una risorsa di base, necessari a raggiungere tutti gli obbiettivi vitali e a promuovere la libertà degliindividui nella società.

Se quindi questo tema non risulta nuovo nelle politiche dei piani sanitari, il nostro impegno non può che essere quello di farne uno dei temi centrali della salute in Piemonte, superando immediatamente almeno tre cause:

  • lo scollamento tra la ricerca medico-epidemiologica, quella sociale statistico-demografica e quella economica;
  • la povertà di fonti informative di utilizzo comune che stimolino iniziativ integrate di ricerca scientifica;
  • la scarsa integrazione tra fonti di finanziamento della ricerca nei diversi campi.