Garibaldi è stato un personaggio complesso che non è possibile racchiudere in qualche formula, partito e addirittura Stato. Ritengo che sia stato un padre della patria di levatura somma che è riuscito a mettere in moto e dare finalità ed azione alle speranze di uomini di ogni estrazione, intellettuali come diseredati. Ha goduto di un’immensa popolarità già tra i suoi contemporanei per lo straordinario disinteresse, semplicità dello stile di vita, modestia con cui torna al di qua della linea d’ombra quando termina la sua opera, la disponibilità della sua vita al di fuori degli egoismi nazionali. Quello che è stato considerato come un segno di superficialità intellettuale,  e cioè la mancata identificazione con le correnti intellettuali nate nel suo tempo (mazzinianesimo, sansimonismo, marxismo degli albori) proprio oggi, nel momento del tramonto delle grandi ideologie novecentesche, ce lo fa comprendere meglio per il desiderio di indipendenza intellettuale. Personalmente mi ha sempre colpito il fatto che sia riuscito ad indirizzare le forze più sparse e disparate verso obbiettivi possibili, rifiutando l’azione per se stessa e il semplice ribellismo senza possibilità di riuscita. Quando guardo una bandiera italiana sventolare il mio pensiero va a Garibaldi.